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“Acqua per nutrirci”

L’acqua è un elemento fondamentale e direi magico per la vita dell’uomo e per quella del pianeta su cui viviamo, e può essere considerata seconda per importanza solo all’Ossigeno. Ogni singola cellula contiene acqua nel liquido intracellulare ma è anche circondata da acqua cioè liquido interstiziale ed utilizza l’acqua stessa per assimilare le sostanze nutrienti, per espellere gli scarti del metabolismo, per i processi di ossidoriduzione, per la produzione di ATP, come mezzo liquido protettivo antishock, come mezzo di comunicazione e memoria e tantissime altre cose ancora. Come vedete è fondamentale essere ben idratati ed assumere un’acqua che deve essere insieme “medicina e nutriente”.  Dal 55% (negli anziani) al 85%  (nei neonati) del corpo di un uomo è composto d’acqua, non stupisce perciò che questa sia determinante nel regolare le funzioni del corpo. Considerando i singoli organi ed apparati, cervello e cuore sono composti d’acqua per il 75%, mentre sangue e polmoni per l’85% circa, nell’uomo adulto. Ne consegue che una corretta idratazione rappresenta la condizione essenziale per mantenersi in buona salute.  Ogni giorno il nostro corpo deve sostituire circa 2,5 litri di acqua, ovviamente secondo le condizioni climatiche ed altre variabili biofisiche. L’acqua veicola nutrienti, ormoni, oligoelementi, vitamine, coenzimi ecc… insieme al sangue (costituito dall’85% di acqua) nelle cellule e negli spazi intercellulari; aiuta la digestione degli alimenti, regola la temperatura corporea attraverso la respirazione e la sudorazione, mantiene e regola i sistemi del corpo, tonifica i muscoli, mantiene la pelle elastica, lubrifica le articolazioni e mantiene vigile la mente, è fondamentale per la funzione della sostanza grigia e del Sistema Nervoso in generale. I differenti tipi di tessuti contengono differenti quantità di acqua. I grassi, ovviamente, ne conterranno poca, mentre i muscoli, il sangue e la cute ne avranno concentrazioni più elevate ma sappiate che vi è acqua anche nei denti.

Il corpo può immagazzinare nutrimenti, ma non acqua. Una volta che le riserve di acqua diminuiscono compare la sete, come segno generico di disidratazione, con sintomi di tipo sia fisico che mentale.

La sete però è un sintomo tardivo, quando esiste già una certa disidratazione che invece andrebbe prevenuta.

La fatica è uno dei primi segni d’insufficiente apporto idrico.Spesso si risponde alla necessità di energia o forza del corpo con l’assunzione di caffè che è invece un diuretico che disidrata ulteriormente, così come il tè. Bere regolarmente riduce la sensazione di fame: il nostro corpo confonde spesso i segnali di sete con quelli della fame.

Rammentiamo ai nutrizionisti e dietologi, che proliferano tra le varie categorie di sanitari di ogni estrazione scientifica o culturale e che pensano di tutto ma proprio di tutto per far dimagrire i loro pazienti ma dimenticano molto spesso, troppo spesso la cosa più importante: l’acqua e la sua funzione come nutrimento e la logica, non sempre chiara, di come avviene il ricambio idrico. Se l’assunzione giornaliera di liquidi non è sufficiente il corpo comincia a trattenere acqua per compensarne la mancanza alterando così diverse funzioni fisiologiche. Infatti il corpo percepisce questa situazione come una minaccia per la sua sopravvivenza conservando acqua che immagazzina fuori dalle cellule con conseguente gonfiore ai piedi, gambe, mani. In questo modo si fanno i primi passi per vestirsi del famoso “cappottone protettivo d’acqua”. Il cappotto fisico diventa il cappotto psichico e viceversa, si instaura un circolo vizioso da cui è difficile uscirne senza sacrifici ed un lungo e costante impegno.

Avrete avuto modo di vedere, nella vostra vita, alcune persone simili a caricature dei cartoni animati, con testina piccola posata su di un corpo più simile ad una botte che ad un essere vivente. Queste sono spesso paurose ed indifese, insicure ed impacciate in un corpo che non accettano ed in costante e continua dieta…che non porta mai a risultati.

La “protezione” sta a significare che sicuramente qualcosa di fisico non funziona ma che coinvolge il sistema PNEI (psico-neuro-endocrino immunologico) con una causa scatenante di origine prettamente psicosomatica, ma che si interfaccia appunto con l’equilibrio idrico coinvolgendo l’acqua interna che fa da vero e proprio cuscinetto, da cappottone protettivo da ogni influenza esterna, un’interfaccia tra il mentale ed il fisico, una memoria psicobiologica che risponde ai nostri conflitti più profondi.

La PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) è la scienza su cui basare, fra l’altro, anche le logiche di una dieta personalizzata che definirei una “PsicoDieta”.

 Sono sicuro che non vi è nuovo il concetto che i cibi sono in grado di condizionare gli atteggiamenti, l’umore e le successive scelte alimentari.

Fattori quali stress, frustrazioni, nervosismo, conflitti profondi possono indurre a cercare consolazione nel cibo. Si dovrebbe sviluppare nella “PsicoDieta” una profonda comprensione di tali meccanismi ed una rimozione del vissuto conflittuale. Come tutti sanno, quello che mangiamo è importantissimo nel determinare le nostre percezioni, i nostri atteggiamenti, e i modi in cui ci comportiamo, e ha su di noi effetti a volte immediati e forti, a volte sottili, graduali e continui. Per dimostrare quanto sopra parto da una considerazione pratica, che tutti avete sperimentato varie volte nella vita. Se un cibo può favorire il benessere e la gioia, di certo ve ne sarà un altro che creerà effetti opposti,  prendiamo ora in considerazione i cibi della felicità.

Cibi della felicità

Alcuni cibi hanno il potere di allentare le tensioni regalando una piacevole sensazione di benessere. Un simile effetto è dovuto al contenuto di sostanze che, fra l’altro, stimolano la serotonina, l’ormone del buonumore. La serotonina induce il senso di sazietà, favorisce il sonno, calma l’umore, funge da rasserenante generale.

Tra questi cibi troviamo le banane, le noci, i legumi, le verdure a foglia verde (spinaci e insalate), i latticini, la panna, i cereali integrali e il pesce azzurro ed in parte anche il cioccolato. I ricordi ed i conflitti passati possono determinare, per i principi scientifici della PNEI, la scelta di certi cibi ed il rifiuto totale di altri. Ci si può rifugiare nella pasta frolla o nella panna montata perché da piccoli eravamo accuditi dalla nonna con tanto amore che ci donava spesso quei cibi; cibi che ora ci evocano i ricordi piacevoli ed un senso di protezione e di amore. Non solo “quei” cibi, ma col tempo anche altri magari diversi che hanno lo stesso profumo, consistenza, forma o sapore…

Secondo la famosa autrice di ricerche e libri di psicosomatica come Louise L. Hay:

“E’ la paura la causa principale dell’obesità. L’aumento del tessuto adiposo del corpo rivela bisogno di protezione. Si può avere paura di sé stessi e degli altri, della vita, delle responsabilità, del sesso (molte donne, in effetti, ingrassano per non essere attraenti e quindi non ricevere proposte sessuali).
A volte la paura cela un sentimento di rabbia e un rifiuto di perdonare. Se il grasso si concentra sulle braccia, rivela ira perché ci è stato negato amore; se è sulle cosce, è segno di collera accumulata nell’infanzia, soprattutto nei confronti del padre; sui fianchi, indica rabbia ostinata nei confronti dei genitori; sul ventre, ira perché ci si è sentiti negare il nutrimento; sui glutei, che rappresentano il potere, esprime paura di non avere potere e collera contro le figure di autorità.
Inoltre, molti ingrassano per dimostrare a sé stessi di non valere granché, e quindi per dare ragione ai propri genitori o insegnanti, o a qualsiasi altra autorità li definisse degli incapaci. Altri per sentirsi impotenti di fronte al problema e quindi per potersene lamentare, attirando così un interesse che non pensano di poter suscitare in modi diversi. Altri ancora perché sono così arrabbiati con sé stessi da volersi punire.

La maggior parte delle persone, comunque, ingrassa per essere infelice, per doversi sempre preoccupare del proprio corpo e del cibo, così da non godersi i piaceri della vita.”

Ciò riguarda il collegamento che inconsciamente molti operano tra il piacere e il dolore, in ricordo del trauma natale. Queste persone pensano, magari senza rendersene conto, “Non posso essere totalmente felice… se lo sono, sicuramente accadrà poi qualcosa di brutto, arriverà un momento in cui starò male e quindi mi sentirò infelice”.  Insomma, meglio essere sempre insoddisfatti di sé piuttosto che venire puniti dalla vita.”

Dunque, affrontare veramente una fame insaziabile, una bulimia ed i problemi di peso conseguenti è importante chiedersi da chi o da che cosa si sta cercando di difendersi, cosa non si vuol lasciare andare e verso chi si prova rabbia o rancore.

La “PsicoDieta” dovrà affrontare le tematiche che stanno alla base delle scelte alimentari errate ed a volte scellerate che portano spesso a patologie importanti nella tarda età.

Concludendo vi invito a bere acqua pura e non inquinata e di mettere sempre in primo piano, nella vostra alimentazione, la giusta quantità di acqua, sorseggiandola sempre fuori pasto, durante il giorno. Un bel bicchiere di acqua calda, dopo i pasti principali, sarà per voi straordinariamente salutare, provate…e buona vita!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Consiglio a tutti di osservare una dieta varia e bilanciata, molta verdura, cereali integrali e poca se non pochissima carne, soprattutto di mammifero (se ne può fare anche a meno), un consumo moderatissimo di zuccheri, usare preferibilmente miele integrale e biologico (attenti alle contraffazioni), succo d’acero canadese o zucchero di canna (non zucchero bianco con caramello) pochissimi eccitanti nervini come il caffè o te nero. Ridurre al minimo il consumo di bibite gassate e bere molta acqua naturale lontano dai pasti ma, soprattutto, una rigida astensione dal consumo di carne di maiale nonchè derivati ed insaccati di carne suina, strutto, grassi animali e sangue animale.

Consiglio a tutti di osservare una dieta varia e bilanciata, molta verdura, cereali integrali e poca se non pochissima carne, soprattutto di mammifero (se ne può fare anche a meno), un consumo moderatissimo di zuccheri, usare preferibilmente miele integrale e biologico (attenti alle contraffazioni), succo d’acero canadese o zucchero di canna (non zucchero bianco con caramello) pochissimi eccitanti come il caffè o te nero.Ridurre al minimo il consumo di bibite gassate e bere molta acqua naturale lontano dai pasti ma, soprattutto, una rigida astensione dal consumo di carne di maiale nonchè derivati ed insaccati di carne suina, strutto, grassi animali e sangue animale. Una visita approfondita, da un medico olistico, meglio se esperto in parassitologia, dovrebbe essere indispensabile onde evitare, in futuro, la disbiosi intestinale e la proliferazione di vari parassiti che potrebbero minare la crescita e lo sviluppo del bambino e la salute dell’adulto.

Mai il maiale in tavola

Consiglio, vivamente, a tutti voi una rigidissima astensione dal consumo di carne di maiale nonchè dei suoi derivati come gli insaccati di carne suina, grassi animali ma anche e sopratutto il sangue animale (vedi il sanguinaccio).  Vi spiego, in poche righe, il perché della rigida astensione dal consumo di carne suina, da parte delle popolazioni mediorientali ed orientali, sopratutto di fede ebraica e mussulmana ma anche quelli di moltissime confessioni orientali. Alcuni gruppi integralisti religiosi e confraternite spiritualiste proibiscono anche solo di toccare la carne suina. Pensate bene: ci sarà pure una ragione, no?….mi rifiuto di pensare a pura follia….vi racconto ora cosa c’è sotto. Le leggi Bibliche, come del resto in parte anche il Corano, dispongono che si possa mangiare rispettando, tuttavia, rigidi rituali di macellazione (dissanguamento), soltanto carne di ruminanti, volatili e non animali con unghie bipartite. Questo precetto non è assolutamente frutto di stupide e vecchie superstizioni infatti, oltre ad un principio legato all’impurità del suino, in tutti i sensi, si può fare, come scriveva anche il Prof. H.Reckeweg nel suo straordinario libro di Omotossicologia, un lungo e complesso discorso di similitudine biologica della carne di maiale con quella umana, che creerebbe reazioni cellulari complesse ed improprie.

Lezioni di anatomia

Gli studenti di medicina, fin dal medioevo, per le loro esercitazioni di anatomia, utilizzavano un animale di disposizione, forma, pelle e struttura degli organi interni molto simile a quella umana: ovviamente usavano il maiale, in quanto la sua pelle si presenta molto simile alla nostra. Questa analogia anatomica e funzionale tra l’uomo e il maiale è un fattore in più che contribuisce ad assimilare la struttura cellulare e facilitare un interscambio biochimico tra le sostanze e i materiali che costituiscono entrambi gli organismi.

Mangiando carne di maiale ingeriamo, purtroppo, oltre le tossine suine, un elevato tasso di mucopolisaccaridi, presenti in una grande quantità di strutture del tessuto connettivo dell’animale che, una volta penetrate nel nostro organismo, si dirigono soprattutto verso quelle strutture a cui biologicamente appartengono. Devo farvi notare inoltre che, chi si è abituato a consumare questa carne, rimane sottoposto ad una specie di assuefazione (come nel caso di tabacco, alcool, caffè ed altre droghe). Il Prof. H. Reckeweg, grande scienziato omotossicologo ci ricorda, nei suoi scritti, le afflizioni dei suoi pazienti quando venivano informati di dover rinunciare a questa carne: “Però, dottore, è così buona!” “come posso farne a meno?”.

Da parte sua, ho letto, anni fa, che il Dr. Hoffmann, psichiatra di Mannheim, affermava che chi “gode” di questa carne inventa tutti i tipi di scuse per continuare a mangiarla (come succede spesso anche per il tabacco, l’alcool ed il caffè). D’altra parte chi è riuscito a liberarsi dall'”assuefazione”, in presenza di questa carne sente una vera ripugnanza nel mangiarla ancora. E’ simile al caso dell’ex-fumatore al quale risulta insopportabile l’odore proveniente da un posacenere pieno di mozziconi, specialmente al mattino.

Non tutti sanno, infatti, che il maiale maschio viene sterilizzato settimane o mesi prima di essere ucciso per poter utilizzare una carne che altrimenti risulterebbe non commestibile, per il suo cattivo odore. H. Reckeweg dichiara, con cognizione di causa, che l’azione di questi ormoni non è stata studiata sufficientemente, in quanto da sempre sospetta una loro azione cancerogena. Sapete che i maiali non vivono molti anni? In primo luogo perché la loro età biologica è limitata a pochi anni, e poi, perché vengono creati per essere uccisi intorno ai sei anni al massimo. Come ho letto nelle mie ricerche degli anni passati e come mi hanno riferito alcuni esperti di allevamento, se i maiali vivono più di sei anni sviluppano inevitabilmente qualche tipo di tumore o degenerazione. Non senza ragione, per tutto ciò che abbiamo detto finora, possiamo affermare che oggi come oggi il maiale può essere considerato una fonte di tossine (sutossine) a volte pericolose per l’uomo.

Tossine suine (sutossine).

Il Dott. H.Reckeweg affermò che un effetto tossico è caratteristico di alcune sostanze contenute nella carne di maiale, specificando che alcune di esse possono provocare processi di difesa che potrebbero apparire come “malattie”. Le normali azioni terapeutiche (soppressive di certi sintomi come ad esempio diarrea, vomito ecc…) eliminano i processi di guarigione naturale attraverso le reazioni infiammatorie e le secrezioni ( questo processo si chiama vicariazione regressiva) e ne potrebbe seguire una vera e propria reintossicazione (vicariazione progressiva).

Principali sutossine descritte da Reckeweg sono:

Colesterolo di maiale:

a) macromolecole nel sangue cariche di colesterolo (ipertensione arteriosa, arteriosclerosi, pletora)
b) colesterolo sulle pareti delle cellule cancerose (fase neoplastica)

Composti di istamina ed imidazolo (in eccesso):
a) casi di prurito (orticaria, herpes, dermatite, eczema, e altri)
b) responsabili di infiammazioni (foruncoli, carbonchio, appendicite, colangite, colecistite tromboflebiti, spurgo, flemmone)

Ormone della crescita  (che favorisce infiammazioni e crescita):

Adiposità, acromegalia, fasi neoplastiche, ingrossamento organi ecc…anche altri ormoni, specialmente ormoni sessuali, sono responsabili di molti effetti negativi della carne di suino, devono però essere ulteriormente studiati.

Muco mesenchimale contenente zolfo (glucosamina, esosamina, ecc…):
a) gonfiore mucoso del mesenchima (miogelosi, adiposità e altri)
b) depositi di muco sui tendini, cartilagini, legamenti (reumatismo, artrite, artrosi, osteocondrosi, ecc…)

Acidi grassi con tossine suine (anche intercellulari):

Adiposità, ipertensione arteriosa, policitemia, ecc…

Agenti oncogenici:

Endobionti (come sosteneva Enderlein), sifonospora polimorfa (come evidenziò Brehmer), inclusioni di eritrociti (come dimostrato da Sheller) cioè importanti fattori iniziatori nelle fasi neoplastiche.

I virus dell’influenza trascorrono l’estate soprattutto nei polmoni dei maiali, per cui chi mangia salsicce ha una risonanza maggiore verso i virus dell’influenza epidemica. Hans Reckeweg scrive inoltre che “…gli effetti della carne di suino sono vari; il maiale è biologicamente simile alla carne umana ed il gusto, pare, sia anche simile.  Nel Medio Evo il maiale era usato nelle lezioni di anatomia, per la somiglianza biologica alla carne umana. Anatomicamente, questo è sotto gli occhi di tutti ed è dimostrato dalla somiglianza “fisica” di chi mangia maiale con il maiale stesso.

Più “prosciutto” si mangia più la parte corrispondente del corpo rispecchia la pienezza e la forma del maiale mangiato. I calcoli biliari sono, fra le altre cause minori, provocati dal consumo di carne e grasso sopratutto di maiale. Ovviamente il colesterolo gioca un importante ruolo, poiché calcoli biliari consistono di colesterolo e questo, contenuto nel maiale in grande quantità, è secreto nella cistifellea (vescica biliare), dove si deposita e si può trasformare in calcolo, specialmente quando la fluidità della bile non è delle migliori. I pazienti che soffrono di calcoli biliari non possono essere guariti se non con la chirurgia, a meno che essi non si astengano fermamente dal mangiare maiale in qualsiasi forma (incluse salsicce, prosciutto, speck, pancetta, strutto ecc…). Solo allora il trattamento, sopratutto quello omotossicologice ed omeopatico o naturale può essere efficace. Poichè, inoltre, il virus influenzale alberga primariamente nel polmone del maiale (anche secondo l’autorevole Prof. Shope dell’Istituto di Virologia di Londra), si può spiegare come i pazienti grandi mangiatori di maiale e specialmente salsicce (che contengono polmone di maiale) soffrono in particolare di influenze epidemiche.
L’azione del muco mesenchimale è degna di nota, esso tende a sostituire saldi tendini e legamenti umani con viscidi e molli tessuti mesenchimali di origine suina. Il maiale contiene grandi quantità di zolfo, cosa dimostrata da esperimenti di “purificazione”in laboratori di chimica organica. In questi esperimenti si sono viste sviluppare grandi quantità di solfuro di idrogeno, riconoscibile dal classico odore di uova marce. Il Prof. Bier ha stabilito che più una cartilagine umana contiene zolfo, più essa è debole e facile alle lesioni. La salda e resistente sostanza della cartilagine umana viene trasformata, quando si mangia molto maiale, in una forma molle e viscida. La conseguenza è l’artrosi, con una più o meno marcata degenerazione della cartilagine stessa.

Obesità
Il maiale è una carne con molte calorie per il suo grande contenuto di grasso. La conseguenza è l’obesità, poiché il corpo non può bruciare tutto il grasso in eccesso (specie se è della stessa qualità di quello umano).

Infiammazione
L’ormone della crescita e l’istamina, fra l’altro, sono responsabili della tendenza alle infiammazioni che si manifestano come foruncoli, carbonchi, spurgo, fistole, suppurazioni, ecc…In un certo senso, il maiale non può essere “fisiologicamente” bruciato dal metabolismo dell’uomo; esso viene o immagazzinato o bruciato nella meccanica delle fasi di reazione, cioè con l’infiammazione. Per questo motivo i pazienti che soffrono di fistole, ascessi sudoriferi, foruncolosi, cronica, o in generale di qualsiasi suppurazione cronica, anche spurghi, non possono essere guariti, in modo definitivo, senza una rigida astensione dal consumo di carne di maiale. Certamente ai pazienti non è permesso consumare prosciutto, pancetta, braciole, qualsiasi tipo di salsiccia, poiché tutte le normali salsicce contengono maiale. Anche quelle spacciate come salsicce di “vitello” contengono grandi quantità di grasso di maiale (così come lo strutto presente in molti prodotti da forno, persino nelle piadine, nel pane in cassetta, ecc…).
Il maiale è fortemente imputabile di molti e svariati disturbi ed il suo consumo favorirebbe, anche secondo Reckeweg, la diminuzione della capacità di risposta biologica del nostro organismo ed il conseguente sviluppo di parassiti, batteri e virus.

Origini igienistiche del divieto di consumare carne di maiale tratte dai Libri Sacri:

L’astensione assoluta dal mangiare grasso animale e soprattutto di maiale la troviamo raccomandata, fra l’altro, nella Bibbia: “parla ai figliuoli d’Israele e dì loro: non mangerete alcun grasso, nè di bue, nè di pecora, nè di capra, il grasso di una bestia morta da sè, o il grasso d’una bestia sbranata, potrà servire per qualunque altro uso; ma non ne mangerete affatto.”(Levitico 7:23-24 – L).

Oggi la ricerca scientifica ha ampiamente documentato la responsabilità dei grassi saturi nell’innalzamento del tasso di colesterolo nel sangue e, quindi, nella genesi dell’arteriosclerosi, con conseguenti rischi per cuore e cervello. Paul Dudley White, il cardiologo che ebbe in cura il Presidente Eisenhower, negli anni della Casa Bianca, citò una volta Levitico 7:23, ed affermò:“E’ concepibile che, tra alcuni anni, noi medici dovremo ripetere ai cittadini degli Stati Uniti d’America il consiglio che Dio comandò a Mosè di dare ai figli d’Israele tremila anni or sono”…

Un altro precetto da non scordare: L’astensione assoluta dal mangiare sangue: “…e non mangerete affatto alcun sangue, nè di uccelli, nè di quadrupedi, in tutti i luoghi dove abiterete…” (Levitico 7:26 – l).

Questa legge sul sangue era ancora più antica, risaliva infatti a dopo il diluvio, quando si tramandò che iddio permise a Noè per la prima volta di nutrirsi di carni animali: “ma non mangerete carne con la vita sua, cioè col suo sangue…” (Genesi 9:4 – l). Tale divieto fu ripetuto dagli Apostoli ai pagani convertiti, dopo il concilio di Gerusalemme: “…che v’asteniate… dal sangue, dalle cose soffocate…” (Atti 15:29 – l).

Oggi è ben nota alle popolazioni che sono solite fare uso di sanguinaccio, la possibilità d’intossicazioni collettive, se il sangue non è più che ben conservato o se proviene da animali già ammalati. La scienza ci dice che proprio nel sangue, come nei reni, nel fegato e nelle ossa, si ritrovano elevate concentrazioni di sostanze tossiche esogene (antibiotici, cortisonici, calmanti: tutte sostanze largamente usate negli allevamenti di animali da macello) ed endogene (per esempio, si pensi a quanta adrenalina e informazioni sottili di ogni tipo possono circolare nel sangue degli animali, dovuti allo stress dei moderni metodi di allevamento e macellazione).

L’origine della prescrizione nella religione ebraica è scritta nel sacro libro del Levitico 11,7-8:“…il porco, perché ha l’unghia bipartita da una fessura, ma non rumina, lo considererete immondo…”.

Inoltre: “Non mangerete la loro carne e non toccherete i loro cadaveri; li considererete immondi…”… come, del resto, nel Deuteronomio 14,8 è scritto: anche il porco, che ha l’unghia bipartita ma non rumina, lo considererete immondo. non mangerete la loro carne e non toccherete i loro cadaveri”…

L’origine della prescrizione nella religione islamica è fondata nei seguenti versi del Corano, Sura II, 173:in verità vi sono state vietate le bestie morte, il sangue, la carne di porco e quello su cui sia stato invocato altro nome che quello di Allah”.

Questa proibizione religiosa ed illuminata conteneva, quindi, un primitivo concetto di controllo igienico-sociale per bloccare la diffusione dei parassiti intestinali e di patologie, anche gravissime, causate da consumo di sangue animale e tossine suine. Né Mosè tantomeno Maometto, credetemi, avevano una particolare antipatia per il povero maialino ma dovevano codificare Leggi di igiene sociale che, per essere imposte alla popolazione dell’epoca, si dovevano vestire con l’autorevolezza della legge religiosa, si dovevano, in parole povere, sacralizzare. Queste leggi, come avrete visto qui sopra, si basavano su elementari principi di igiene e medicina preventiva che Essi non avrebbero potuto spiegare, in maniera diversa, ai loro sudditi, discepoli e fedeli dell’epoca. Essendo questi Profeti, dotati di un animo ispirato nonchè colmo di grandi conoscenze e di illuminazioni divine, non potevano non capire che, il modo migliore per evitare ai loro fedeli e credenti epidemie, infestazioni, malattie pericolose, mentali ed infiammatorie ecc…, era quello proibire a tutti, con severi precetti, la carne di maiale che ritenevano, anticipando Reckeweg, una fonte di impurità, di tossicità fisica, psichica e ovviamente spirituale.

Parassiti e Virus che può trasmettere il maiale all’uomo:

Quella del maiale è fra le carni più indigeste che si conoscano e potrebbe provocare, fra l’altro, la Trichinosi (patologia mortale tempi fa), come anche la Teniasi, la temibile Cisticercosi, l’infestazione da Macracanthorhyncus hirudinaceus (Acantocefalo), inoltre (come dimostrato dal solito Reckeweg) molti ricercatori internazionali hanno riscontrato una maggior facilità a contrarre l’influenza epidemica.

Come abbiamo visto nel polmone del maiale albergano i virus influenzali della famiglia dei Myxovirus ma anche altri tipi che completano, in un luogo particolarmente accogliente e simile a quello umano, il loro ciclo annuale di mutazione del capside antigenico. L’influenza, come ben saprete, è una malattia respiratoria acuta dovuta all’infezione da virus influenzali. È una malattia stagionale che, nell’emisfero occidentale, si verifica durante il periodo invernale. Il primo isolamento di virus influenzale nell’uomo risale al 1933 in Inghilterra (ma in precedenza erano stati isolati virus influenzali sia in volatili che, guarda caso, nel polmone dei suini). Da allora, ne sono stati identificati tre tipi differenti, costituenti il genere Orthomixovirus: il virus Tipo A ed il virus Tipo B, responsabili della sintomatologia influenzale classica, ed infine il Tipo C, di scarsa rilevanza clinica (generalmente asintomatico).        Le conferme sulla tossicità del maiale ci provengono da Israele, dai Paesi Arabi e da qualche centro medico dell’estremo oriente…da noi, in occidente, nessun segnale di allarme, perché?

Meglio non lasciarsi tentare, quindi, dal sangue o dalla carne suina, ve lo consiglio vivamente….

(La realtà materiale, in cui viviamo, sarebbe costituita, rifacendoci anche ai principi della fisica quantistica, da una condensazione, una cristallizzazione di particelle, in oscillazione, con memoria e veicolanti miliardi di informazioni…)

Tridimensionalità Sincronica

Sappiamo che l’Universo (la parola Uni-Verso significa anche anagrammandola: verso l’UNO) è costituito ed animato da elettroni confermando oggi ciò che la Bibbia in lingua ebraica, nel primo verso della Genesi, recitava migliaia di anni orsono:

“BERESHIT BARA AELOHIM AETH HA-SHAMAIM W’AETH HA-ARETZ”

In (il) principio (come postulato non come tempo) creò (emanò, produsse) per mezzo degli “Aaelohim”(scritto in plurale) cioè gli “Dei”(potremmo individuare qui il nome antico degli elettroni), i cieli, cioè le forme alte ( i cieli come luogo delle idee) che si materializzarono, cristallizzarono fortemente nella  dimensione visibile e fisica (e la terra).

Ricordate che la parola  ebraica AELOHIM (Dei) fu utilizzata, con lo stesso significato, dagli Egizi (cioè, coloro che furono scampati al diluvio provenienti dall’antico EDEM = luogo degli ADAMI e quindi degli Ebrei). Questo vocabolo, già al tempo di Gesù Cristo si semplificò e si contrasse da “Elohim” in “AEONI” che la scienza moderna espanse, probabilmente non a caso, in “Elettroni” (portatori di luce, informazioni, consapevolezza)…..e, siccome il caso non esiste, il Destino delle cose ci ha tracciato uno straordinario ponte simbolico ed analogico tra fede, misticismo, metafisica e fisica.

Osservate, inoltre, che non certo casualmente molte parole italiane di origine latina che hanno a che fare con l’elettricità (el-ettro, el-ettrone, el-ettronica) se traslitterate in ebraico, cominciano tutte con il nome di Dio: El, אל.

Ogni scienziato e ogni fisico illuminato penso sia concorde nell’affermare, insieme a Y.E. Charon (fisico nucleare  francese contemporaneo), che gli elettroni sarebbero “esseri” pensanti ed immortali. Nella Genesi viene affermato che Adam (l’Uomo, L’Adamo Kadmon) non è altro che un’immagine degli Aelohim cioè gli elettroni primigeni.

Sarei portato, quindi, a desumere che l’Uomo non è altro che un’immagine elettronica, fatta di energia intelligente;  è un “ologramma pensante“, costituito da onde di forma con memoria, identico quindi al suo Creatore … e Dio li creò a sua immagine e somiglianza

Ciascuna nostra cellula che andrà a costituire organi ed apparati, rappresenta quindi, secondo un ben preciso schema olografico e geometrico, le vibrazioni, le oscillazioni delle infinite particelle subatomiche nonché le in-formazioni della realtà materiale ed immateriale che ci circonda e ci comprende, riproducendo una ben precisa“forma”ma anche analogicamente un concetto, un pensiero, un simbolo, un archetipo. Il rapporto di comprensione tra il tutto ed una parte del tutto produce la conoscenza e quindi la consapevolezza delle singole informazioni.

Le malattie ed i disturbi psicofisici non sarebbero quindi altro che la “negazione” ed il rifiuto di tale consapevolezza o l’alterazione della forma armonica di base, delle leggi spirituali e geometricamente perfette che stanno alla base del creato. Andando ad analizzare i significati simbolici che le tradizioni mistiche e religiose ci insegnano, fin dalla notte dei tempi, si accede facilmente alla consapevolezza dell’esistenza di una nostra “trinità” interiore che rispecchia il simbolismo sacro. Io la descrivo come“tridimensionalità”.

Si consideri inoltre che in noi, come del resto in tutto l’Universo, è riprodotta una tridimensionalità sincronica (in un rapporto inscindibile e sostanziale) creatasi da un unico sacro Principio formativo generale, da una vibrazione o onda primordiale che riproduce il codice divino attraverso la geometria sacra (il Phi), la memoria degli elettroni primigeni e le onde di forma risultanti. Tutti questi Principi hanno dato e danno vita ad un flusso perfetto di “energia vitale ed informazioni” ed hanno generato tutto ciò che vi è di materiale, di visibile ed invisibile, cioè la Vita come la conosciamo.

Per dimostrare questo ci si può facilmente rifare alla teoria della relatività di Einstein (in cui il tempo è un concetto relativo e soggettivo) e da quel concetto matematico e cosmologico che definire illuminante è riduttivo di cui la formula:

 

E  =  m  c²

E = Energia   m = massa   c² = energia cinetica (velocità della luce)

 

La formula esprime un concetto “filosofico” completamente nuovo e ricco  di conseguenze inaspettate (rispetto alla meccanica classica). Esso afferma la totale equivalenza di massa ed energia (a meno della costante moltiplicativa ); afferma cioè che massa ed energia sono due aspetti solo apparentemente diversi di una medesima realtà. La massa può di conseguenza trasformarsi in energia e viceversa e la quantità di energia che si produce trasformando
la massa è enorme.

Si è visto che l’equazione di Einstein è in grado di descrivere l’evoluzione sia del campo gravitazionale che del moto delle masse al suo interno.

L’equazione di Einstein è in grado di descrivere, quindi, anche la struttura dell’universo nel suo insieme (in larga scala, ovvero quando i  fenomeni quantistici che agiscono a livello atomico e subatomico sono ininfluenti).
Questo fatto assolutamente nuovo fu subito messo in luce da Einstein stesso nel lontano 1917.

Da quel momento la cosmologia diventò una branca della fisica dinamica e vitale come non mai in passato. Si iniziò a ipotizzare modelli di universo basati sui presupposti più  svariati ma che sempre dovessero soddisfare l’equazione di Einstein.

Se questa formula è uno strumento indispensabile per lo studio della cosmologia facendo anche noi parte dell’Universo siamo sottoposti alle medesime leggi quindi è una formula che ci potrebbe dare delle indicazioni su come siamo organizzati materialmente ed energeticamente nel contesto cosmico. Secondo questa geniale intuizione, come abbiamo visto, la massa m e l’energia E sono fra loro, in un certo modo, equivalenti. Basta distruggere una piccola quantità di massa per generare una grande quantità di energia e viceversa, pur di disporre di una sufficiente quantità d’energia, la massa può essere creata. La velocità è una componente di particolare importanza che descriverebbe il flusso continuo e veloce della luce (fotoni). Ne derivano una lunga serie di concetti e formule su cui meditare soprattutto leggendo oltre le righe e praticando (non me ne voglia il buon Einstein) una piccola modifica analogica cioè introducendo dati, se vogliamo intuitivi e simbolici, in questa nobile formula.

Come si noterà la formula consta di tre elementi che richiamano simbolicamente anche il numero tre, e cioè una sorta di “trinità”.

Tutto il Creato, intorno a noi e dentro di noi, è allora costituito in un certo senso da una manifestazione che è Una e Trina insieme; quella stessa Trinità che le Religioni ci hanno comunicato, da sempre, come elementi Sacri, mitologici e rappresentativi di una Realtà che comprenderemo meglio con il concetto di “Tridimensionalità Sincronica dell’Esistenza”. La Trinità è un aspetto che si trova in innumerevoli culture, molto ma molto prima dell’era Cristiana. Questo concetto non ebbe origine dalla venuta di Gesù, infatti fu adottato dal Cristianesimo solo con il Concilio di Nicea nel 325 d.c.  In effetti, come molti aspetti del Cristianesimo, la trinità originariamente era presente nella religione Egizia ma anche prima. Churchwards scrive: “Misteri come la Trinità, l’Incarnazione, la Nascita dalla Vergine, la Trasfigurazione sul Monte, la Passione, la Morte, la Sepoltura, la Resurrezione e l’Ascensione, la Transustanziazione e la rigenerazione Battesimale erano tutti esistenti nei misteri di Amenta con Horus o Iu-em-Hotep, come il Gesù Egizio…”. Jacolliot nota che una forma di Trinità la troviamo anche in India: “La Trinità nell’Unità, rigettata da Mosè, divenne poi il fondamento della teologia Cristiana, che la acquisì incontestabilmente dall’India…” Durante i millenni, la trinità prese la forma tutta-femminile o tutta-maschile, ma anche mista; pensate che, in molte tradizioni, le prime trinità furono tutte-femminili….il matriarcato allora era al Potere…

Riferisce, infatti, Walker: “Dai primissimi tempi, il concetto di Grande Dea era una trinità che fu il modello per tutte le successive trinità, femminili, maschili o miste”. Dobbiamo ricordare che i Bramini svilupparono una particolare trinità maschile di Brama, Vishnu, e Shiva per rappresentarne anche le parti di Creatore, Preservatore e Distruttore, le scritture tantriche insistevano che la Triplice Dea aveva creato questi; anche in Medio Oriente vigevano i concetti di Trinità, che all’origine erano manifestazioni femminili, ma, col passare del tempo, uno o due membri della triade si trasformarono in entità maschili. Lo schema era Padre-Madre-Figlio, e il Figlio era sempre immaginato come un Salvatore. Tra i Cristiani-Arabi c’era una trinità di Dio, Maria, e Gesù adorata come sostituzione interscambiabile della trinità Egizia: Osiride, Iside, e Horus….e così via. Nel mito solare, la trinità rappresenta anche il sole nei suoi tre stadi: neonato (alba), maturo (completamente cresciuto, alle 12 di mezzogiorno), e vecchio e morente, alla fine del giorno (quando ritornava al Padre).
Si ritrova la trinità anche in Perù ed il missionario Padre Acosta scrisse: “…le tre immagini del sole chiamato Aponti, Churunti e Intiquaoqui, significano Padre e Signore Sole, il Figlio Sole, e il Fratello Sole.”…..

Riferendomi, ora, alle secolari tradizioni popolari, che parlano con il linguaggio ermetico del simbolismo e dell’analogia (antico codice scritto nel DNA dell’Uomo) e riferendomi alla teoria della relatività, di cui sopra, vorrei procedere ad una modifica della formula di Einstein, utilizzando un espediente forse poco scientifico (visto che siamo nell’epoca in cui tutto deve essere pesato e misurato); introduco, in luogo di E (energia), il simbolismo greco (pneuma), il cui significato potrebbe collegarsi al principio spirituale del “soffio vitale” (simile al “prana” indiano) ovvero espressione dello spirito ed energia vitale.

In luogo di m (massa), inserisco il simbolismo (sigma), vale a dire soma, massa corporea, corpo materiale e sostituendo, infine, a c2 (energia cinetica al quadrato), il simbolo, legato in un certo senso alla velocità (cinesi) propria del pensiero e delle onde mentali (psì) psiche, mente, cervello utilizzanti energia psicocinetica (vedi telepatia ecc…) otterrò una formula che raffigura proprio una sorta di “trinità” (la stessa che gli Alchimisti sostengono da sempre rappresentata da Sulfur, Mercur e Sal):

 

            π    =  σ. ψ        per cui       ψ   =  π / σ

 

Questa è una raffigurazione importantissima e da questa formula “aurorale” tutti potremmo essere in grado di fare considerazioni, deduzioni, trovare rapporti tra la realtà materiale e l’immateriale, tra il visibile e l’invisibile.

 

Energia        Informazione       Materia

   

                            E         =         m         c2

                            π         =         σ          φ

 

                             E     =     m         c2

                            π         =         σ          φ

                      

Potrete ora sperimentare, anche grazie alla vostra esperienza, la correttezza della mia libera “traduzione” della teoria della relatività e costruirvi modelli da applicare alla vita pratica di tutti i giorni. Ma..attenti ai sogni..ed alle intuizioni che provengono dal “se” interiore.

Buona vita

Viacava Claudio 1993


Il Sangue, come scrisse Rudolph Steiner, riferendosi anche ai principi del grande Gothe, è realmente un “succo molto peculiare”. Queste ricerche ed osservazioni hanno da tempo stimolato alcune mie riflessioni etiche, filosofiche e scientifiche, contro gli inquietanti “esperimenti” che stanno diventando sempre più di moda e sono, secondo molti, soprattutto un grande business: il mercato degli organi e del sangue.

L’ingegneria genetica, con materiale umano, i trapianti d’organo, le cellule staminali eterogene e la donazione indiscriminata di sangue sono all’ordine del giorno. Pensate agli spot televisivi ed i martellamenti mediatici presenti nelle varie riviste da parte di cosiddetti “scienziati” ed esperti, opportunamente sostenuti da una pseudoscienza, cieca ed ottusa, e sorretti dalla visione materialista (e furba) della scienza medica ortodossa ma, soprattutto, da un’assenza di una voce contraria ed autorevole dei timidi scienziati etici, di religiosi o di comuni medici o biologi, a parte qualche eccezione; voce, del resto, subito messa a tacere. Questi ultimi vi ricordano, nelle loro accorate riflessioni che l’uomo non è solamente un ammasso di carne, più o meno sanguinolenta ed inerte; non è solo un insieme più o meno casuale di cellule e di minerali, molecole ed acqua, ma contiene un elemento sovrannaturale ed è vivificato da qualcosa di molto peculiare. Dovrebbero meditare, sui loro ignoranti ed illeciti atti contro lo Spirito dell’Uomo, coloro che eseguono o sostengono i trapianti d’organo ed aver paura delle conseguenze etiche e morali quelli che praticano, senza precauzioni o sensibilità, trasfusioni di sangue eterologo.

Nelle aule delle Accademie Universitarie di Medicina e Biologia, anche in quelle cattoliche od integraliste delle principali religioni, mai si è mai levato un grido di allarme, uno stop a queste aberrazioni che vanno ad alterare i codici spirituali dell’uomo e la propria evoluzione sia su questa terra (nella nostra dimensione terrena) che nelle dimensioni sottili.

Vi racconterò ora qualcosa di speciale e straordinario sul valore energetico e simbolico del sangue e, da questa lettura, si potrà estrapolare il significato di Organo, nel quale ovviamente scorre il sangue ed il vero significato della funzione bioenergetica della cellula umana. Mi rendo conto che è una lettura difficile ed ermetica, di certo gli iniziati comprenderanno subito e chi non comprenderà oggi, comprenderà domani. Il tempo lavora nei cuori e nella mente dell’uomo, affidatevi quindi alla vostra sensibilità ed alla Verità.

Dovete sapere che il sangue è una “essenza” dotata di straordinari poteri che ha, da sempre, costituito, nel panorama culturale e scientifico, motivo di disquisizioni parascientifiche, filosofiche e metafisiche ma anche di approfondite ricerche e studi scientifici di laboratorio. Queste visioni convergono e coincidono solo quando stabiliscono che il sangue è un elemento in accordo con il principio olografico, per cui ogni parte dell’essere vivente contiene le informazioni del tutto e costituisce la vera e sintetica espressione dell’esistenza.

Da un punto di vista bioenergetico e quantistico ciò significa che anche una piccola goccia di sangue riflette la struttura bioenergetica dell’intero organismo.

Il sangue non solo rappresenta simbolicamente l’energia vitale e quindi la “forza” dell’uomo ma, soprattutto, è un campione energetico del suo spettro frequenziale dinamico.

La goccia di sangue raffigura, secondo i principi della fisica quantistica, un ologramma in evoluzione dinamica, un’interfaccia bioelettronica con le componenti eteriche del soggetto; quasi come un’istantanea fotografica di un attimo che riflette la sua struttura tridimensionale.

Il sangue rimane sempre in equilibrio dinamico, oscillando per risonanza con l’individuo da cui è prelevato; non riflette cioè solo lo stato energetico al momento del prelievo, ma continua a riprodurre questa caratteristica condizione nel tempo, a causa delle sua costante risonanza con il soggetto da cui proviene.

Questo significa che non sono necessarie più gocce di sangue, in momenti diversi, per esprimere i cambiamenti dello stato psicofisico e psicobioenergetico dell’individuo, contrariamente alle analisi ematochimiche che necessitano di campioni successivi per seguire l’evoluzione fisica e le relative modificazioni biochimiche.

La goccia di sangue, prelevata e conservata adeguatamente, rimane in perfetto equilibrio bioenergetico e quindi dinamico con il soggetto donatore originale, indipendentemente dalla distanza tra di loro.

La situazione energetica infatti cambia di momento in momento, seguendo il corso della vita del soggetto stesso; ma tale situazione si può facilmente cogliere ed analizzare, attraverso la goccia di sangue chiamata anche “testimone”, con opportune tecniche radioestesiche e radioniche.

E’ stato dimostrato che il legame vibrazionale tra un individuo ed il suo sangue scompare, se egli muore oppure si altera decisamente, se egli riceve trasfusioni di sangue, dopo il prelievo originario.

Cosa succede quindi? E perché accade questo strano evento?

I medici ematologi dovrebbero riflettere sulla consuetudine di praticare, sempre più di frequente, trasfusioni di sangue, anche quando la vita del soggetto non è in reale pericolo. Vista la straordinaria specificità acquisita dal sangue, grazie anche all’acqua in esso contenuta, di poter immagazzinare olograficamente tutte le informazioni biochimiche, biofisiche, psicobiologiche, cioè quelle della vita stessa del soggetto, la scienza medica potrebbe immaginare che le ripetute trasfusioni cioè le immissioni di sangue eterogeno, con tutta la serie di bioinformazioni e di frequenze con i codici vitali (dissimili ovviamente da quelle del soggetto ricevente) non possono non interferire col rapporto di risonanza del sangue prelevato in precedenza. Si dovrebbe ricercare e sperimentare, in più soggetti, di quale tipo potrebbe essere questo fenomeno biofisico e come poter “liberarsi”, cioè svincolarsi da questa energia di risonanza, acquisita dai soggetti che hanno ricevuto sangue di donatori “dubbi” o inquinati.

La riflessione “sottile” che sta alla base di tutto questo è che si verrebbe a creare una sorta di “patto di sangue”, una fratellanza spirituale ed energetica non facilmente controllabile e gestibile con i mezzi a nostra disposizione.

Sotto le apparenze di una “normale” trasfusione di molecole sanguigne o plasmatiche, tra donatore e ricevente, si nasconderebbe un’enorme problematica scientifica, filosofica ed anche spirituale, che potrebbe minacciare pesantemente la salvaguardia della “salute spirituale” (e non solo) della popolazione.

La scienza medica ortodossa ritiene ininfluenti, per la salute psicofisica e spirituale, le trasfusioni nel caso siano eseguite in modo adeguato e con sangue biochimicamente compatibile.

Tutto è imperniato su un’osservazione puramente intuitiva: un individuo, visto con gli occhi di un fisico, è considerato come un biocondensatore elettromagnetico, ed oscilla sulla sua “frequenza” e cioè “identità” ad esempio di valore “X “ed è correttamente collegato ed in armonia con i suoi corpi fisici e sottili.

Dopo l’immissione di sangue che è corretto definire “eterogeno”, risuonante con la frequenza del suo proprietario, si verrebbe a creare una sorta di alterazione del “segnale elettromagnetico o codice individuale” con frequenza ad esempio “X+Y”, diversa e verosimilmente dissimile dalla precedente per cui, rimanendo sempre nel campo delle energie sottili, mi chiedo cosa potrebbe accadere ai vari corpi energetici (che sono in risonanza tra di loro ed il corpo fisico) e, specialmente, cosa potrebbe accadere in quello causale (karmico).

Non vi potrà essere forse un pericoloso ed innaturale “spostamento” su un’altra fascia o realtà oscillatoria, con informazioni diverse o, forse peggio, patologiche e disarmoniche, voglio dire sulle vibrazioni specifiche del donatore di sangue? Ovviamente con tutte le conseguenze immaginabili, non ultime le leggi karmiche, vale a dire una comunione involontaria di energie sottili che seguono non le leggi della materia ma le leggi dell’anima e del destino della stessa.

Le medesime leggi, in fin dei conti, che seguono quelle della reincarnazione per portare avanti il compito e destino necessario alla nostra evoluzione verso la consapevolezza e la Coscienza.

Le riflessioni, qui sopra riportate, dovrebbero sopratutto essere riferite alla semplice osservazione di cosa potrebbe accadere all’equilibrio bioenergetico e spirituale dei donatori di sangue, con stato oscillatorio alto, cioè con una buona vitalità energetica, verso soggetti con frequenze ed oscillazioni più basse e disarmoniche ma soprattutto con energie sottili e destini karmici di dolore e sofferenza.

Considerate che un individuo, con frequenze vitali ottimali (legate allo stato di relativo equilibrio e salute, stimabili, secondo il fisico francese A.Bovis, in 6500 Unità Bovis = U.B.) potrebbe scendere a livelli più bassi, grazie ad un eventuale stato di malattia del donatore e della sua qualità di vita; questo in considerazione del fatto che “malattia” significa anche uno stato oscillatorio con radianze inferiori a 6500 U.B..

Un grado o Unità Bovis è l’unità di misura della lunghezza d’onda, altrimenti detta unità Angstrom (Å), ed equivale a corrispondente a 0,1 nanometri o 1×10−10 metri.

Il fisico francese Alfred Bovis ha ideato un regolo, poi perfezionato dall’ingegnere, sempre francese, Andrè Simoneton, al fine di misurare il potenziale vibratorio (in un certo senso l’energia vitale o l’emissione di fotoni o di biofotoni della nuvola elettronica che si crea con l’interazione tra atomi, molecole, vibrazioni in una forma coerente) di minerali, vegetali, alimenti, persone, rimedi e medicine, abitazioni, oggetti e così via.

Tutti i luoghi della terra, le persone, le cose che tocchiamo o quello che beviamo e mangiamo si possono classificare secondo un loro caratteristico valore vibrazionale.

Se questo è al di sotto delle 6.500 unità Bovis si dice che “sottrae” cioè toglie energia, se è al di sopra la porta cioè la aggiunge. Vi sono zone universalmente conosciute che vanno ben oltre alla media normale di 6.500/7.500 UB delle nostre case, come la cattedrale di Chartres ricordate?, ed in certi luoghi cosiddetti “alti” del Tibet, dell’India, dell’Egitto (vedi certe tombe e le piramidi) e molte altre zone di culto (Lourdes, Medjugorje, Montichiari, Boden ecc..).

Valori al di sopra dei 9.500 Bovis si rilevano, soprattutto, in luoghi considerati da sempre sacri.

Nelle chiese cristiane all’incrocio dei transetti, nelle moschee di fronte al Minbar, nei templi tibetani nel Garbharih, e così via, ho misurato il livello di energia che è tra 18.000 e 20.000 U.B..

La “rotella tibetana” di preghiera che contiene un mantra scritto su pergamena o su tessuto, una volta girata vibra, secondo i luoghi, da 12.000 a 16.000 Bovis, così come il Tangka dipinto nei monasteri di alta energia può arrivare a 18.000 bovis.

Qui sotto trovate il Biometro di Bovis che tengo sempre nella mia borsa e che ciascuno di voi potrà facilmente costruire.

Su questa logica si basano anche i principi classici della scienza Radionica che sta avendo, in questi ultimi tempi, un rinnovato interesse.

 

Come il donatore od il ricevente può gestire e sopportare questi eventi?

Le implicazioni sociali, religiose, che giustamente coinvolgono un autentico sentimento di generosità, di sacrificio e di donazione cristiana di sé stessi nonché la missione di coloro cui è destinata la strada del servizio degli altri, dei sofferenti e dei deboli non devono assolutamente essere dimenticate o sottovalutate ma un percorso serio ed obiettivo sarà invece quello di considerare serenamente ed obiettivamente i risultati delle ricerche e delle scoperte fatte fino ad ora dalla scienza biofisica e dalla psicobiologia, in rispetto alla salute dell’uomo ed in relazione al suo viaggio spirituale sulla terra. Solo così questi sacri valori ed i veri sentimenti d’amore verso la Natura e gli Esseri viventi verranno rispettati e maggiormente considerati.

Questi sono ragionamenti a larghissimo raggio che devono essere affrontati con serietà e scevri da falsi ideali politici, sociali o religiosi che, come tutti sanno, sono spesso improntati ad una, più o meno manifesta ed interessata, eticità nei confronti del prossimo.

 

La Radioestesia, la Radionica e la Biocibernetica nell’indagine scientifica:

Per analizzare la peculiarità del sangue e la sua funzione, nel corso della vita dell’essere vivente, si deve prendere in considerazione il significato dei legami di risonanza mentale, che sono punti focali di sintonizzazione a due vie, in quanto permettono all’informazione di fluire dal soggetto indagato, che chiamerò paziente, all’operatore; vanno inoltre a costituire un vero e proprio legame energetico sottile con il paziente, per le eventuali terapie a distanza. Le terapie o diagnosi a distanza con l’uso di un “testimone” (in questo caso sangue in un ampolla sigillata) sono prassi comune nella radionica. Altre applicazioni, con l’uso di sangue come testimone, sono, fra le altre, la somministrazione di rimedi fitoterapici, spagirici, omeopatici, di gemme, cristalli o colori, di frequenze generate da apparecchiature radioniche. Grazie alle strumentazioni bioelettroniche ed alla radionica più sofisticata (che potrebbe essere utilizzata anche oggi che non abbiamo più energia elettrica), che utilizzano sistemi capaci di analizzare, invertire, trasmutare o registrare segnali biologici, potrebbe essere possibile intervenire con biofrequenze che utilizzano codici di risonanza del sangue del paziente. Come dire che un segnale od un’informazione può essere trasferita o con la radionica o con strumentazioni bioelettroniche e con l’uso o meno di un testimone particolare.

Il testimone elettivo è il sangue, grazie alla sua componente acquosa che conserva e veicola le informazioni e, grazie a tutti i suoi componenti, alle particolari molecole ed alla sua struttura genetica che qualificano il potere di biorisonanza.

Tempo fa utilizzai varie strumentazioni biocibernetiche ed sperimentai su alcuni volontari che, provocando un mutamento del segnale di frequenza, cioè o con un’inversione polare della frequenza sottile del soggetto donatore con un emettitore radionico particolare, fui in grado di produrre artificialmente un segnale di testimone alterato. Questo segnale lo registrai su una scheda magnetica e lo applicai sulla zona del timo del volontario. Manifestandosi quindi un diverso segnale identificativo, questo segnale non veniva più recepito dai trasfusi in quanto avevo creato un momentaneo blocco della frequenza di risonanza: non esisteva più una regolare sintonizzazione tra donatore e ricevente ed il legame di risonanza bioenergetico e sottile era automaticamente interrotto.

Avevo realizzato, artificialmente, una “desintonizzazione sottile”. Purtroppo scoprii, in seguito, che l’intervento non era stabile nel tempo, mi ci volle tempo e prove su prove finchè scoprii che dovevo applicare la scheda magnetica sul soggetto 3 ore al giorno per almeno 21 giorni di seguito, meglio durante la notte, ero in grado di far sì che, perdendosi il segnale di collegamento e la relativa biorisonanza, il soggetto era in grado di tornare vibrazionalmente e “animisticamente” sulla propria identità. Con questa metodica, anche varie settimane dopo queste sperimentazioni, non notai mai più una “risintonizzazione” spontanea.

L’onda guida, cioè la voce sottile, del “testimone sangue” non trova riscontro in alcun altro risonatore in natura. Le cellule del sangue, infatti, a partire dai globuli rossi, piastrine comprese, hanno proprietà simili ai quarzi ed oscillano; ed oscillando comunicano, trasmettono e ricevono codici cioè biofrequenze. Il segreto sta tutto qui; non scientifico e fuorviante sarebbe non riconoscere o rifiutare tale principio, asseverato fra l’altro dalla moderna Fisica Quantistica.

Dovreste considerare anche le ricerche, eseguite non molto tempo fa, da V.Voeikof, cattedratico di Biochimica presso l’Università di Mosca, che mettono in luce la peculiarità dei sistemi biochimici confermando i paradigmi della fisica quantistica e l’influenza delle energie ultradeboli sul sistema biologico e sulle membrane cellulari. Il suo collega Zhadin aveva già dimostrato l’influenza delle correnti ultradeboli in un esperimento eseguito utilizzando l’acido glutammico (presente nelle sinapsi del sistema neurotrasmettitore) aprendo la strada alla dimostrazione scientifica dell’influenza di onde sottili sulla materia che, quindi, ne verrebbe informata e diretta. Del resto, come sosteneva anche lo scienziato sovietico Alexander Gurwitsch, queste logiche ci fanno vedere la vita come un “procedimento strutturante e le sue leggi principali come processi estremamente variabili”.

Consideriamo l’esempio della luce: il fotone ha dinamica costante e se è fermato, in un certo senso, “muore”. La luce è la base delle strutture viventi, la scienza ha costruito degli strumenti per studiare le vibrazioni dei corpi biologici e dimostrò che qualunque organismo vivente, è generatore di vibrazioni luminose. Si prenda, ora, in esame il sangue umano che esprime una quantità significativa di “luce”, anche se nessuno è in grado di percepirla ad occhio nudo ma solo attraverso strumentazioni che ora, purtroppo, non potremo più utilizzare per un bel po’.

Esaminando la sua particolare “luminosità”, si può evidenziarne dati diagnostici della persona e di conseguenza riconosciamo la provenienza di questo sangue, con l’esame del DNA e la presenza di forme in esso contenuto che danno diagnosi straordinarie specialmente attraverso l’esame con il microscopio in campo oscuro oppure con il test di Heitan; nel sangue avvengono continue reazioni chimiche e quasi tutte le molecole, nel tessuto vivo, sono in condizione bioenergetiche che si possono definire dinamiche. Questa continua agitazione si stabilisce con la respirazione cellulare, cioè con la produzione di una particolare energia ed è una delle ragioni per cui scaturisce l’illuminazione; Voeikof affermava che, quando il sangue esprime questi flussi, significa che manifesta la sua “energia”. Se prendiamo due campioni di sangue e li mettiamo vicini, separati da un vetro, uno infettato da virus patogeni e l’altro sano, succede che il flusso biofotonico che si libera dal sangue sano, veicolato magari con una fonte luminosa ulteriore, aiuta quello accanto, ammalato, che riceve energia e si libera dei virus. Viceversa, sono sicuro che, facendo passare la luce, fornita sempre da una fonte luminosa, a partire dal campione contenente i patogeni verso quello sano, avremo la comparsa di virus anche nella provetta contenente sangue privo di patogeni, secondo la logica dei vasi comunicanti.

Un esperimento simile è stato fatto anche da Vlail Kaznacheyev all’Università di Novosibirsk, nel 1970, utilizzando cellule infette da Epstein Barre Virus (EBV) cioè il virus della mononucleosi infettiva (febbre ghiandolare) facendo passare, per un certo tempo, una luce U.V. ultradebole a partire dalle provette, costituite da cellette in quarzo, contenenti cellule infettate da EBV verso cellette, adeguatamente separate ed isolate dalle prime, contenenti cellule sane. Il risultato sconvolgente è stato che, in poco tempo, anche se non vi è stato assolutamente contatto tra i fluidi, anche le cellule sane si erano infettate.

Tali risultati sono stati confermati da vari ricercatori della facoltà di Biologia di Mosca e dalle ricerche sulla luminescenza ultradebole nei sistemi biologici come V. Naletov nel 1993, confermando le teorie dell’emissione di biofotoni con informazioni di Gurwitsch.

Tali logiche sono state da me ritenute valide, anche alla luce della mia teoria dell funzionamento dei VIRUS come una vera e propria “chiave elettromagnetica” . Queste logiche non ubbidiscono, ovviamente, alle leggi chimiche codificate e creano sconcerto nella scienza ortodossa che evita sempre di soffermarsi su queste ricerche che tendono a sviluppare ulteriori sistemi e darci una visione più completa e realistica della biologia animale. Le nostre conoscenze fisiche e biologiche non riescono a spiegare queste reazioni perché ci basiamo ancora su scoperte vecchie di cent’anni. Si potrebbe fare un esempio: se modifichiamo la temperatura ad un processo biochimico che induciamo nel sangue, dovrebbe variarne la reazione, ma non è così. Voeikof provocò nel sangue una reazione immunologica, cambiando continuamente la temperatura, entro i limiti fisiologici di 35°-38° C; solo quando il processo di variazione della temperatura arriva ad uno stato stazionario, il sangue reagisce, ma con ritardo.

La linea a spirale ottenuta in un caratteristico grafico è la “memoria” biologica, perché il sangue ricorda il suo stato precedente e tende a conservarlo. L’uomo è sempre un po’ malato, ma la natura, essendo più intelligente, tende a difendersi e sarebbe meglio imparare da questa, invece di inventare teorie diverse o tecniche che non tengono conto del contenuto bioinformativo delle cellule e specialmente quelle del sangue.

Parlo di certi interventi medici come le trasfusioni od i trapianti o, peggio ancora, l’ingegneria genetica con cellule staminali eterogene. Questa non è la strada giusta; la scienza biomedica dovrebbe percorrere una strada ben diversa, cioè considerare la possibilità di rigenerare autogenicamente l’organo malato o una parte di esso (sangue compreso).

Il sangue, quindi, non solo è l’elemento più importante per la nostra sopravvivenza fisica, ma, come diceva anche Voeikof è anche sede di qualcosa di misterioso e magico e del flusso vitale che ci rende parte del tutto, pervaso dalla stessa forza creativa.

Praticando trapianti o trasfusioni, la scienza accademica non tiene conto di dover, anche, fare i conti una parte fondamentale della nostra dimensione energetica e spirituale che ad occhio nudo è invisibile; oltre al fatto che gli organi, quando vengono espiantati, sono ancora vivi, e che, come dimostrato dalle ricerche di K. Korotkov, professore di Biofisica all’Università di San Pietroburgo: “l’aura o la parte sottile ed energetica che investe i nostri elementi vitali, se ne allontana solo dopo qualche tempo…”

Si potrebbe dedurne che, se si priva un corpo ancora vivente di un organo, lo si uccide e lo si espropria di una parte del suo corpo energetico che gli è necessaria come strumento di conoscenze, acquisita attraverso l’esperienza compiuta dall’organo durante la vita.

Nello stesso modo, impiantando nel corpo di un’altra persona, un organo che porta la vibrazione e l’esperienza di un altro essere umano, s’interferisce nel cammino karmico, energetico ed informativo della persona mutandone parimenti il destino evolutivo.

Vi renderete conto della follia e della mancanza di etica di una certa scienza coi paraocchi e paraorecchie? Dal momento che tutto vibra ed oscilla e che siamo immersi in un continuo dialogare tra cellula e cellula, tra uomo e uomo, tra pianeta e pianeta, tra Cosmo e terra, tra terra ed acqua e gli altri elementi possiamo, senza difficoltà, credere che esista una Volontà Suprema che desidera che questa comunicazione avvenga e che abbia riposto nel mondo invisibile i misteri di questa comunicazione, di questa in-formazione dell’universo.

“Il Menstruum attraverso cui la volontà può agire per compiere il bene ed il male è la Mumia vivente”: così esordisce, in una delle sue opere, il grande Paracelso che definiva “Mumia” come il veicolo che contiene l’essenza della vita (“invisibile veicolo di vita”) che circola anche e soprattutto nel sangue dell’uomo e degli animali. Egli specifica inoltre che “la Mumia di un essere vivente partecipa alle caratteristiche del vivente da cui è stata tolta”. Concetti di fine alchimia, che devono farvi riflettere. Vi consiglio di cercare qualche biblioteca che abbia copie dei libri di Paracelso e di leggervi tutte le sue opere, contengono concetti e riflessioni molto utili per la vostra formazione e cultura.

Per sottolineare, inoltre, il concetto filosofico e metafisico che si ricollega sempre alla teoria della memoria dell’acqua, contenuta nel sangue, si può fare sempre riferimento al Faust di Goethe ed alle teorie di Rudolph Steiner nonché agli studi del premio Nobel francese J.Benveniste.

Faust come artefice delle massime aspirazioni umane stringe un patto con le potenze del male, rappresentate da Mefistofele, diavolo inviato dall’Inferno. Faust deve sottoscrivere col sangue il patto scritto con Mefistofele. In un primo tempo Faust crede che si tratti di una buffonata, ma a questo punto Mefistofele dice la frase “simbolo” e frutto dell’illuminato pensiero iniziatico di Goethe: “il sangue è un succo molto peculiare”.

Il sangue, in sostanza, sarebbe ciò che eleva e conserva la vita umana, e quindi il Diavolo, nemico acerrimo del genere umano, potrebbe essere anche nemico del suo sangue. Farei anche notare che già nelle più antiche elaborazioni della Saga Faustiana, come pure nelle saghe in genere, il sangue svolge la stessa funzione. In un antico libro sul Faust viene descritto con chiarezza che egli si procura un taglio sulla mano sinistra con un temperino e poi raccoglie con la penna il sangue che scorre e scrive il suo nome sotto il patto ed infine con il sangue coagulato sulla mano sinistra forma le parole:

“O Uomo, fuggi!”

Goethe, e con Lui tutta la saga e tutti i precedenti poemi sul Faust, hanno inteso che il Diavolo attribuiva qualcosa di speciale al sangue e che per lui avere in mano Faust significa appropriarsi del suo sangue. Si racconta che per Mefistofele era importante appropriarsi di almeno una goccia del sangue di Faust per averlo in mano.

Ne ho ricavato la sensazione che chi si impadronisce del sangue dell’uomo può anche avere il dominio sull’uomo stesso e quindi il sangue sia un succo veramente peculiare. Potete ben immaginare quanto io sia preoccupato da quest’abitudine di praticare trasfusioni senza precauzioni, tranne quelle di routine per la verifica della compatibilità del gruppo sanguigno o per evitare grossolane trasmissioni di batteri, virus macroscopici o patologie legate a particelle contaminanti “attualmente” conosciute o riconosciute. Ma il resto? Come forse sapete, oltre all’epatite A-B-C si è isolata anche la D e la E, per cui le vecchie trasfusioni non prevedevano nemmeno esami che escludessero l’epatite C, D, E. I trasfusi di un tempo sono stati fortemente a rischio ma per il medico tutto era sicuro e tranquillo.. Ho conosciuto soggetti che si sono trovati positivi all’Epatite C, anni dopo la trasfusione. Ed ora anche la D e la E..

Un’importante ricerca americana parla di un noto parassita: il o la Babesia (Piroplasma Babesia) che verrebbe trasmesso dalle trasfusioni di sangue. La Babesia Microti è un protozoo che dà sintomi con manifestazioni simili alla malaria, che si credeva essere trasmesso solo dalle zecche. Ora viene evidenziato, invece, che viene trasmesso anche con le trasfusioni di sangue. Poiché è stato notato un incremento di babesiosi umana, negli Stati Uniti è stato condotto uno studio su un totale di 3490 donazioni di sangue, testate per la ricerca di anticorpi contro la Babesia microti. La conclusione di questo test è che molti rischiano di essere infettati dalla Babesia microti attraverso le trasfusioni di sangue.

Tratto da “Published 7 November 2005 in Transfusion, 45(11): 1804-10” vi riporto integralmente, in inglese, il testo del report:

“Reports of transfusion-transmitted Babesia Microti have risen steadily during the past several years, reflecting a concurrent increase in US cases of human babesiosis. Although several studies have measured B. microti antibodies in blood donors, little is known about associated parasitemia and the inherent risk of transmitting the parasite by transfusion. Study design and methods: Donations from blood donors located in Babesia-endemic and nonendemic areas of Connecticut were tested for B. microti antibodies from July through September. Subsequently, an additional blood sample was collected from selected seropositive donors and tested by nested polymerase chain reaction (PCR) for B. microti nucleic acids. Results: A total of 3490 donations, 1745 each from endemic and nonendemic areas, were tested for B. microti antibodies; 30 (0.9%) were confirmed as positive and seroprevalence rates peaked in July. Significantly more seropositive donations were from endemic areas (24, 1.4%) than nonendemic areas (6, 0.3%). Ten (53%) of 19 seropositive donors subsequently tested by PCR were positive..”
Conclusion: B. microti seroprevalence was highest in those areas of Connecticut where the parasite is endemic.
More than half of seropositive donors tested had demonstrable parasitemia, indicating that many are at risk for transmitting B. microti by blood transfusion. Three donors were identified as parasitemic in October, suggesting that donors may be at risk for transmitting the parasite outside of the peak period of community-acquired infection.

A parte lo sconvolgimento metabolico ed immunitario che creano le trasfusioni nei soggetti magari indeboliti da malattie od incidenti, definirei, a questo punto, le trasfusioni del sangue molto più pericolose di un rapporto sessuale a rischio massimo e non protetto. Non vi pare?

Uno sguardo che ci proviene da un passato, romantico, sognatore ed intellettuale ma colto e profondo non può che aprirci ulteriormente gli occhi e la coscienza su questo tema che ci riguarda così da vicino e ci racconta che “chi può guardare nell’anima di un popolo sa benissimo che nel popolo, nelle tribù e nelle grandi famiglie non vi sono solo poesie sdolcinate o cose del genere, ma qualcosa di molto più profondo che si manifesta nei suoi miti nelle sue saghe nelle sue fiabe, con le loro potenze meravigliose e i loro meravigliosi eventi. Nel sangue viene come riassunto ciò che si è venuto formando dal passato materiale e spirituale dell’uomo e quindi se una potenza malvagia vuole influire su di un uomo, essa deve avere, soprattutto, il dominio del suo sangue” (R.Steiner). E’ questo il profondo e spirituale significato del passo del Faust in cui il rappresentante del principio del male dice:

“sottoscrivi il patto con il sangue perché se ho il tuo nome scritto con il sangue ti ho afferrato in ciò attraverso cui l’uomo può venire afferrato. Ti ho attirato a me. Quello cui appartiene il sangue possiede anche l’uomo o l’Io dell’uomo”.

Esistono antiche conoscenze occulte che confermano, secoli prima, ciò che la scienza ha scoperto e sperimentato da poco e cioè che, mischiando il sangue di un animale con quello di un altro, anche di razze simili ma non imparentato col primo, il sangue dell’uno uccide quello del secondo.

“La mescolanza del sangue uccide l’antica chiaroveggenza dell’uomo primitivo; quando il suo sangue viene mischiato con quello di popoli non affini al suo…” ed ancora “L’organismo fisico umano viene conservato anche incrociando sangue estraneo, ma la forza chiaroveggente muore sotto l’influsso di mescolanze del sangue o di matrimoni fra lontani…” (R. Steiner).

Non a torto un valente conoscitore dell’anima come Steiner spiegava che il sangue, con il suo movimento, è come un secondo uomo che si comporta come una specie di mondo esterno e sottile, rispetto all’altro uomo costituito di ossa, muscoli e masse nervose, ammettendo e riconoscendo, implicitamente, il principio olografico. Nel sangue vi è dunque un vero e proprio doppio spirituale e sottile dell’uomo che lo accompagna di continuo, dal quale l’uomo attinge di continuo nuove forze ed al quale abbandona ciò che più non usa. Con pieno diritto il sangue è stato denominato da Steiner “vita umana fluente” e deve esserne, da parte degli operatori sanitari, rispettata l’integrità, la forza e l’originaria vibrazione; una particolare attenzione dovrà essere posta specialmente da parte di coloro che dovranno salvaguardare la salute pubblica.

Simile discorso può essere fatto, ovviamente, per la donazione di organi e l’utilizzo di cellule umane o materiali umani per ingegneria genetica, tecniche contro l’etica e la medicina spirituale che si stanno diffondendo sempre di più e con il sospetto non solo mio, anche per ragioni di mero profitto.

Siete rimasti tutti senza parole vero? … Aprite gli occhi e “svegliatevi” dal grande sonno…vi prego!

 

In questi ultimi tempi, visto l’enorme sviluppo e la tanto sospirata riconsiderazione della Naturopatia e delle Medicine alternative o non convenzionali, ultimamente definite con il termine di Medicine complementari, negli utenti è nata la sensazione che si stia creando una certa confusione circa l’orientamento terapeutico, viste le centinaia di diverse metodiche ed i mille protocolli delle tecniche e terapie naturali…

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