NUTRIZIONE INTELLIGENTE: ACQUA PER NUTRIRCI

“Acqua per nutrirci”

L’acqua è un elemento fondamentale e direi magico per la vita dell’uomo e per quella del pianeta su cui viviamo, e può essere considerata seconda per importanza solo all’Ossigeno. Ogni singola cellula contiene acqua nel liquido intracellulare ma è anche circondata da acqua cioè liquido interstiziale ed utilizza l’acqua stessa per assimilare le sostanze nutrienti, per espellere gli scarti del metabolismo, per i processi di ossidoriduzione, per la produzione di ATP, come mezzo liquido protettivo antishock, come mezzo di comunicazione e memoria e tantissime altre cose ancora. Come vedete è fondamentale essere ben idratati ed assumere un’acqua che deve essere insieme “medicina e nutriente”.  Dal 55% (negli anziani) al 85%  (nei neonati) del corpo di un uomo è composto d’acqua, non stupisce perciò che questa sia determinante nel regolare le funzioni del corpo. Considerando i singoli organi ed apparati, cervello e cuore sono composti d’acqua per il 75%, mentre sangue e polmoni per l’85% circa, nell’uomo adulto. Ne consegue che una corretta idratazione rappresenta la condizione essenziale per mantenersi in buona salute.  Ogni giorno il nostro corpo deve sostituire circa 2,5 litri di acqua, ovviamente secondo le condizioni climatiche ed altre variabili biofisiche. L’acqua veicola nutrienti, ormoni, oligoelementi, vitamine, coenzimi ecc… insieme al sangue (costituito dall’85% di acqua) nelle cellule e negli spazi intercellulari; aiuta la digestione degli alimenti, regola la temperatura corporea attraverso la respirazione e la sudorazione, mantiene e regola i sistemi del corpo, tonifica i muscoli, mantiene la pelle elastica, lubrifica le articolazioni e mantiene vigile la mente, è fondamentale per la funzione della sostanza grigia e del Sistema Nervoso in generale. I differenti tipi di tessuti contengono differenti quantità di acqua. I grassi, ovviamente, ne conterranno poca, mentre i muscoli, il sangue e la cute ne avranno concentrazioni più elevate ma sappiate che vi è acqua anche nei denti.

Il corpo può immagazzinare nutrimenti, ma non acqua. Una volta che le riserve di acqua diminuiscono compare la sete, come segno generico di disidratazione, con sintomi di tipo sia fisico che mentale.

La sete però è un sintomo tardivo, quando esiste già una certa disidratazione che invece andrebbe prevenuta.

La fatica è uno dei primi segni d’insufficiente apporto idrico.Spesso si risponde alla necessità di energia o forza del corpo con l’assunzione di caffè che è invece un diuretico che disidrata ulteriormente, così come il tè. Bere regolarmente riduce la sensazione di fame: il nostro corpo confonde spesso i segnali di sete con quelli della fame.

Rammentiamo ai nutrizionisti e dietologi, che proliferano tra le varie categorie di sanitari di ogni estrazione scientifica o culturale e che pensano di tutto ma proprio di tutto per far dimagrire i loro pazienti ma dimenticano molto spesso, troppo spesso la cosa più importante: l’acqua e la sua funzione come nutrimento e la logica, non sempre chiara, di come avviene il ricambio idrico. Se l’assunzione giornaliera di liquidi non è sufficiente il corpo comincia a trattenere acqua per compensarne la mancanza alterando così diverse funzioni fisiologiche. Infatti il corpo percepisce questa situazione come una minaccia per la sua sopravvivenza conservando acqua che immagazzina fuori dalle cellule con conseguente gonfiore ai piedi, gambe, mani. In questo modo si fanno i primi passi per vestirsi del famoso “cappottone protettivo d’acqua”. Il cappotto fisico diventa il cappotto psichico e viceversa, si instaura un circolo vizioso da cui è difficile uscirne senza sacrifici ed un lungo e costante impegno.

Avrete avuto modo di vedere, nella vostra vita, alcune persone simili a caricature dei cartoni animati, con testina piccola posata su di un corpo più simile ad una botte che ad un essere vivente. Queste sono spesso paurose ed indifese, insicure ed impacciate in un corpo che non accettano ed in costante e continua dieta…che non porta mai a risultati.

La “protezione” sta a significare che sicuramente qualcosa di fisico non funziona ma che coinvolge il sistema PNEI (psico-neuro-endocrino immunologico) con una causa scatenante di origine prettamente psicosomatica, ma che si interfaccia appunto con l’equilibrio idrico coinvolgendo l’acqua interna che fa da vero e proprio cuscinetto, da cappottone protettivo da ogni influenza esterna, un’interfaccia tra il mentale ed il fisico, una memoria psicobiologica che risponde ai nostri conflitti più profondi.

La PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) è la scienza su cui basare, fra l’altro, anche le logiche di una dieta personalizzata che definirei una “PsicoDieta”.

 Sono sicuro che non vi è nuovo il concetto che i cibi sono in grado di condizionare gli atteggiamenti, l’umore e le successive scelte alimentari.

Fattori quali stress, frustrazioni, nervosismo, conflitti profondi possono indurre a cercare consolazione nel cibo. Si dovrebbe sviluppare nella “PsicoDieta” una profonda comprensione di tali meccanismi ed una rimozione del vissuto conflittuale. Come tutti sanno, quello che mangiamo è importantissimo nel determinare le nostre percezioni, i nostri atteggiamenti, e i modi in cui ci comportiamo, e ha su di noi effetti a volte immediati e forti, a volte sottili, graduali e continui. Per dimostrare quanto sopra parto da una considerazione pratica, che tutti avete sperimentato varie volte nella vita. Se un cibo può favorire il benessere e la gioia, di certo ve ne sarà un altro che creerà effetti opposti,  prendiamo ora in considerazione i cibi della felicità.

Cibi della felicità

Alcuni cibi hanno il potere di allentare le tensioni regalando una piacevole sensazione di benessere. Un simile effetto è dovuto al contenuto di sostanze che, fra l’altro, stimolano la serotonina, l’ormone del buonumore. La serotonina induce il senso di sazietà, favorisce il sonno, calma l’umore, funge da rasserenante generale.

Tra questi cibi troviamo le banane, le noci, i legumi, le verdure a foglia verde (spinaci e insalate), i latticini, la panna, i cereali integrali e il pesce azzurro ed in parte anche il cioccolato. I ricordi ed i conflitti passati possono determinare, per i principi scientifici della PNEI, la scelta di certi cibi ed il rifiuto totale di altri. Ci si può rifugiare nella pasta frolla o nella panna montata perché da piccoli eravamo accuditi dalla nonna con tanto amore che ci donava spesso quei cibi; cibi che ora ci evocano i ricordi piacevoli ed un senso di protezione e di amore. Non solo “quei” cibi, ma col tempo anche altri magari diversi che hanno lo stesso profumo, consistenza, forma o sapore…

Secondo la famosa autrice di ricerche e libri di psicosomatica come Louise L. Hay:

“E’ la paura la causa principale dell’obesità. L’aumento del tessuto adiposo del corpo rivela bisogno di protezione. Si può avere paura di sé stessi e degli altri, della vita, delle responsabilità, del sesso (molte donne, in effetti, ingrassano per non essere attraenti e quindi non ricevere proposte sessuali).
A volte la paura cela un sentimento di rabbia e un rifiuto di perdonare. Se il grasso si concentra sulle braccia, rivela ira perché ci è stato negato amore; se è sulle cosce, è segno di collera accumulata nell’infanzia, soprattutto nei confronti del padre; sui fianchi, indica rabbia ostinata nei confronti dei genitori; sul ventre, ira perché ci si è sentiti negare il nutrimento; sui glutei, che rappresentano il potere, esprime paura di non avere potere e collera contro le figure di autorità.
Inoltre, molti ingrassano per dimostrare a sé stessi di non valere granché, e quindi per dare ragione ai propri genitori o insegnanti, o a qualsiasi altra autorità li definisse degli incapaci. Altri per sentirsi impotenti di fronte al problema e quindi per potersene lamentare, attirando così un interesse che non pensano di poter suscitare in modi diversi. Altri ancora perché sono così arrabbiati con sé stessi da volersi punire.

La maggior parte delle persone, comunque, ingrassa per essere infelice, per doversi sempre preoccupare del proprio corpo e del cibo, così da non godersi i piaceri della vita.”

Ciò riguarda il collegamento che inconsciamente molti operano tra il piacere e il dolore, in ricordo del trauma natale. Queste persone pensano, magari senza rendersene conto, “Non posso essere totalmente felice… se lo sono, sicuramente accadrà poi qualcosa di brutto, arriverà un momento in cui starò male e quindi mi sentirò infelice”.  Insomma, meglio essere sempre insoddisfatti di sé piuttosto che venire puniti dalla vita.”

Dunque, affrontare veramente una fame insaziabile, una bulimia ed i problemi di peso conseguenti è importante chiedersi da chi o da che cosa si sta cercando di difendersi, cosa non si vuol lasciare andare e verso chi si prova rabbia o rancore.

La “PsicoDieta” dovrà affrontare le tematiche che stanno alla base delle scelte alimentari errate ed a volte scellerate che portano spesso a patologie importanti nella tarda età.

Concludendo vi invito a bere acqua pura e non inquinata e di mettere sempre in primo piano, nella vostra alimentazione, la giusta quantità di acqua, sorseggiandola sempre fuori pasto, durante il giorno. Un bel bicchiere di acqua calda, dopo i pasti principali, sarà per voi straordinariamente salutare, provate…e buona vita!