Nel corso del ventesimo secolo la fisica continua il suo sviluppo. La teoria della relatività di Einstein implica l’esistenza di alcuni paradossi che sembrano contraddire il comune buonsenso e costringono i fisici a rivedere i concetti di spazio e di tempo.
Tale teoria inoltre evidenzia che la materia è equivalente ad una particolare forma di energia.
La celebre formula di A. Einstein E=mc2 che tutti conoscono ma di cui pochissimi sanno il vero significato, in termini semplici significa proprio questo.
La massa m di ogni particella materiale equivale alla frazione di una certa energia, ma soprattutto significa che, in particolari circostanze, le particelle possono disintegrarsi e liberare l’energia (E/c2) corrispondente (pensate alla bomba atomica).
Studi sulla struttura dell’atomo ci hanno rivelato che esso è un sistema fisico costituito da particelle ancora più piccole in movimento, il protone, il neutrone e l’elettrone.
Tali particelle che potremo definire elementari, obbediscono a curiose leggi, descritte perfettamente dalla cosiddetta meccanica quantistica che ci dimostra che la loro natura non è puramente “corpuscolare” cioè non si tratta di vere e proprie particelle materiali ma è insieme anche “ondulatoria”, sono cioè descrivibili in termini di onde che si propagano nello spazio; la scienza ha definito con il termine “Soliton” la luce come corpuscolo ed onda insieme (luce organizzata).
Un Fotone può cioè comportarsi come onda e come particella materiale, a seconda dei casi.
Questo è uno dei tanti paradossi della meccanica quantistica, che rivela i limiti della concezione materialistica e meccanicistica ottocentesca e propone nuovi modelli della realtà fisica.
Ogni illusione sulla “solidità” e sulla permanenza della materia crolla miserabilmente se pensiamo che il 99% di ogni atomo è “puro vuoto” e che il 90% di tutta la materia che compone i nostri corpi fisici oggi è totalmente diversa da come era un anno fa.
Secondo alcuni autori, particolarmente audaci ed illuminati, la fisica contemporanea apre prospettive completamente nuove e spiana addirittura la strada a concezioni dell’universo in cui la figura dell’Uomo, come essere di Luce, può essere inaspettatamente riabilitata.
Partendo dall’intuizione del fisico inglese D. Bohm possiamo, senza paura di essere considerati visionari e vaneggiatori, ipotizzare l’esistenza di un “campo bioinformante invisibile” che tiene insieme tutta la realtà, un campo che ha cioè possibilità di conoscere quello che avviene ovunque e contemporaneamente. Chi sarà il fine regista ed il sapiente programmatore di questo campo? Questo campo possiederà in se, ovviamente, anche il mistero del processo olografico che è alla base della creazione dell’universo ed il segreto della vita e della morte; ma questi interrogativi continueranno all’infinito se non ci lasciamo condurre in un percorso alternativo e pieno di insidie scientifiche,
Partiamo, a tal proposito, a tracciare la storia di quel manipolo di Scienziati che ha, in un certo senso, preso un’altra strada, in contrasto con quella ufficiale ed accademica, per spiegarci come poter osservare la realtà da un altro punto di vista lasciandoci immaginare e conducendoci in un mondo fantastico che ci darà risposte chiare ed intuitive e ci svelerà quelle verità che sentiremo, accettandole, vibrare “dentro di noi”.
Il bosniaco Nicholas Tesla, che può essere definito, secondo la nostra visione scientifica della realtà, padre della moderna elettrotecnica ed il medico russo Georges Lakhovsky, hanno osservato, durante i loro innovativi studi sui campi elettromagnetici, che una molecola non è solamente un agente chimico ma, esattamente come il DNA cellulare, può comportarsi come una vera e propria “antenna”.
Possedendo cariche polari negative (-) e positive (+) nonché strutture in grado di oscillare, tutte le molecole possono assorbire ed emettere onde elettromagnetiche informate e portare ovunque un vero e proprio segnale di riconoscimento; esattamente come si dovrebbe intuire possa funzionare il meccanismo e l’eziologia che ha portato all’esplosione della BSE (encefalite spongiforme bovina) tramite l’attività del cosiddetto Prione, molecola dal nome curioso, che possiede un “qualcosa” che ha a che fare con la trasmissione dell’infettività ed è sicuramente in grado di oscillare.
Esiste un sistema tanto sofisticato quanto straordinario di connessioni a base elettromagnetica, mediate anche dalla funzione di memorizzazione e trasmissione dell’informazione delle molecole dell’acqua intra ed extracellulare, tra i vari elementi molecolari della materia vivente; connessioni in grado di funzionare come un meccanismo selettivo ed ordinatore nello stesso tempo.
Si può affermare, con buona certezza, che sia il DNA che l’RNA, così come i componenti del sistema biologico, oscillano su specifiche frequenze elettromagnetiche quindi, premesso che i tutti i processi biochimici vengono pilotati e diretti da un sistema superiore di regolazione centrale diretto dalla accoppiata DNA-RNA, con l’intervento magnetico della struttura centriolare e la funzione dei domini di coerenza delle molecole d’acqua, avremo che le reazioni chimiche e biochimiche avvengono quando i componenti del sistema reso operante, oscillando, attivano un processo di risonanza; per questo siamo certi che l’elettromagnetismo sembrerebbe il miglior candidato a svolgere la funzione di coordinatore generale di tutte le dinamiche biologiche.
La finalità di questi processi è quella di mantenere i sistemi nel loro stato di coerenza interna; coerenza non statica come si è stati spesso portati a pensare, ma dinamica, per consentire ai sistemi di muoversi, di evolvere nel tempo e nello spazio.
Con questo dinamismo oscillatorio ed informativo vengono collegate, in tempo reale, le varie componenti dell’organismo, contribuendo a creare un sistema di comando capace di operare pressoché istantaneamente e con il minimo errore, in tutto il corpo.
La componente elettromagnetica deve essere quindi studiata e rispettata come un elemento importantissimo nello sviluppo e nell’evoluzione degli organismi viventi e nella conservazione della specie e potrà essere realmente l’anello mancante dei puzzle che la ricerca scientifica seria cerca di comporre per dare risposte ponderate e sensate sul funzionamento cellulare e che finalmente inizia, in questi ultimi tempi, a prendere le distanze dalla biologia ortodossa. Quest’ultima ha sempre considerato gli organismi viventi e le loro cellule quasi come oggetti avulsi da contatti con il mondo soprasensibile, inseriti in uno spazio tristemente vuoto, in un ambiente circostante ininfluente, eccezion fatta per l’inquinamento chimico.
L’ambiente invece è popolato da un’infinità di segnali, riconducibili al magnetismo, come gli stimoli visivi, olfattivi, uditivi vale a dire sonori, alle radio onde, alle microonde dei cellulari, ai vari tipi di perturbazioni con onde ionizzanti o non, alle sollecitazioni delle energie sottili dei mondi spirituali e così via.
Potrà mai esservi uno spazio vuoto? Pensiamo solo alla sollecitazione delle nostre cellule a contatto di questo spazio pieno di stimoli e perturbazioni; le nostre sensibili antenne ricetrasmittenti, create per registrare questi messaggi, inducono sicuramente nell’organismo delle modulazioni che, anche se impercettibili, avranno di certo una influenza sulla nostra coscienza così come sulla nostra evoluzione materiale e spirituale.
Grazie a questi meccanismi ed a queste logiche ora possiamo finalmente comprendere ed apprezzare fenomeni quali la radioestesia, la rabdomanzia o la telepatia, dare una base scientifica alla psicodinamica ed alla percezione extrasensoriale.
La percezione soggettiva degli eventi e delle emozioni deve essere vista come frutto di eccitazioni elettromagnetiche e riconduce all’interno dell’elettrodinamica coerente anche la primitiva ipotesi del geniale Wilhelm Reich.
Il ruolo, assunto dalle nostre cellule, di fini antenne ricetrasmittenti che comunicano costantemente tra di loro e con il mondo esterno, consente di avere una visione funzionale della biologia di gran lunga superiore a quello che la biochimica le ha destinato; biochimica che con i suoi improbabili teoremi, specialmente quello inerente la spiegazione delle reazioni chimiche e biochimiche ottenute solo attraverso urti e collisioni casuali tra molecole, ha fatto fallire miseramente il sistema basato sull’”Uomo Biochimico”. Opportuno sarebbe quello di opporre a questa visione quella, di certo più appropriata, di “Uomo Elettromagnetico”, sistema che fornirebbe, con la teoria dell’oscillazione e della risonanza, una logica ed un perché all’esistenza umana, scandendo ritmi frequenziali a cui le cellule si adeguerebbero partecipando così ad un dialogo armonico più ampio, coinvolgente tutti i sistemi di regolazione e di guida psichici e spirituali e dando alle molecole una vera intelligenza, con la possibilità di dimostrare l’invisibile ed assistere al collegamento con il mondo delle energie sottili.
Solo in quest’ottica si potrà veramente comprendere il ruolo del cervello e del sistema nervoso e psichico come coordinatori dinamici, interagenti sinergicamente, mediante un meccanismo informativo e magnetico, di tutto il sistema biologico.
Introducendo questi sistemi teorici, relativi alle funzioni informative, a mezzo informazioni frequenziali elettromagnetiche, nel meccanismo biologico degli organismi viventi consentirebbe ai Biologi ricercatori di integrare il livello chimico con il concetto di informazione; si potrebbe giustificare la regolazione del traffico molecolare all’interno di un organo o tessuto o sinapsi nervosa, inoltre le modalità di riconoscimento utilizzate dalle molecole nei loro incontri ravvicinati in funzione di una reazione chimica, la vera funzione dei catalizzatori ecc… Per farla breve vorremo fosse chiaro che, in quanto sistemi coerenti, gli organismi viventi sono stati dotati dalla Natura di una straordinaria sensibilità ai campi elettromagnetici specialmente a quelli molto deboli, che aumenta stranamente quando essi vengono attivati da un particolare apporto di energia.
Questo vale ovviamente anche nel rapporto che le nostre unità percettive cellulari hanno con l’ambiente – casa, nel quale troviamo interagenti un’infinità di segnali elettromagnetici che possono stimolarle nel bene o nel male, a partire dall’orientamento e forma dei locali dai materiali di costruzione, dagli arredi, dal posizionamento del letto, dalle molle del materasso, dalla rete elastica in metallo, fino agli elettrodomestici e le emissioni del nefasto forno a microonde; ma questo sarà materiale che illustreremo nei prossimi capitoli.
Alcuni scienziati finalmente, grazie anche all’apporto della fisica quantistica, hanno iniziato a supporre e ad ammettere che forse le nostre cellule potrebbero essere perfettamente in grado di leggere il messaggio nascosto nelle radiazioni e nelle relative frequenze vibratorie.
Scientificamente è dimostrato che le cellule vegetali sono in grado di “percepire” suoni o rumori: con la musica classica o new age si armonizzano bene, con il rumore o certi tipi di musica tipo “heavy metal” o “hard rock”, assolutamente no; si crea solo un dannoso “caos” energetico; anche l’acqua, informata con tali vibrazioni e suoni, si dimostra capace di cambiare le sua struttura molecolare come ha messo in evidenza lo scienziato giapponese Masaru Emoto con l’esperimento della cristallizzazione dell’acqua informata. L’acqua informata con musica classica evidenziava cristalli particolarmente armoniosi, quella con musica heavy metal produceva cristalli rotti e frammentati; ma alla scienza accademica non bastano tali dimostrazioni, che dichiara con supponenza essere”empiriche”, vuole prove misurabili e ripetibili ed in particolari condizioni.
Coloro ai quali tutti questi esperimenti risultassero non totalmente scientifici si può solo dire che è un errore imperdonabile affermare che alcuni fenomeni non esistono solo perchè, con gli strumenti che abbiamo attualmente, non riusciamo a misurarli.
Si può invece facilmente dimostrare, anche senza questi, ma con l’aiuto del buon senso, della fisica quantistica e della radioestesia, che è presente un continuo scambio di energie, di radiazioni, di ioni, di onde, di frequenze, e così via tra cielo e terra; la Natura e l’Uomo vivono in mezzo a questo complesso interscambio e le nostre cellule, come abbiamo già detto, sono in stretto contatto con tali campi di forze.
La Biologia ha costruito, come si è visto, un modello schematico della materia vivente basato interamente sulle interazioni chimiche tra macromolecole, su reazioni biochimiche studiate quasi sempre “in vitro” (non “in vivo” cioè nell’essere umano vivente), con troppa approssimazione e con il “delirio d’onnipotenza” classico di certa scienza convinta, ogni volta, di aver trovato l’origine della vita, la causa della malattia, il farmaco strabiliante, persino i perchè d’ogni morbo.
Molto spesso questi dati vengono smentiti, quasi subito, da altri ricercatori e così via, in una ricerca senza fine e senza controllo.
Louis Kevran (vedi Bibliografia) è stato uno dei primi scienziati che, nelle sue ricerche e nelle sue pubblicazioni, ha messo in risalto gli errori di base di settant’anni di ricerche gettando, nel contempo, le basi elettromagnetiche – dinamiche di una nuova ed interessante teoria: la trasmutazione a bassa energia.
Questa è, in un certo senso, la pietra miliare di una particolare e rivoluzionaria visione della scienza e del mondo della chimica.
La Biochimica, negli ultimi quindici anni, ha abilmente decifrato la gran parte del codice genetico, una serie cioè di leggi di corrispondenza tra sequenze di unità molecolari (acidi nucleici), che permette sia la conservazione dell’informazione ereditaria sia l’esecuzione della sintesi proteica in accordo con il “programma-vita” custodito nelle sequenze degli acidi nucleici. Tutte queste “scoperte” della Biologia, della Biochimica e della Genetica hanno mostrato, agli occhi di tutti, la rappresentazione dell’Uomo fuso in una particolare realtà monocorde che abbiamo già più sopra analizzato e che lo definisce puramente come “Uomo chimico”; si sottolinea, ad abundantiam, che tale realtà chimica, sebbene fondamentale, non spiega né esaurisce assolutamente la “dinamica biologica-vitale” nella sua complessità.
Ripeteremo per meglio spiegare il concetto che, secondo la nostra visione, le molecole del DNA, nel nucleo cellulare, non sono soltanto puri elementi biochimici, ma anche e soprattutto sono antenne capaci di emettere ed assorbire oscillazioni elettromagnetiche con una straordinaria capacità di leggerne il contenuto “informativo” e riprodurlo, trasmettendolo, in un processo a cascata cioè utilizzandolo come una sorta di programma elettronico, introducendolo ed immagazzinandolo nei clusters dell’acqua cellulare e creando dei domini di coerenza, per poi trasferirli con le loro informazioni nei vari distretti a pilotare eventuali processi biochimici.
Questa ipotesi, condivisa in tutto od in parte da molti ricercatori, è stata purtroppo trascurata dalla quasi totalità dei biologi ed è fondamentale per poter dimostrare il ruolo dell’ elettromagnetismo nelle dinamiche biologiche.
Dagli anni Venti, a conferma di quanto detto, molti ricercatori, tra i quali G. Lakowsky, sostennero il ruolo dei campi elettrici prodotti da frequenze di 750 Kh (Kiloherz) sulla salute umana. La sua convinzione scientifica possiamo riassumerla nell’affermazione:
“Ogni essere vivente emette radiazioni, la grande maggioranza degli esseri viventi è capace di ricevere e rilevare onde….” ed ancora: “La vita è creata dalle radiazioni (frequenze), la vita è mantenuta dalla radiazione, la vita è distrutta da uno squilibrio oscillatorio e vibratorio”.
La “Scienza” con scetticismo e sfiducia ha ovviamente accolto gli esperimenti scientifici, negli anni sessanta, dei ricercatori sovietici di “Alma-Ata” che dimostrarono chiaramente la trasmissione a distanza, mediata dal campo elettromagnetico radiativo, di un’infezione virale in colture cellulari. Da qui lo straordinario potere immunizzante dei vaccini omeopatici (dalla 9 CH alla 200 CH) in cui il virus è diluito in acqua, che conserva la memoria dello stesso, sopra il cosiddetto numero di Avogadro, cioè è praticamente assente come “materia” ma è presente come “oscillazione informata” in acqua.
Al campo elettromagnetico ed alla frequenza vibratoria vengono, dalla scienza ortodossa, riconosciuti solamente due effetti sulla cellula vivente: uno biologico e macroscopico che è quello ionizzante prodotto cioè dalla parte di alta frequenza dello spettro (raggi ultravioletti, raggi gamma ecc…) che causa l’asportazione di elettroni dagli atomi da parte di fotoni di frequenza elevata e l’effetto termico cioè il riscaldamento della materia vivente provocato da irraggiamento con un meccanismo analogo a quello del riscaldamento solare o del forno a microonde.
Già dal 1943, come dopo la fine della guerra del Golfo nel 199, fu osservato da ricercatori e da medici – militari specialmente sovietici che molti, tra gli addetti alle stazioni radar, mostravano distrurbi sistemici come spossatezza, vertigini, perdita dell’appetito, perdita del desiderio sessuale ecc… Interessantissime ricerche sono state inoltre compiute nel 1986 in Gran Bretagna da un gruppo di medici, tra cui Jean Monroe e Ray Choy insieme ad un fisico dell’Università di Salford il Prof. Chril Smith, e riportate nel “Proceedings of International Symposium on Photon Emission from Biological Systems (Wroclaw, Polonia 1986 editi da World Scientific)” che hanno dimostrato che il sistema biologico è influenzato in modo significativo da campi elettromagnetici di bassa frequenza ed intensità. Esaminando numerosissimi pazienti affetti da vari disturbi allergici essi hanno infatti dimostrato che tali disturbi, indotti da allergeni specifici, potevano essere riprodotti anche esponendo i pazienti a campi di frequenze specifiche (nell’intervallo da 0,1 Hz a pochi Hz). Probabilmente le frequenze od oscillazioni riproducevano le particolari informazioni emesse da quell’allergene e svolgevano, nel contesto della regolazione cellulare, un ruolo quasi biochimico.
Si poteva così stabilire una legge di rapporto e corrispondenza tra molecole e certe frequenze del campo elettromagnetico che assumevano, a tutti gli effetti, il ruolo di allergeni. La cosa più sconvolgente emersa da tale ricerca è stata che, incredibilmente, data una frequenza “patologica” era possibile trovarne un’altra, di solito un pò più elevata, che poteva cancellare i sintomi patologici, anche se essi erano prodotti “chimicamente”.
Tutto ciò è in stretta analogia con la terapia omeopatica tanto è vero che, in un altro luogo e diversi anni prima, basandosi su analoghe evidenze, è nata la Neobioelettronica (NBE) grazie a ricercatori quali Voll, Morell, Schimmel e molti altri ancora che si sono impegnati nell’ideazione e costruzione di strumenti atti alla diagnosi ed alle terapie basandosi sull’utilizzo delle frequenze E.M.
Da molto tempo quindi, benchè sconosciuta ai più a causa dell’ostruzionismo di una certa Scienza Accademica, è stata aperta una nuova strada alle diagnosi ed alle terapie, specialmente a quelle di pazienti colpiti da reazioni allergiche, da intolleranze o idiosincrasie alimentari nonché da patologie causate da specifiche perturbazioni ambientali come, per esempio, quelle prodotte da apparecchiature d’uso corrente o da linee elettriche ad alta tensione.
Non dimentichiamo che questa “sensibilità” della materia vivente ai campi elettromagnetici è stata da tempo riscontrata anche da molti naturalisti, studiando per esempio gli sciami d’insetti, il linguaggio degli squali e dei delfini ecc….ci sentiamo di affermare quindi che più le ricerche scientifiche avanzano più si comprende che spesso “quello che non si vede è più pericoloso di quello che si vede”.
A dimostrazione di tutto ciò ci giunge un’altra prova e cioè che ogni organismo in buona salute emette una particolare “armonica di onda elettromagnetica” (di circa 8 metri) già identificata da L. Turenne; egli affermava che, negli organi ammalati, questa armonica non è presente e la sfasatura è tanto più consistente quanto più l’organo o gli organi sono in condizioni patologiche. Queste affermazioni diventano sconvolgenti e ricche di ulteriori interrogativi.
I ricercatori che hanno incontrato sul loro percorso i campi Elettromagnetici di certo si saranno fatti alcune domande e si saranno dati delle risposte; ebbene in tanti anni di ricerca nessuno di loro si è mai interrogato sull’importanza della Biofisica e della sua stretta relazione con la Biologia cellulare? Sul perché fisico della vitalità o della morte cellulare? Ricordiamo ancora che le molecole componenti l’organismo (DNA ed RNA, proteine, lipidi, enzimi, catalizzatori ecc…) devono la loro “specializzazione” all’ordine ed alla coerenza mai casuale con la quale gli atomi sono fra loro legati.
L’ordine e la coerenza di tale legame è determinato dalle oscillazioni molecolari che generano un sistema di connessioni elettromagnetiche tra i componenti della materia vivente in grado di fungere da selettivo meccanismo ordinatore.
Si potrebbe ipotizzare che operano, in un certo senso, come “chiavi calamitate” informate e selettive, attirando quelle e solo quelle molecole cariche (positivamente o negativamente) volute fino a formare prestabilite catene di molecole per costruire strutture cellulari od indurre reazioni biochimiche.
Quando l’intensità o la polarità del campo elettromagnetico, all’interno del plasma cellulare, è modificata (ciò succede ogni qualvolta una cellula è colpita da radiazioni, onde o perturbazioni provenienti dall’esterno) la vita della cellula, che consiste appunto di catene e costruzioni di molecole informate da un’oscillazione base, non può non risentirne.
A questo punto quella cellula o quel gruppo di cellule colpite ed alterate sono potenzialmente identificabili ed in un certo senso isolate dal resto dell’organismo in quanto la loro frequenza di emissione non è più quella prevista.
Se la situazione non ritornerà il più presto possibile a livelli normali la cellula andrà incontro alla morte o peggio ancora “impazzirebbe” producendo molecole con informazioni anomale ed emettendo oscillazioni disarmoniche che potrebbero, se non intervenissero i nostri formidabili sistemi di riparo, essere le premesse di patologie degenerative ovviamente anche del cancro.
Nel capitolo seguente tratteremo delle fonti di inquinamento e come difenderci dalle perturbazioni che ci circondano ma prima di passare oltre, al fine di cogliere in modo più preciso il significato reale dei termini di uso comune, che sono contenuti in questo testo, vorremo rispondere molto semplicemente agli interrogativi che di certo si faranno coloro che sono a digiuno di nozioni di fisica.
Che cosa è il campo magnetico?
Il campo di forza, in fisica, è una regione di spazio attorno ad un oggetto particolare (detto sorgente del campo) nella quale si manifestano forze su altri oggetti della stessa natura della sorgente.
Sono esempi di campi di forze:
Campo gravitazionale
Campo elettrico
Campo magnetico
Generato da:
Qualunque oggetto dotato di massa
Qualunque oggetto dotato di carica elettrica
Qualunque conduttore percorso da corrente elettrica
Regione nella quale si manifestano forze che agiscono su:
Altri oggetti dotati di massa
Altri oggetti dotati di carica elettrica
Altri conduttori percorsi da corrente elettrica
Il campo magnetico è generato da una qualunque corrente elettrica, come quella che scorre in un elettrodotto ad alta tensione o nell’impianto elettrico domestico o in un apparecchio utilizzatore.
Il campo magnetico si manifesta come forza che agisce su altre correnti elettriche.
Come si misura l’intensità del campo magnetico?
L’intensità del campo magnetico si misura in Tesla; si usano soprattutto i sottomultipli:
milletesla MT un millesimo di tesla
microtesla mT un milionesimo di tesla
nanotesla nT un miliardesimo di tesla
Il campo magnetico si misura in tesla [T] e sottomultipli; se ha andamento oscillante nel tempo, la frequenza, misurata in hertz [Hz], indica il numero delle oscillazioni in un secondo.
Il campo magnetico oscillante è in grado di provocare correnti elettriche negli oggetti conduttori esposti, quindi anche in un organismo umano, in un sistema biologico.
Cosa è la frequenza del campo magnetico?
Il campo magnetico prodotto da una corrente continua (come quella generata da una pila) è costante nel tempo e si dice campo magnetostatico; il campo magnetico prodotto da una corrente alternata (come quella dell’impianto domestico) varia sinusoidalmente nel tempo e si dice campo magnetico alternato, la frequenza del campo (misurata in hertz) indica quante volte la sinusoide si ripete ogni secondo, noi ci occuperemo unicamente di campi magnetici oscillanti a 50 Hz.
Attenzione: la frequenza non è un’indicazione d’intensità
L’intensità di un campo magnetico oscillante si esprime attraverso il suo valore efficace, dato dall’intensità di un campo magnetostatico di pari contenuto energetico; si può dimostrare che essa è pari al 70% circa del valore di picco.
Una delle caratteristiche più importanti del campo magnetico alternato è la sua capacità di provocare (“indurre”) correnti elettriche all’interno degli oggetti conduttori esposti, come per esempio un organismo umano.
Quali sono le principali sorgenti di campo magnetico a 50 Hz negli ambienti domestici?
Non essendovi alcuna differenza qualitativa tra il campo magnetico a 50 Hz, generato da sorgenti diverse (siano esse elettrodotti, conduttori di cablaggio o elettrodomestici), è conveniente riconoscere due aspetti principali alle esposizioni domestiche, distinguendo le sorgenti ben individuabili (ad esempio gli elettrodomestici) dall’apporto del “tondo ambientale”, nel quale confluiscono tanto le sorgenti poste all’esterno dell’appartamento (linee elettriche aeree ed interrate, elettrodomestici nei locali contigui) quanto quelle interne non immediatamente localizzabili (per esempio il cablaggio nelle pareti).
Quali sono i livelli tipici di campo magnetico a 50 Hz, del fondo ambientale, in un appartamento?
All’IROE sono state eseguite diverse campagne di misura del campo magnetico a 50 Hz in ambienti abitativi. Dall’analisi dei dati rilevati fino ad oggi sono emerse alcune considerazioni abbastanza superficiali e generali.
Il campo magnetico del fondo a 50 Hz, negli ambienti domestici, presenta una notevole variabilità temporale a breve e medio termine, nella quale è possibile talvolta riconoscere una certa ciclicità.
Esso è più elevato negli appartamenti condominiali, e minore nelle abitazioni singole; ciò potrebbe essere dovuto all’influenza del cablaggio comune e al contributo degli appartamenti limitrofi.
Secondo queste ricerche i valori tipici del fondo ambientale sono in genere non solo abbondantemente al di sotto dei limiti di sicurezza raccomandati dalle normative, ma anche inferiori (seppur di poco) alla soglia di attenzione epidemiologica.
Queste considerazioni sono ben documentate dalla figura, che riporta e confronta le misure di induzione magnetica eseguite su un arco di 20 ore, una misura ogni 5 minuti, in un punto di un tipico appartamento in condominio urbano (linea superiore) e di un’abitazione singola in quartiere periferico semirurale (linea inferiore).
Le considerazioni tecniche e le logiche delle misurazioni non hanno però messo in risalto i pericoli che tali campi, riferiti alla costante emissione magnetica a 50 Hz producono, durante il sonno notturno ai sistemi psicobiologici che sono ritmati dalle frequenze cerebrali e che influiscono sulla ghiandola Epifisi e sulla produzione di Melatonina; in particolare in rapporto al sonno REM ed agli importanti livelli di Onde Teta e Delta la cui scansione mette in moto meccanismi bioenergetici che operano a vari livelli, contrastano con un campo fortemente disturbante in quanto di frequenza nettamente superiore e che tende a resettare il sistema e riposizionarlo a livello delle Onde Beta dello stato di veglia.
Quali sono i livelli tipici di campo magnetico a 50 Hz nell’intorno dei piccoli elettrodomestici?
Sono state eseguite molteplici serie di misure del campo magnetico a 50 Hz generato da piccoli elettrodomestici d’uso comune. In figura sono riportati a titolo d’esempio i dati rilevati su di un asciugacapelli (linea in colore azzurro) e uno spremiagrumi (linea in colore rosso), ma le conclusioni che riportiamo sono abbastanza generali.
A) Nelle immediate vicinanze di un elettrodomestico (meno di 10 cm) può essere facilmente superato il limite di sicurezza ICNIRP (100 mT).
B) L’intensità del campo decade rapidamente con la distanza;
C) la Soglia di Attenzione Epidemiologica è raggiunta a distanze dell’ordine di 30‑80 cm, secondo il tipo di elettrodomestico.
I telefoni senza fili emettono fino ad 8 V\m, non usarli per troppo tempo, cambiare spesso orecchio, la radiosveglia emette fino a 5 mT, tenerla almeno a 3 metri dal cuscino, il televisore emette fino a 3 mT, guardarla ad almeno 3\4 metri di distanza e mai nella camera da letto, per lo meno si stacchi sempre la spina dopo averla vista e coprire lo schermo con un panno spesso e scuro, l’alogena emette fino a 12 mT attenzione quindi all’eccessivo uso vicino a noi! Il ferro da stiro emette fino a 0,4 mT, il ventilatore fino a 40 mT, il frullatore fino a 12mT, il frigorifero fino a 1,7 mT, la lavatrice e lavastoviglie fino a 3mT, l’asciugacapelli fino a 2000mT ed insieme al rasoio elettrico che arriva anche a 1000 è tra quelli più pericolosi, si usino il meno possibile! Per quanto riguarda il forno a microonde e la coperta termica, lo stesso buon senso dovrebbe consigliarci di diffidarne.
Che cosa si può dire, in sintesi, sulle caratteristiche del campo magnetico a 50 HZ negli ambienti abitativi?
Viene riferito, dalle solite fonti, che questi valori sono in genere abbondantemente al di sotto dei limiti di sicurezza raccomandati dalle normative ed anche inferiori (seppur di poco) alla Soglia di Attenzione Epidemiologica; ma, nelle immediate vicinanze di un elettrodomestico (vedi sopra), può essere facilmente superato il limite di sicurezza ICNIRP (100 mT).
L’intensità del campo decade rapidamente con la distanza.
La Soglia di Attenzione Epidemiologica (0,20 mT) è raggiunta a distanze dell’ordine di 30‑80 cm, a seconda del tipo di elettrodomestico…si pensi all’asciugacapelli od al telefono portatile!
Vediamo ora altre fonti d’inquinamento:
Le altre fonti d’inquinamento nelle abitazioni sono:
A) chimiche
B) magnetiche
C) elettriche
D) elettromagnetiche
E) radioattive
F) inquinamento indoor
G) acustiche
A) Chimiche:
Nel processo di costruzione derivano dalle sostanze tossiche presenti in alcuni materiali utilizzati come: vernici, moquette, smalti, parquet, serramenti, materiali da tamponamento, isolanti termici, schiume per intercapedini, diluenti, formaldeide ecc…
B) Magnetiche:
Nel processo di costruzione sarebbe opportuno alterare il meno possibile il campo magnetico naturale per evitare la creazione di anomalie e di conseguenza, ove possibile, ridurre al minimo l’utilizzo di materiali ferromagnetici.
L’organismo umano, come abbiamo riferito, è sensibile a gradienti di campo magnetico e statico anche dell’ordine di qualche decina di nanoTesla. Le anomalie inoltre, alterano l’andamento delle reti d’interazione naturali (reti di Hartman, di Curry)
I letti, le reti, i materassi non dovrebbero utilizzare materiali ferromagnetici per evitare anomalie o risonanze ed i letti dovrebbero essere orientati con l’asse nella direzione del nord magnetico, quindi con la testa rivolta a nord, che facilita l’ottimizzazione del sonno.
C) Elettriche:
Nel processo di costruzione sarebbe opportuno evitare di alterare il meno possibile il campo elettrico naturale locale, evitando la creazione di zone polarizzate elettricamente o inibenti tale campo.
Sarebbe il caso di ridurre al minimo l’utilizzo di materiali isolanti in grado di elettrizzarsi per cause naturali ed artificiali come ad esempio la moquette, i materiali plastici di rivestimento, ecc…; i materiali isolanti elettrizzati attirano gli ioni negativi presenti nell’aria alterando l’equilibrio ionico relativo a favore dei nocivi ioni (+).
Il deficit di ioni negativi (-) è considerato dai ricercatori come un fattore essenziale e decisivo per lo sviluppo di certi atteggiamenti psiconervosi come la svogliatezza, la mancanza di concentrazione, la riduzione di rendimento e come concausa di vari disturbi. Emettitori di ioni negativi si trovano in commercio, per la purificazione degli ambienti fumosi e per rendere l’aria più pulita e depurata da pollini, polveri, smog di vario tipo. Gli allergici possono respirare liberamente anche nelle stagioni più a rischio nelle stanze in cui sono installati questi “negativatori “.
D) Elettromagnetiche:
Le fonti elettromagnetiche si possono dividere in due grandi categorie:
Artificiali e naturali:
Le artificiali sono provocate dalle attività umane, legate principalmente alla distribuzione d’energia elettrica ed in generale dai sistemi di telecomunicazione.
È importante una scelta oculata del sito con verifica dei livelli dei campi EM locali prima di un’eventuale edificazione.
Per avere dei livelli bassi d’inquinamento EM artificiale, detto anche elettrosmog, è necessario scegliere siti per l’edificazione distanti dalle linee ad alta tensione, da sottostazioni elettriche, da linee di distribuzione a bassa tensione, da antenne per telecomunicazione e telefonia, da impianti radar e da tutti quei sistemi tecnici in grado di emettere energia elettromagnetica nello spazio circostante.
L’impianto elettrico dell’edificio dovrà essere opportunamente progettato ed installato, in modo da limitare al massimo la creazione d’inquinamento a bassa frequenza; allo scopo è consigliabile l’utilizzo di cavi schermati con fili interni attorcigliati, disgiuntori (vedi prossimo capitolo) di rete e la dislocazione delle eventuali centraline elettriche lontano dalle zone di lunga permanenza.
Esiste un’ampia letteratura sulle ricerche epidemiologiche effettuate a livello mondiale e sulle modalità d’influenza, sul nostro sistema endocrino ed immunitario, da parte delle onde elettromagnetiche.
Le naturali sono, ad esempio, le radiazioni cosmiche che creano delle fasce d’interazione con il sistema psico-fisico umano ma esistono anche, in questa categoria, le perturbazioni telluriche amplificate dalle cosiddette reti di Hartmann e di Curry.
Le zone con presenza di faglie e microfaglie interagiscono con il nostro sistema biologico a causa di particolari emissioni elettromagnetiche, anche se di bassissima intensità e secondo i vari parametri e profondità, analogamente ciò vale anche per le vene d’acqua.
La composizione stessa del terreno può creare delle interazioni diverse, in funzione della sua composizione, della presenza d’eventuali contatti stratigrafici, della conducibilità elettrica, principalmente valutata attraverso le relative bande d’assorbimento nel campo ultravioletto, visibile ed infrarosso, ai quali il nostro sistema psico-fisico è più sensibile.
Un terreno argilloso è sicuramente molto più interattivo, di uno calcareo.
E) Radioattive:
Gli elementi radioattivi naturali sono diffusi su tutta la terra, vi sono quelli a vita lunga o breve. Tra quelli a vita lunga vi sono l’Uranio ed il Torio che danno origine a due diversi isotopi del Radon. La radioattività, è bene ricordarlo, è stata scoperta nel 1898 dagli studi sulle emissioni naturali di Marie Curie. Nel 1900 il fisico F.Dorn scoprì che i sali di Radio producevano un gas radioattivo: il Radon.
Il Radon è quindi un gas poco più pesante dell’aria, che si produce dal decadimento del Radio presente nel terreno, è inodore, incolore.
E’ nocivo per l’uomo specie se è assorbito in modo continuativo in un ambiente.
Questo gas è sospettato essere cancerogeno colpendo, in particolare, i polmoni.
Ricordo che anche Paracelso, uno dei più grandi medici del medioevo, aveva notato l’alta mortalità dovuta a malattie polmonari tra i lavoratori delle miniere d’argento nella regione di Schneeberg in Sassonia. L’incidenza di questa malattia, in seguito conosciuta come malattia di Schneeberg, aumentò nel diciottesimo secolo quando l’attività delle miniere d’argento, rame e cobalto si intensificò. Questa malattia venne riconosciuta come “Cancro polmonare”nel 1879. Osservazioni compiute in seguito su animali da esperimento confermarono, nel 1951, questa tragica verità.
La Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica (ICPR) ha sottolineato la vastità del problema per la salute pubblica ed ha formulato severe e specifiche raccomandazioni nella pubblicazione N°65/1993, a cui hanno fatto seguito varie disposizioni delle autorità locali, specie in Svizzera.
Se per il momento in Italia se ne parla poco, in America ed in Svizzera questo fenomeno è quindi tenuto in gran considerazione ed è oggetto di ulteriori studi e ricerche da parte di coloro che sono responsabili di problematiche ambientali.
Il Radon provenendo da rocce d’origine vulcanica presente nel sottosuolo (graniti, pozzolane, tufi, lave) può raggiungere l’ambiente esterno in presenza di fratture negli strati superficiali del terreno o attraverso falde sotterranee e d’acqua.
Il limite del livello d’inquinamento radioattivo, secondo le raccomandazioni CEE 143/90, è fissato in 200 Bq/mc per le abitazioni da costruire mentre per quelle già costruite il limite è fissato in 400 Bq/mc.
Quando vi sono fessure nelle pavimentazioni o nelle vie di possibile risalita, la penetrazione nei locali d’abitazione è facilitata, inoltre può essere emesso anche dai materiali da costruzione, come le pietre o gli inerti che vengono utilizzati per i calcestruzzi.
E’ pur vero, tuttavia, che la concentrazione di radon presente in un sito dipende molto dall’areazione degli ambienti, in mancanza di questa, infatti, il gas tende a concentrarsi.
L’antidoto al radon è dunque la previsione, in fase di progettazione, di un’adeguata ventilazione dei locali collocati sotto il piano abitabile e la verifica che il gas non possa salire nell’edificio attraverso i condotti predisposti per il passaggio degli impianti. Per ulteriori informazioni tecniche si può contattare la ditta Artes di Scanzorosciate (BG) leader nello studio delle protezioni da Radon con “la barriera Antiradon” oppure la Ditta Holzer, Silandro (BZ) con altri accorgimenti.
F) Acustico:
Senza dubbio uno dei fattori che contribuiscono a creare un ambiente accogliente per l’uomo è l’assenza o perlomeno il controllo del fattore “inquinamento acustico”, che col passare degli anni si è fatto più rilevante.
Va detto che, a certi livelli di frequenza, la percezione dei suoni come “rumori molesti” dipende spesso da valutazioni soggettive (chi usa una motocicletta non ne considera molesto il rombo, a differenza di chi invece è costretto a subirlo, suo malgrado). Esistono in ogni modo suoni che una larga maggioranza di persone avverte come sgradevoli e quindi sono associati a fastidio, disturbo o disagio.
Sono state condotte ricerche per definire con precisione il rapporto esistente tra l’esposizione a determinati rumori, d’intensità nota e provenienti da sorgenti note (dose di rumore) e la sensazione d’irritazione o di disagio avvertita da un gruppo d’individui esposti a tali rumori.
Per lo più sono state ottenute valutazioni fondate su considerazioni di tipo quantitativo, in altre parole si è cercato di rilevare da quanti individui, in percentuale, un dato rumore sia avvertito come elemento di disturbo.
Qualora non fosse possibile operare una scelta del luogo per evitare la sua influenza negativa, è necessario ricorrere ai sistemi intelligenti che sono messi a disposizione per annullare o perlomeno smorzare le vibrazioni causate spesso e volentieri dal traffico o dalla vicinanza con realtà industriali con un alto tasso di rumorosità. A questo scopo si possono utilizzare pannelli fonoassorbenti e barriere al rumore.
G) Inquinamento Indoor:
L’inquinamento dell’aria d’ambienti confinati o “indoor” è ora considerato un problema di notevole importanza per la salute umana.
Questo crescente interesse è dovuto ai sempre più lunghi periodi di tempo trascorsi dalla popolazione in ambienti chiusi e alle innumerevoli sostanze utilizzate quotidianamente. Esse costituiscono un potenziale fattore di rischio nello sviluppo di varie patologie.
È stato, infatti, evidenziato che generalmente si trascorre l’85% del tempo in ambienti chiusi (abitazioni, uffici, scuole, edifici pubblici, veicoli). Inoltre, il minor volume di diluizione all’interno degli edifici, paragonato all’aria esterna, implica una maggior concentrazione d’inquinanti.
Tra gli inquinanti indoor ad esempio troviamo l’ossido di carbonio (CO2), gli ossidi d’azoto (NO) e la formaldeide, riscontrabili nell’aria prelevata dalle abitazioni; ma possono essere anche presenti nell’aria di centri urbani ad intenso traffico veicolare.
All’interno degli edifici poiché il ricambio d’aria è purtroppo limitato, generalmente la ventilazione è inferiore al ricambio d’aria esterno, ovviamente le concentrazioni risultano più elevate di quanto non lo siano all’esterno; è stato osservato un progressivo incremento di patologie riguardanti l’apparato respiratorio in corrispondenza al prolungarsi dell’esposizione agli inquinanti aerodispersi.
Gli organi bersaglio principali sono i polmoni, i bronchi e le vie respiratorie; i gas e le polveri, una volta inalati, possono far reagire abnormemente il sistema immunitario e depositarsi nei bronchioli e nelle vie aeree, creando i presupposti dello sviluppo di varie forme morbose.
Anche l’uso di materiali plastici sia come rivestimenti, sia come arredo, comportano dei potenziali rischi; il loro impiego ha importanti ripercussioni sul tipo e sulla qualità di gas tossici che si potrebbero sviluppare in caso d’incendio.
H) Elettrosmog:
E’ definito “elettrosmog” quell’insieme di fenomeni originati artificialmente da materiali o strumenti e impianti elettrici, da generatori di onde ad alta frequenza (microonde), da batterie ed ogni altro apparecchio o sistema a funzionamento elettrico.
Infatti, campi elettrici e magnetici sono quindi prodotti costantemente da cavi e condotte di trasporto dell’energia elettrica, stazioni di trasformazione, impianti elettrici, apparecchi ed elettrodomestici, materiali artificiali, ecc.
Dall’analisi dei luoghi abitati, si e’ potuto, infatti, riscontrare come le anomalie più frequenti imputabili all’elettrosmog siano generate dalla presenza di cavi elettrici collocati nelle testate dei letti o nei muri attigui, da elementi ferromagnetici nelle vicinanze, come un televisore, un computer, o elettrodomestici situati al di là della parete, come un frigorifero, una lavapiatti, una lavatrice o nei piani sottostanti, il che corrisponde, molto spesso, al soggiornare o peggio dormire sopra alla caldaia, o ad un box nel quale e’ parcheggiata una macchina, oppure da ripetitori radio, da antenne per telefonia cellulare, e così via….
Il principio base di ricerca per noi è quello di riuscire a ridurre nettamente, al di sotto di ogni limite pericoloso per la cellula vivente, i campi elettromagnetici; questo poiché anche valori bassi (per le normative) ma costanti nel tempo possono indebolire progressivamente il nostro sistema immunitario.
Quest’osservazione può essere confermata da molte valutazioni scientifiche ed in seguito ad innumerevoli ricerche effettuate soprattutto nel Nord Europa da più di trent’anni, in persone soggette a prolungate esposizioni a campi ritenuti genericamente “bassi” da un punto di vista medico ed “accettabili” da un punto di vista normativo.
Tali ricerche hanno evidenziato che questi fattori sono invece più che sufficienti a sconvolgere la stabilità elettrochimica cellulare ed a danneggiare sensibilmente le trasmissioni neuro‑cerebrali, con conseguente indebolimento del sistema di regolazione centrale immunitario e quindi anche neuroormonale.
Potrebbero evidenziarsi malesseri “inspiegabili” e cronicizzazioni di mali comuni, come le allergie, l’asma, gli stati depressivi e così via fino ad arrivare anche a patologie più gravi come le forme tumorali, le leucemie e così via.
L’ elettrosmog può provocare obiettivamente alterazioni più o meno importanti del metabolismo cellulare e quindi di tutti i sistemi biologici, provocando le più svariate patologie anche in relazione allo stato di salute e vitalità cellulare del soggetto, alla sua struttura bioenergetica, alla sua diatesi di base, al suo carico psicosomatico ed al suo “locus minoris resistentiae”, citiamo le più significative: cefalee, stati di irritabilità e disturbi del comportamento (aggressività), disturbi del sonno (sindrome da jet‑lag), astenia (perdita di vitalità ed abbassamento della capacità di concentrazione), riduzione della attività sessuale, inappetenza e disturbi del sistema cardiovascolare, dolori toracici, alterazione del ciclo mestruale, diminuzione della pressione arteriosa, disturbi al sistema nervoso centrale, neurodermatiti, radiodermiti, alterazioni endocrinologiche, arrivando infine a possibili alterazioni cromosomiche e del DNA.
Il meccanismo d’azione dell’elettrosmog interviene anche a livello nervoso con una netta riduzione del rilascio della serotonina, che è un evento, come abbiamo visto, notturno (fase di rigenerazione, con picco nella fase di sonno profondo) e che in presenza di campi elettromagnetici nocivi si riduce da 5 a 15 volte.
L’abbassamento del sistema immunitario va quindi ad alterare il centro di informazione in codice e cioè di difesa del nostro organismo che risulterà essere quindi maggiormente attaccabile da ogni eventuale aggressione esterna. Esistono, a tale proposito, una serie di studi, effettuati da ricercatori di Medicina dell’Habitat, che evidenziano una certa relazione fra degenerazioni patologiche ed esposizione a campi elettromagnetici.
Un’ulteriore prova istituzionale dell’effettiva pericolosità di tali campi è che l’EPA (agenzia americana per l’ambiente, Stati Uniti) già nel 1990 inseriva i CEM a bassissima frequenza (quindi quelli d’utenza domestica) nel sottogruppo 131, cioè quello dei potenziali cancerogeni, insieme al DDT, PCB e diossina…
Classificazioni delle radiazioni elettromagnetiche:
Tutte le radiazioni elettromagnetiche si propagano alla velocità della luce. Esse sono costituite essenzialmente da fotoni che non hanno energia sufficiente a separare gli elettroni dalle orbite esterne degli atomi, perciò vengono anche classificate come radiazioni non ionizzanti (NIR cioè Non Ionizing Radiations).
La loro energia è proporzionale alla frequenza ed inversamente proporzionale alla lunghezza d’onda. In particolare modo le NIR si propagano sotto forma di energia ondulatoria, cioè oscillazione, consistente in un campo elettrico ed un campo magnetico, agendo sulle particelle cariche in movimento.
Sono inclusi nelle radiazioni non ionizzanti i campi elettrici e magnetici statici. Essi sono presenti costantemente in corrispondenza delle sorgenti, anche in assenza di radiazioni. Si distinguono così un campo reattivo che si trova in prossimità della sorgente e un campo radioattivo che, emesso dalla sorgente, può arrivare a grandi distanze da questa.
Da un punto di vista pratico le radiazioni non ionizzanti sono suddivise secondo la frequenza. I nomi conferiti alle varie bande dello spettro, comunque, si riferiscono principalmente ai metodi di produzione e di rilevamento, piuttosto che alle particolari lunghezze d’onda.
Ad esempio l’oscillazione in un circuito elettrico genera onde rilevabili mediante un radioricevitore, mentre un corpo incandescente emette onde infrarosse che a loro volta possono essere rilevate mediante uno strumento termosensibile, come un bolometro.
Le sorgenti di radiazioni non ionizzanti possono essere sia naturali sia antropogeniche. Le prime sono ad esempio i fulmini e il campo magnetico terrestre, mentre tra quelle derivanti da attività umana si possono menzionare i sistemi per radio‑telecomunicazioni e g1i elettrodotti.
La principale fonte di radiazioni non ionizzanti è certamente quella dei sistemi di radio-telecomunicazioni, che in questi ultimi anni hanno avuto un notevole incremento; basti pensare alla diffusione delle TV private e ai telefoni cellulari o allo sviluppo delle comunicazioni via satellite.
I settori delle applicazioni delle NIR sono in continua espansione, per questo aumentano i rischi sia per i lavoratori direttamente esposti che per la popolazione in generale. E’ noto inoltre che nell’ambiente domestico si è esposti ripetutamente a radiazioni emesse dagli elettrodomestici che si sono sempre considerati innocui quali: ferro da stiro, forno a microonde, lavatrice, frigorifero, aspirapolvere, asciugacapelli, rasoio elettrico, frullatore ecc…Consigliamo a tutti di acquistare uno strumento di misurazione, valido e semplice, per rendersi visivamente ed immediatamente conto dell’intensità delle emissioni, dei limiti di sicurezza e delle tolleranze. In commercio ne troverete di ogni tipo e prezzo.
Se è vero quindi che vivere in armonia con il nostro ambiente significa in fondo vivere in armonia con noi stessi è altrettanto vero che uno spazio domestico risulta realmente benefico e positivo se noi riusciamo ad instaurare con esso un legame realmente “affettivo”, vale a dire rapportarci con il genius loci, l’energia, i materiali, i colori, l’acqua che vi arriva, gli oggetti ed i suoni, ecc… come presenze che ci danno un’identità, un piacere, una serenità ed un rifugio nello stesso tempo, nel quale poterci specchiare, purificare e rigenerare dopo le tormentose aggressioni del mondo esterno; ritrovando nelle nostre abitazioni, ogni giorno, quell’equilibrio psicofisico e spirituale necessario per poter affrontare più consapevolmente e tranquillamente la vita.