La casa è uno spazio “sacro”: Il Genius loci

Immaginate che la vostra casa sia assimilabile ad un essere umano (essendo fatta di materia) per cui, come esiste un corpo materiale, esiste la sua componente psichica e quella spirituale. Secondo le più antiche tradizioni, che traggono origine da quelle misteriche dell’antico Egitto, esisterebbe una sorta di “anima della casa” che i romani, cultori delle leggende e della religiosità in tutte le sue sfumature, definivano “Genius Loci”.
Da sempre le diverse culture della spiritualità parlano, infatti, di entità spirituali che custodiscono le case ed luoghi a noi cari. Moltissimi sono i “Genius loci” che hanno, in un certo senso, protetto nel passato tanto potenti città quanto i piccoli villaggi nonché le costruzioni e luoghi di ogni tipo, per cui ogni abitazione è stata influenzata dalla presenza di queste entità. Oggi ci facciamo beffe di queste credenze, ma nei secoli scorsi, la credenza in questi esseri (di forma umana, ma anche di animali e vegetali) era talmente forte da lasciare sempre un’impronta nei nomi delle città o dei paesi o di alcuni luoghi fortemente energetici. La città di Napoli, ad esempio, nell’età classica portava il nome di Parthenope.

Questa era una affascinante sirena che, poiché non era riuscita a sedurre Ulisse ed i suoi compagni nel loro viaggio verso Itaca, si diede la morte in mare; il suo corpo arrivò con le onde fino al golfo di Napoli, e diede il nome al luogo che divenne città e che si sviluppò in quel posto. Chi non riconosce, infatti, nei cari napoletani (sotto l’influsso affascinante del loro Genius Loci) una certa “seduttività” sia per il loro modo di esprimersi fantasioso e musicale, sia per la loro dialettica sottile e coinvolgente che ci lascia sempre incantati (un esempio è il grande filosofo e scrittore Luciano De Crescenzo), sia per la loro passionalità.

Per i Romani il Genius loci era quindi la divinità protettrice di un luogo. La parola “Genius” deriva dal verbo latino “gignere” che significa “generare, creare”, ed era utilizzata per identificare il Nume che costituiva la forza creatrice, la “vis generandi” dell’uomo. Il genius era una figura centrale nella religione romana; a lui veniva consacrato soprattutto il “Dies Natalis”, il giorno di nascita dell’uomo (ma possiamo pensare la stessa cosa consacrando al nostro genius il giorno della “nascita” della nostra casa), ed allo stesso tempo accompagnava l’uomo in tutto il suo percorso di vita fino alla morte.

Con il passare del tempo il concetto acquistò sempre maggior valore; il genius si trovava ovunque, si percepiva la presenza di un’entità superiore che custodiva e proteggeva. Quindi, accanto ai genii dei singoli personaggi, troviamo anche i genii delle famiglie (genius familiaris), delle singole comunità (come ad esempio il “Genius Populi Romani”), il genio dei luoghi cioè il genius loci.  Questa era la divinità protettrice di un determinato luogo ma allo stesso tempo proteggeva tutti quelli che abitano in un determinato posto e coloro che erano soltanto di passaggio o vi lavoravano. Il genius era allo stesso tempo addetto alla protezione di quei luoghi ove era difficoltoso il transito e proteggeva le terre di confine dalle eventuali incursioni di popolazioni nemiche. Il genius in qualità di forza creatrice, vis generandi, veniva immaginato come essere superiore ed animato.
L’animale sacro
, spesso, era il serpente (non a caso le spire del serpente e di suo ondeggiare richiamano l’Onda Elettromagnetica ed i CEM che portano informazioni e codici) e con questa forma, sovente, lo troviamo rappresentato in diverse espressioni artistiche. Sotto le sembianze di serpente, il genius loci può essere paragonato al greco “agathòs daimon”, genio benevolo, come si evince da un passo di Servio, uno dei più importanti commentatori di Virgilio il quale racconta che “i Romani chiamavano genii i serpenti denominati agathodaimones”. A Pompei, si trova una pittura, all’interno del “lararium” dell’atrio servile della Casa del Centenario, dove è raffigurato il serpente agatho daimon che si avvicina ad un altare. Del resto “dipingere serpenti sulle pareti”, come riferisce Persio, autore latino vissuto nel I sec. d.C. “serviva a proteggerle dal sudiciume”, come ad indicare che esse erano sotto la tutela del Nume.

Il Genius loci sotto le sembianze di serpente lo si ritrova anche in alcune pitture parietali di Ercolano una delle quali lo riproduce come un serpente che si avvolge attorno ad un altare per nutrirsi dell’offerta che vi era posta sopra. Questa immagine trova uno stringente confronto in alcuni versi dell’Eneide. Nel libro V si legge che nel momento in cui Enea si accinge a fare offerte sulla tomba del padre Anchise ad un tratto “dai profondi recessi un viscido grande serpente trasse sette cerchi, sette volute, aggirando quietamente il tumulo, strisciando tra le are….
Quello (il serpente) con lungo snodarsi tra i calici e le terse coppe libò le vivande, e innocuo discese di nuovo nel profondo del tumulo e lasciò i degustati altari. Perciò maggiormente (Enea) rinnova le intraprese onoranze al genitore, incerto se pensare che sia il genio del luogo (genius loci) o un ministro del padre”. Servio
scriveva: “nullus locus sine Genio (nessun luogo è senza un Genio). Secondo le prescrizioni del Movimento Tradizionale Romano, il Genius loci non va confuso con il Lare (come i Lari Compitali e i Lari Permarini). Inoltre quando si invocava il Genius loci bisognava precisare “sive mas sive foemina (che sia maschio o che sia femmina) perché non se ne conosceva il genere.

Al Genius venivano offerti sempre fiori, vino e pane. Spesso per i luoghi più importanti poteva esser rappresentato sotto sembianze umane.
Un esempio è costituito dalla rappresentazione del genio del Monte Celio, a Roma, raffigurato come un uomo barbuto seduto su un monte con a fianco una pianta di alloro e sotto di esso la legenda “Genius Coelimontis”.
Un altro esempio emblematico che troviamo in Svizzera (Canton Ticino) dove non si è rispettato il Genius Loci e la “negatività” millenaria del luogo che è sempre stato considerato nefasto: il “sasso del diavolo”(Tesserete). Infischiandosene delle antiche tradizioni popolari, gli amministratori locali ci  hanno costruito sotto un grande centro ricreativo con piscina. Ora il luogo nefasto ed il Genius Loci mi sa che non porteranno una grande fortuna e benefici agli utenti. Speriamo che le nuove energie e nuovi Genii siano in grado di cambiare lo stato delle cose.

Oggi dovremmo risvegliare nei nostri cuori e nelle nostre menti la “sacralità”che abbiamo smarrito in favore di una cruda realtà, di un falso illuminismo, di un falso progresso che ci sta conducendo alla rovina. Dovremmo risvegliare queste entità “energetiche” anche per proteggere il nostro territorio, non contro gli invasori, ma contro chi lo deturpa, chi lo danneggia irreparabilmente. I poco nobili “Writers”, che imperversano soprattutto nelle nostre città, spruzzando con le bombolette di colore segni o sigle i nostri muri, sono i moderni deturpatori della sacralità delle nostre abitazioni, sfigurandone la bellezza esterna, il colore, l’energia delle forme e la sua “purezza”. Esattamente come i moderni “tatuatori” che spesso (con disegni ed onde di forma distruttive, vedi quelle dette tribali) deturpano la pelle e quindi la struttura protettiva dell’uomo ed i suoi sacri codici vibrazionali.

Il Genius Loci possiede una particolare “forza” che deve essere prudentemente rispettata e capita per meglio convivere e rapportarci con essa soprattutto perché la nostra abitazione, è definibile come “la nostra terza pelle”.
Ora vi dico di più: la nostra casa è in realtà un essere vivente, una creatura che a ragione potrei definire “viva”, che respira, si nutre, soffre e gioisce con i suoi padroni, una creatura energetica e sottile che ci comprende, ci protegge,  e ci nutre.
Possiamo definire il “Genius Loci” come l’energia sottile che è, per semplificare il concetto, la somma di ogni vibrazione e di ogni onda di forma del contenuto della casa stessa; i materiali di costruzione, le strutture di sostegno, le forme geometriche impiegate, l’energia del terreno, del luogo, dei corsi d’acqua circostanti, dei vecchi proprietari e di tutti gli oggetti contenuti. Come un insieme di cellule organizzate costituisce un corpo ed un insieme di neuroni ed organuli collegati sapientemente costituisce il cervello così il Genius Loci non è altro che la “risonanza eterica e sottile” di ogni singola parte materiale ed energetica, è un’energia sottile fortemente sacra, che anima la casa, che la fa respirare, vivere, pensare ecc… Come l’Anima abita nel nostro corpo fisico e lo vitalizza rendendolo sacro così il Genius Loci agisce nelle nostre abitazioni, così come agisce nelle chiese e nei luoghi sacri, dove è molto potente e ci favorisce la connessione con le vibrazioni più alte, con le sfere luminose della cui energia è costituito.

 A proposito di sacralità della vita
Il corpo fisico è realmente il “tempio” della nostra anima, come gli spiritualisti ci ripetono ogni giorno (da oriente ad occidente) e così anche il corpo ha il suo involucro che lo contiene: la casa, la sua abitazione, il suo nido con l’energia che gli è stata assegnata e si è consolidata nel tempo. La casa si è nutrita dell’energia e dei pensieri di chi l’ha disegnata e progettata, del terreno su cui è stata edificata, dall’energia e pensieri degli operai che l’hanno plasmata, dai materiali di costruzione che fanno da struttura portante e dal legame sacro con la madre terra, dall’energia dei padroni che l’hanno posseduta e da che vi abita. Dal momento che la nostra Anima (realtà non visibile) vive in un corpo fisico (visibile) ed ha interazione con esso per tutta la vita e dal momento che la Casa ha una sua “particolare”anima, questa avrà una un’interazione sia con l’anima che con il corpo fisico dei suoi abitanti. Non vedo cosa ci sia di così scandaloso pensare in termini di spirito e di energie sottili ed invisibili quando parliamo di “casa” nel senso più lato del termine.

Iniziamo a ragionare non con i codici della materialità, bensì con i codici dello spirito che vanno al di là dello spazio e del tempo. Alcune case antiche posseggono sempre il loro “Genius Loci”, questo viene considerato, banalizzando la cosa, un fantasma magari arrabbiato, dispettoso, piangente, ecc…e case antichissime, come templi, monasteri come anche le piramidi egiziane hanno dei “genius” con forze ed energie incredibili, con poteri magici e potenti.  Nei miei corsi insegno sempre come creare un “genius loci” che possa andare oltre la vostra morte fisica, che rappresenti la interfaccia invisibile dell’abitante della casa e che conduca i vostri eredi all’equilibrio che era stato da voi raggiunto.

Quando consegnate la vostra casa ad un famigliare o ad un acquirente dovreste fare un rituale di distacco e di bene-volenza.

 La Bioarchitettura
Oggigiorno il termine “genius loci” è divenuta un’espressione adottata in architettura
e soprattutto in Bioarchitettura per individuare un approccio metaforico e fenomenologico allo studio dello spazio ambientale, interazione di luogo e identità. Con la locuzione di genius loci si intende individuare l’insieme delle caratteristiche socio-culturali, architettoniche, di linguaggio, di abitudini che caratterizzano un luogo, un ambiente, una città. Un termine quindi trasversale, che riguarda le caratteristiche proprie di un ambiente interlacciate con l’uomo e le abitudini con cui vive questo ambiente; si suole cioè indicare il “carattere” di un luogo.

Molti architetti e domoterapeuti affermano, nei corsi di bioarchitettura che si tengono oramai in tutte le regioni italiane, che vivere la contemporaneità significa sempre di più essere costantemente all’interno di flussi energetici non sempre positivi per il nostro corpo-mente: stress lavorativo, bassa qualità ambientale, inquinamento chimico, squilibri energetico-percettivi degli spazi, campi elettromagnetici insostenibili, geopatie emergenti, ecc… tutto questo lede continuamente il nostro organismo, incide negativamente sulla nostra psiche e, in poche parole, abbassa la nostra qualità di vita sino a creare potenziali pericoli per la nostra salute.

Ci sentiamo di confermare queste osservazioni rilevando che anche la scienza medica (accademica ed ortodossa) non può più negare l’evidenza di quanto sia importante una concezione “olistica” e globale dell’uomo, inteso come unità fisica, psichica e spirituale. Questa complessa unità è sempre presente influenzando a vicenda i vari aspetti dell’uomo, una sofferenza od uno shock abbassano l’umore influenzando così il sistema PNEI che a sua volta ci predispone alle malattie.

 La vostra abitazione è un luogo salubre?
Nonostante tutti i nostri impegni passiamo sempre una gran quantità di tempo a casa, fra le mura domestiche dovremmo quindi trovare la possibilità di “ricaricarci” nel corpo, nella mente e nello spirito. Non è così!

L’inquinamento chimico provocato dai materiali edili e dalle finiture sintetiche influisce sul nostro organismo, i campi elettromagnetici e le geopatie compromettono continuamente le nostre difese interferendo con le nostre comunicazioni cellulari, con i nostri sistemi ghiandolari, nervosi ed immunitari, le disarmonie energetiche dell’ambiente si trasformano cosi in un vero e proprio inquinamento dannoso.
Negli ultimi anni i termini “bioarchitettura”, “bioarchitetto”, “architettura naturale”, “architettura bioecologica”, ecc., si sono inseriti nel nostro mondo culturale e scientifico in modo sempre più profondo. L’obiettivo di tutti quelli che si occupano di abitazioni in equilibrio con la natura ed il genius loci  è quello di far sì che la casa torni ad essere un luogo dove il nostro benessere aumenti, migliorando la qualità della nostra vita, ritrovando un ambiente rilassante e tranquillo dove l’uomo nella sua unità sia appagato e sereno.
Si interviene quindi con la bioarchitettura ecologica, con studi psico-emozionali, con il feng-shui (analisi delle energie sottili o bio-energetiche) legate alla casa, alle forme, ai colori ed ai simboli che essa contiene, ecc…
Parlare di bioarchitettura oggi significa prima di tutto ricondurre l’uomo (e la sua ricerca di benessere) al centro del progetto della propria  casa e del proprio spazio.
Vedere la casa in questo modo significa idealmente avvicinare l’uomo a  ciò che  ha sempre fatto, cioè costruire case ed edifici dove stare bene; sembra estremamente banale, ma in un contesto socio-lavorativo come quello odierno, dove si è costretti a passare il

90-95 % del proprio tempo fra quattro mura dove la qualità degli edifici è direttamente relazionabile con una serie di patologie fisiche, impone la revisione del modo di concepire i progetti. Questa concezione, prima teorica e pratica poi, nasce nell’area mitteleuropea, Svizzera, Germania ed Austria in prima linea, e si impreziosisce di importanti contributi dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti. In Italia queste discipline sono sempre state viste con scetticismo, anche a causa di mancanza di comunicazione da parte dei media.
La bioarchitettura non è uno “stile ” che si contrappone alla normale edificazione, ma una valente realtà di creare edifici dove l’uomo deve stare bene ed in salute.
Il suffisso “bios”, cioè vita, rafforza l’importanza che l’ambiente in cui viviamo riveste per l’uomo, inteso come organismo psico-fisico.

Dobbiamo ricordare, come “anti-bios”, la misconosciuta (dalla maggioranza di architetti e di medici) “Sick Building Sindrome, sindrome da palazzo malato” a cui fanno riferimento anche le normative nazionali ed internazionali mentre invece, in senso “bios”, una moltitudine di ricerche ed interventi che influiscono direttamente sulle persone fisiche come biomateriali edili e finiture, luci e colori, bioimpianti tecnici termici ed elettrici, microclima interno, controllo dei campi elettromagnetici, sistemi di smaltimento rifiuti, dispositivi di biocompensazione, ecc…

In caso di dubbio, pensate sempre alla vostra casa come alla vostra “terza pelle” che vi dovrà proteggere dall’ambiente esterno e dovrà essere anche confortevole ed a misura vostra e della vostra famiglia, prima di intraprendere qualsiasi tipo di intervento su di essa, chiedendovi se quello che mettete in essa o sopra di essa possa essere in sintonia con voi ed il vostro “Genius Loci”.

La casa è quindi uno spazio sacro

Perché definire la casa uno spazio sacro? Abbiamo visto nei capitoli precedenti che la casa non è semplicemente uno spazio costruito con mattoni ed altri materiali da costruzione inerti. La casa ha una sua vita propria, esattamente come ogni singolo elemento ha una sua forza, una sua vibrazione, una sua memoria, una sua vita, una sua “anima”. L’insieme di tutti questi elementi crea un corpo più grande, esattamente come un’infinità di cellule di vario tipo costituiscono una creatura umana, dotata di vita propria, di pensieri, di una sua “voce” caratteristica, di un suo carattere, di un particolare temperamento e soprattutto di una sua particolare ed unica anima. Alcuni architetti che hanno avuto il dono di saper leggere nella profondità dei simboli e dei segni, degli oggetti, dei materiali e delle forme ci assicurano che la casa è un essere vivente; e tutti noi ne siamo profondamente convinti.

Lo spazio sacro di Imre Makovecz
L’architettura di Makovecz segue la filosofia antroposofica Steineriana. Imre afferma che avrebbe sempre voluto progettare esseri viventi e le case devono essere come esseri viventi in cui si può entrare, che sono trasparenti alla luce e, all’interno, gli alberi sono pietrificati.
Ogni tanto l’albero diviene la struttura del tetto
.
Sempre, i suoi progetti richiamano qualcosa di vivente. Pensa al suo edificio come se questi spuntasse dalla terra.
Accanto agli antichi simboli tipici della tradizione e della cultura ungherese, appaiono quelli cristiani, che pian piano li soppiantano.
Il mondo spirituale non si é preoccupato più di tanto, invece che Brigid l’hanno chiamata Madonna, ma l’energia é la stessa. L’importante é l’acqua che vive nella bottiglia, non la bottiglia.
Nell’”Architettura Organica” si utilizzano molti simboli e segni e si cerca di ritrovare un equilibrio, un nesso, tra uomo, terra e cielo, dove un posto importante è per l’uomo che prende in mano la situazione, e, attraverso l’uomo e la sua opera, bisogna che si manifesti sempre la natura, perché se il ciclo si spezza, il mondo diventa disumano.

Queste considerazioni ci ricordano il bellissimo Film “Avatar” di James Cameron in cui la Natura è la grande protagonista e ci racconta, con i suoi simboli ed i suoi sussurri, di un mondo parallelo fatto di luci, forme, simboli e sensibilità di cuore.
Gli edifici progettati da Makovecz cercano di inserirsi nel contesto in cui si trovano per questo lui non progetta il solo edificio, ma anche tutto quello che appartiene al sito in cui questo è edificato: sia il territorio che gli é attorno, sia l’arredamento che é all’interno.
Makovecz è arrivato perfino a disegnare i tovaglioli dei ristoranti, perché il suo desiderio più vivo è eseguire un lavoro assolutamente perfetto.

Gli animali reagiscono a tutte le sollecitazioni naturali, ai cambi stagionali e climatici, ai campi EM, alle radiazioni cosmiche, a quelle ultraviolette, ecc… ricordiamo come i gatti amino dormire sopra gli elettrodomestici, mentre i cani no; gli esseri umani si sono sempre più rinchiusi in città e nelle abitazioni ed hanno perso questa capacità di “sentire” i luoghi a loro benefici.  Spesso le nostre case vengono create adottando  una meticolosa progettazione e arredandole in modo sfarzoso, senza pensare all’impatto che possono avere sia sull’ambiente che sulle persone che le abiteranno.
Volendo costruire un edificio bioecologico è necessario che a monte esista un progetto che tenga in opportuna considerazione tutti gli aspetti: cioè che si contribuisca alla realizzazione di una casa che sia salubre non solo per chi ci abiterà ma anche per l’ambiente e la società nel suo complesso.
Auspico che in un prossimo futuro si dedicherà una particolare attenzione alla cultura e alla tipologia costruttiva locale, inoltre alla valutazione attenta di quali siano i costi energetici dei materiali usati, i costi energetici per la costruzione dell’edificio, il riciclaggio  e lo smaltimento dei rifiuti in modo da rendere minimo l’impatto ambientale della costruzione.

Come individui e come società diventerà sempre di più fondamentale imparare a progettare e adattare le nostre case in modo tale che l’utilizzo di aria, acqua e energia non aumentino l’inquinamento.
Il rapporto tra la Psiche (anima) ed il Corpo e tra l’Uomo e la sua Casa non solo viene ad assumere in questo contesto un ruolo chiave ma è anche fonte di ricerche in ogni campo. Come non vedere ad esempio che un grande disordine nella camera da letto, per esempio, od in tutta la casa è in sintonia con un grave disordine mentale di chi vi abita? Mettete in paragone due giovani figli uno ordinato ed uno disordinato e provate ad esaminare i soggetti con vari test proiettivi e vedrete che statisticamente vi sono parallelismi “non casuali”.

 La casa ed il mondo psicologico
La casa non è solo il luogo fisico costruito e abitato dagli uomini. Essa è anche una rappresentazione simbolica ed analogica spesso utilizzata in Psicologia. Infatti, ad un livello psicologico profondo, la casa va a costituirsi come le fondamenta stesse della vita psichica di una persona, per cui “essere a casa” equivale a “essere integri a livello psicologico”. Secondo Papadopoulos,  “la casa non è soltanto un luogo, ma anche il fascio di sentimenti associato a esso”. Essendo, inoltre, il posto dove gli opposti vengono fatti coesistere e dove sono mantenuti in equilibrio, ovvero contenuti, la casa va a definirsi come la matrice stessa della sioggettività. L’azione simbolica realizzata dalla casa sulla vita psichica degli individui si riflette anche su quella sociale, andando a rappresentare un costrutto chiave che riunisce, ed in parte sovrappone, tre campi: oltre a quello intrapsichico, anche quello interpersonale.
Di conseguenza, quando per esempio si perde la casa, la propria abitazione, il proprio nido si perdono o si frammentano anche le sue funzioni organizzatrici e contenitrici e ciò può portare alla frantumazione dei tre livelli: individuale-personale, familiare-coniugale e socio-economico  nonché culturale-politico.
Un’altra funzione importante della casa è quella di fornire una base coerente alla storia delle famiglie. Una storia che non ha valore obiettivo ma che ordina e rende coerente tutti i momenti che gli individui hanno vissuto, da quelli peggiori a quelli migliori. In questo modo essi sono resi intellegibili, comprensibili e danno, agli attori di quegli stessi eventi, un senso di continuità e di prevedibilità.

 Lo Space Clearing (domo terapia applicata)
Sono d’accordo con  l’amico Arch. Gigi Capriolo che nel suo volume “Lo space clearing, armonia della casa” ci dice che
dobbiamo esser grati sia alle antiche Tecniche Feng Shui sia allo Space Clearing che hanno finalmente risvegliato l’interesse di tanti sulle energie e sui loro movimenti all’interno delle case ma, se vogliamo con attenzione rivolgerci alle nostre tradizioni, ci accorgiamo come, anche nel nostro continente, si sia sempre stati molto attenti a tutte le problematiche degli edifici: l’orientamento e la disposizione degli ambienti hanno dettato legge nella progettazione delle nostre antiche dimore e l’ordine, la simmetria e la pulizia sono sempre stati i mezzi per portare ogni casa in equilibrio.

Più che riferirsi a pratiche che giungono da regioni lontane e da tradizioni tanto differenti, facciamo riferimento a ciò che si può fare con l’utilizzo di pratiche che ci siano più consone e più vicine alle nostre radici.
Il riequilibrio energetico dell’ambiente è il mezzo che porta ad una buona e armonica circolazione dell’energia, contribuendo così alla serenità e al benessere dei suoi abitanti.

Liberare gli spazi può aiutare a liberare la mente e il riequilibrio energetico dell’ambiente può essere considerato l’arte di purificare e consacrare le energie presenti negli edifici.
La necessità primaria è quella dell’ordine, dell’armonia e della pulizia che si devono trovare in ogni ambiente di una casa.
La prima azione che dobbiamo fare, se veramente vogliamo ritornare all’equilibrio, è liberarci del miscuglio di cose inutili e incompiute che tendiamo a stipare negli angoli delle nostre case, dove restano ad accumularsi, facendo ristagnare le energie; e ristagnano, e non si liberano, dove si accumulano troppe cianfrusaglie e oggetti indesiderati.

Questo, però, è anche il sintomo di ciò che sta accadendo nella nostra vita: mettendo in ordine cassetti e armadi, ci si disfa non solo di capi e oggetti superflui, ma anche di legami con il passato e di blocchi mentali che impediscono che nuove e migliori energie fluiscano nella nostra vita. Liberarci di tutto ciò che è vecchio e obsoleto per noi è un gesto liberatorio ed eliminare vecchi vestiti e souvenir improbabili giova a tutti: quindi liberiamo le nostre energie e lasciamo che la pulizia e l’ordine cambino la nostra vita!
Quando in casa ci sono soltanto le cose che si amano, o si usano, allora essa diventa una fonte inesauribile di sostegno e nutrimento.

Per riuscire a leggere con una chiave di lettura più ampliata e stabilire un collegamento con l’ambiente energetico che ci circonda, riportando in  armonia la nostra vita, è opportuno comprendere che cos’è il superfluo, in tutti i suoi livelli di utilità, perché questo ci può aiutare nel vedere la nostra casa come lo specchio di noi stessi, delle nostre emozioni, dei nostri desideri e dei nostri successi, e ci permette, anche, di fare un viaggio al nostro interno, perché, spesso, gli oggetti di cui amiamo circondarci sono la proiezione dei nostri bisogni, delle nostre paure e dei nostri desideri. Siamo consapevoli che l’uomo vive grazie al metabolismo del nostro corpo, ma, forse, non abbiamo la consapevolezza di ciò che potrebbe essere chiamato il metabolismo degli oggetti che possono essere entrati nella nostra vita, ma che, per poter permetterci di vivere armoniosamente, devono anche poterne uscire.

Gli oggetti sono energia che transita in noi (come noi stessi possiamo essere considerati uomini in transito sulla Terra) pertanto è buona cosa poterli utilizzare fintantoché abbiamo bisogno di loro. Il motivo per cui accumuliamo gli oggetti  dobbiamo ricercarlo nelle ragioni psicologiche che ci obbligano ad accumulare. L’insicurezza, il sentimentalismo, il gusto di possedere, il desiderio di autostima, l’avarizia ci portano a trattenere un qualcosa che, poi, ha una grande influenza sulla qualità della nostra vita.
Mettere ordine nella propria vita, aiuta a farci sentire a nostro agio, ci rende padroni delle nostre cose e ci dà più sicurezza in noi stessi.
Ecco che imparare a sbarazzarsi del superfluo, conservando solo ciò che è utile o che ha un valore sentimentale, contribuisce a renderci sereni e fiduciosi nelle nostre capacità.
Così se liberiamo il nostro spazio, se “facciamo piazza pulita” di tutto, stimoliamo il nostro benessere e la nostra creatività. Avere spazi più ordinati ed organizzati favorisce un modo di pensare più salutare ed equilibrato, sempre aperto ad accogliere tutte le opportunità che la vita ci offre. Il concetto di casa è collegato al nostro stato di benessere psicofisico e alla capacità di vivere meglio la nostra vita: basta saper amministrare i nostri sforzi e le nostre energie ed avere un po’ più di coraggio nell’allontanare da noi tutto quello che, in fondo, non ci è veramente utile.
Gigi Capriolo ribadisce inoltre che così come per la pelle dell’uomo sono importanti sia la salute che la possibilità di respirare è importante che sia salubre anche la sua seconda pelle, l’abito, che va confezionato con fibre naturali e permetta di respirare”.    

La terza pelle dell’uomo, la sua casa, deve permettergli di respirare tutte le vibrazioni che lo attorniano e che solo loro gli permettono di vivere. L’uomo deve avere la possibilità di ricaricarsi energeticamente per mezzo dell’afflusso vibratorio che la terra e il cielo gli offrono.  La permeabilità di cui si è parlato non è quindi quella minimizzante di un’interazione della costruzione che permetta all’aria, alla temperatura e al vapore esterno di tenerlo in equilibrio, ma è la possibilità che l’uomo possa attingere costantemente al grande serbatoio che gli dona, tutte le energie variabili: energie utili al suo complesso sistema di vita. E’ l’innesco di un moto continuo in cui ci si pone in modo naturale nei confronti di tutto ciò che sta attorno”.
Da questo punto egli sviluppa un pensiero che sfocia in una concezione della “sacralità” della vita  nella quale l’uomo va visto come essere consapevole del suo compito terreno, della sua funzione estremamente importante; per cui anche la casa va  concepita come un “essere vivente” , perciò deve essere la cassa armonica dove l’uomo può permettere l’esaltazione delle sue vibrazioni, del suo essere qui nello stesso modo in cui la cassa di risonanza esalta il suono  emesso da una corda eccitata.

La nostra abitazione andrebbe quindi realizzata con il presupposto che è indispensabile garantire all’insieme dell’edificio una vita che nel suo complesso cerchi di riprodurre il modo di funzionare del nostro organismo e in particolare della nostra pelle.
Nella nostra epoca siamo passati da una scarsità di cure ad un eccesso di cure, spesso non sempre positive. Basti pensare che il nostro diffusissimo sistema di pulizia spesso è finalizzato più alla commercializzazione di prodotti che dovrebbero tenere in efficienza i nostri tessuti cutanei, non danneggiarli, o alla scelta di abbigliamento di firma confezionato però con fibre sintetiche solo apparentemente comode e pratiche ma  dannose per il nostro organismo.   

Per quanto riguarda la nostra casa,  infine, le moderne tecniche costruttive non sempre sono in grado di garantire le caratteristiche più sane, ma andiamo a ripassare le funzioni della nostra pelle così da capire meglio il parallelismo pelle/casa. La nostra cute è formata da diversi strati cellulari sovrapposti, e l’ultimo è formato da sottili cellule di cheratina e possiede alcune caratteristiche indispensabili alla sopravvivenza dell’organismo.Deve garantire permeabilità in modo da consentire lo scambio fisiologico tra esterno e interno, deve essere elastica e resistente alle pressioni e all’usura, deve  costituire un’efficace difesa contro gli agenti esterni e  chimici, inoltre deve garantire una scarsa conducibilità elettrica e termica. 
La pelle è ricchissima di nervi, vasi sanguigni, e di ghiandole sudoripare e secretorie che attraverso i pori riversano all’esterno il loro contenuto.Questo liquido che viene secreto sulla pelle serve a mantenere la temperatura corporea costantemente intorno ai 37 °C, infatti, se la temperatura esterna sale noi generalmente sudiamo, in modo che queste gocce nell’evaporare realizzino la loro funzione di refrigerarci per evitare pericolosi innalzamenti termici.
E’ proprio attraverso questa rete di minuscoli canali che la nostra pelle respira e compie in tal modo una funzione vitale indispensabile, infatti, nel caso di un’ustione diffusa avviene inevitabilmente la morte per asfissia interna, e senza la pelle (oltre ai polmoni) non avremmo l’ossigeno necessario alle funzioni vitali.Un altro compito importante della pelle è “espulsione dei residui metabolici”, infatti interagisce con la funzione fisiologica dei reni aiutandoli a svolgere le loro attività di filtraggio.

Dal punto di vista delle funzioni sensoriali tattili la pelle è l’organo che mette l’uomo in rapporto con l’ambiente circostante; è stato calcolato infatti  che contiene circa 280.000 terminazioni nervose sensibili alla temperatura,  500.000 per il tatto e 3.000.000 per il dolore. Quindi la pelle è l’organo più importante per la difesa degli organi interni, assicurando una funzione termoregolatrice, contribuendo all’eliminazione delle scorie organiche, comportandosi anche da veicolo di comunicazione sensoriale; per questi motivi è fondamentale mantenerla sana ed efficiente, curandola e privilegiando ambienti di vita salutari. La nostra seconda pelle saranno i vestiti, che oltre a proteggerci dalle aggressioni esterne, dovrebbero essere in grado di garantire la massima traspirabilità al pari della nostra prima pelle.  

Purtroppo, l’abbigliamento moderno nella maggior parte dei casi è confezionato con fibre “sintetiche” non in grado di consentire queste funzioni ma soffocando la pelle.Queste non permettono alla pelle di respirare, di espellere le scorie metaboliche con la sudorazione e spesso non consentono l’evaporazione del sudore per mantenere la temperatura corporea soffocando la pelle. Da questa situazione deriverà quella sensazione tipica di malessere legata all’uso di questo genere di abbigliamento, inoltre come tutti sappiamo le fibre sintetiche accumulano una carica elettrostatica. Infatti quando ci togliamo questi tipi di abiti  li sentiamo crepitare ed al buio notiamo, a volte, delle scintille; questa scarica elettrica può favorire uno stato di stress sul sistema nervoso dato che l’elettricità statica e l’elettrizzazione in genere agiscono sulle nostre cellule con diversi effetti biologici.   

La terza ed ultima pelle infine è la nostra  casa, per cui, riflettendo su quello che è stato detto fin qui, essa dovrebbe respirare e permettere uno scambio d’aria con la libera uscita dei vapori; il fine è quello di e consentire il passaggio delle onde cosmiche e di tutte le energie naturali essenziali  per la vita ed essere priva di tutte le cariche elettrostatiche.  
Le nuove costruzioni, con l’avvento di nuovi materiali creati in laboratorio e non confacenti alla natura, creano un ambiente “morto” con nefaste conseguenze per chi le abita; abbiamo già descritto la “sindrome da edificio malato” causata da varie fonti di inquinamento. Materiali non biocompatibili possono produrre emanazioni tossiche o dannose e possono formare una barriera impermeabile non porosa che impedisce la corretta traspirazione dei locali. Inoltre, essi hanno la tendenza a caricarsi elettrostaticamente determinando disagi all’interno degli ambienti per la modificazione indotta dell’equilibrio nella ionizzazione dell’aria. Le murature, in particolare, hanno un ruolo di assoluto rilievo per quanto riguarda la possibilità di creare un microclima sfavorevole, senza contare che anche gli impianti (elettrico, idraulico, termico), come pure la presenza di altri elementi presenti sul luogo di costruzione, possono alterare il clima dell’ambiente.  

La casa si è potrebbe trasformare da simbolico e sacro rifugio per l’uomo, in un  luogo inquinato e inquinante.
Come si comporterà il nostro cervello, il nostro sistema nervoso e soprattutto la nostra mente in una casa malsana, con dense e pesanti energie negative? Pensate a quale livello di stress globale potrebbe essere sottoposta la psiche umana che è collegata strettamente con il corpo fisico; sarà in grado di compensare gli stimoli degli inquinanti fisici e sottili?

Un ultimo consiglio: Consultate sempre un esperto in Medicina dell’habitat e Domoterapia, prima di costruire o ristrutturare la vostra abitazione; egli vi farà scoprire il vostro Genius Loci e vi indicherà la strada migliore per conoscere ogni segreto del buon vivere, riposare e rigenerarvi in una casa a misura vostra e della vostra…anima.