Questo è un aneddoto che parla di “un uomo che era sempre addormentato e sempre sul punto di riaddormentarsi, ovunque si trovasse”. “Lo si poteva vedere ai più grandi raduni di massa, ai concerti, alle riunioni più importanti, seduto che dormiva. Di certo tu conosci quell’uomo, perché sei tu. Di certo, devi averlo incontrato molte volte; come potresti evitarlo? Sei tu!
Quell’uomo dormiva in tutte le posizioni immaginabili: dormiva con i gomiti per aria e le mani dietro la nuca. Dormiva in piedi, appoggiandosi a se stesso per non cadere. Dormiva a teatro, per strada, nella sinagoga… ! Ovunque andasse gli occhi gli si chiudevano dal sonno.
Se fosse stato un hindu, avrebbe potuto dormire perfino a testa in giù, nella posizione del shirshasana. Ho visto molti hindu dormire in questa posizione. Molti yogin imparano a dormire appoggiati alla testa. E’ molto difficile, arduo, richiede una lunga pratica, ma è possibile farlo.
I suoi vicini di casa dicevano che aveva continuato a dormire anche durante sette incendi e che una volta, trovandosi realmente in mezzo a un grande incendio, fu trascinato fuori dal letto, ancora addormentato, e steso sul marciapiede. Lì dormì per parecchie ore, finchè arrivò un’ambulanza che se lo portò via.
Si raccontava anche che, al suo matrimonio, mentre recitava la formula di rito: “E io prendo in sposa…”, cadde addormentato alla parola “sposa”…cerca di ricordartelo… e per riuscire a svegliarlo dovettero per ore colpirlo sulla testa con un candelabro. Poi, ripetè lentamente la parola seguente, e si riaddormentò!
Prova a ricordarti la tua cerimonia nuziale, la tua luna di miele, il tuo matrimonio.
Sei mai stato sveglio?
Ti sei mai lasciato scappare l’occasione di addormentarti, non appena ti era possibile?
In realtà non hai mai fatto altro che dormire.
Ti sto rammentando tutto questo, affinchè tu possa credere al resto della storia che riguarda il nostro eroe.
Un giorno andò a dormire, e dormì, dormì profondamente, ma nel sonno gli sembrava di udire un rumore di tuono, sentiva tremare il letto. Pensò quindi che fuori piovesse, con il risultato che si riaddormentò ancor più piacevolmente, raggomitolandosi al calduccio delle coperte.Ricordi quante volte hai interpretato le cose che ti succedevano, mentre dormivi?
Ti ricordi di quando la sveglia si metteva a suonare e tu sognavi di essere in chiesa e di sentir suonare le campane? Questo è un trucco della mente per evitare il disturbo dato dalla sveglia.
Quando l’uomo si svegliò, si vide circondato da un grande vuoto: sua moglie non c’era più, e non c’era più il letto e neppure materasso e coperte. Volle affiacciarsi alla finestra, ma non c’era più neppure quella. Avrebbe voluto precipitarsi giù per le scale e chiamare aiuto, ma non c’erano scale nè aria per gridare; e quando decise di uscire almeno dalla porta, si accorse che non c’erano più porte. Tutto era svanito!
Sulle prime rimase sconcertato, incapace di capire cosa fosse successo. Poi pensò: “Torno a dormire”. Ma vide che non c’era più nemmeno la terra su cui adagiarsi. Solo allora cominciò a riflettere: “Sembra quasi che abbia dormito fino alla fine del mondo. Non è questo il modo di fare!”.
Cominciò a deprimersi. Pensò: “Non c’è più il mondo, cosa farò senza un mondo? Dove andrò a lavorare, come mi guadagnerò da vivere, soprattutto adesso che il costo della vita è così alto e ci vogliono duemila lire per una dozzina di uova, che forse non sono neppure fresche; e poi, che ne sarà delle diecimila lire che la società del gas mi deve restituire? E dove è andata mia moglie? E’ possibile che sia sparita anche lei insieme al mondo, e a quelle cinquantamila lire che avevo nella tasca della giacca? Eppure, non è il tipo di donna che scompare facilmente”, rimuginava tra sè e sè tutte queste cose.
Anche tu penserai a queste cose, il giorno in cui, all’improvviso, ti accorgerai che il mondo è scomparso. Non sapresti che altro pensare. Penseresti al prezzo delle uova, al tuo ufficio, a tua moglie, ai soldi. Tu non sai che altro pensare! Il mondo intero è scomparso, ma il tuo modo di pensare è diventato meccanico.
“E cosa faccio se mi viene voglia di dormire? Come farò a stiracchiarmi, se il mondo non c’è più? E se mi viene il mal di schiena? E chi finirà quella montagna di lavoro rimasta in negozio? E se volessi farmi un goccetto, dove vado? Ehi, ma si è mai vista una cosa simile? Uno si addormenta con il mondo sotto la testa e quando si sveglia non c’è più!.
Un giorno o l’altro accadrà anche a te. E’ ciò che accade ad ogni uomo, quando muore. All’improvviso il mondo intero scompare. D’un tratto non fai più parte di questa realtà, vieni proiettato d’acchito in un’altra dimensione.
Questo accade a ogni uomo che muore, perchè tutto quello che conosci è soltanto il mondo periferico. Quando muori, improvvisamente la tua periferia scompare, e tu vieni rigettato nel tuo centro, senza conoscere il linguaggio, senza saper nulla del tuo centro. Ti apparirà come vuoto, avrai la sensazione di una negazione, di una assenza.
Mentre il nostro eroe se ne stava lì, in mutande, pensando a cosa fare, gli venne un’idea: “Al diavolo! Il mondo non c’è più? E chi lo voleva? Chi ne ha bisogno? Visto che, di fatto, è scomparso, potrei andarmene al cinema per ingannare un po’ il tempo”. Ma con suo grande stupore si accorse che erano spariti anche i cinema…
“Ho combinato proprio un bel pasticcio”, pensò, lisciandosi i baffi. “Se non avessi dormito così profondamente”, si rimproverò, “sarei scomparso anch’io con tutto il resto”. “Questa è proprio una bella sfortuna … nè mi posso consolare con un bicchierino. E mia moglie? Chissà con chi è sparita? Se è con quel bell’imbusto dell’ultimo piano, l’ammazzo! Mio Dio … chissà che ore sono?”
A queste parole il nostro eroe gettò uno sguardo all’orologio, ma non lo trovò. Cercò in entrambe le tasche del vuoto infinito, ma non riuscì a trovare nulla da toccare.
“Ho appena speso centomila lire per quell’orologio, ed ecco che è già scomparso,” pensò tra sè e sè. “Non mi importa se il mondo è scomparso, non era il mio mondo! Ma l’orologio! Perchè doveva scomparire anche lui? Un orologio nuovo, pagato centomila lire! Non aveva neppure un graffio… e che sete! E niente da bere. Non c’è niente di meglio di un buon bicchiere, al mattino. E chissà se mia moglie…ho continuato a dormire in mezzo a questa catastrofe, merito proprio il peggio! Aiuto, aiuto, aaaiiiuuutttooo! Dove avevo la testa? Perchè non ho tenuto d’occhio il mondo e mia moglie? Perchè li ho lasciati sparire: erano così giovani!”.
Così dicendo, il nostro eroe iniziò a picchiare la testa contro il vuoto, ma poichè il vuoto è molto soffice, non si ferì e rimase vivo per raccontare la sua storia.
Questa è la storia della mente umana e di come è fatta.
Tu crei intorno a te un mondo di illusioni. Continui ad attaccarti a cose che non verranno con te dopo la tua morte. Continui a identificarti con cose che ti verranno portate via.
Per questo gli hindu definiscono “illusione” il mondo: con la parola “mondo”non intendono il mondo in sé, ma semplicemente il mondo che tu hai creato nel sonno.
Quel mondo è “maya”, illusione. E’ un mondo di sogno.
Chi è “tua moglie”? L’idea stessa è folle! Chi è “tuo marito”? Chi è “tuo figlio”? Essi non ti appartengono, nessuno può essere una tua proprietà. Neppure tu appartieni a te stesso, come può appartenerti qualcun altro? Non possiedi nemmeno te stesso, non lo hai notato? Anche tu appartieni a un’esistenza sconosciuta di cui non hai ancora penetrato il mistero.
Scendendo sempre più in profondità in te stesso, arriverai ad un punto in cui perfino il “sé” scomparirà. Esisterà solo una dimensione di non-sé, se preferisci lo puoi chiamare il Sé supremo. Cambia solo il linguaggio, la terminologia.
Non hai mai visto sorgere dal profondo di te stesso cose che non ti appartengono? I tuoi desideri non ti appartengono, nè ti appartengono i tuoi pensieri. Neppure la tua consapevolezza è una tua creazione, ti è stata data, è un dato di fatto. Non sei tu che la crei, come potresti?
All’improvviso ti trovi ad esistere…accade tutto per magia. Tu sei sempre nel mezzo, non conosci l’inizio. L’inizio non ti appartiene, nè ti appartiene la fine. Solo nel mezzo puoi creare qualcosa, puoi continuare a creare dei sogni. Ed è così che l’uomo diventa accidentale.
Stai attento! Cerca di essere sempre più essenziale e sempre meno accidentale. Ricordati sempre che solo ciò che è eterno è vero, solo ciò che esiste da sempre e per sempre è verità. Tutto ciò che è momentaneo è falso. Ciò che è momentaneo deve solo essere osservato, non ci si deve identificare.
In questo mondo non c’è una “casa”, questo è il mondo dell’accidentale. Tutto è illusione: si tratta solo di increspature sulla superficie, di onde. E qualunque cosa tu faccia non è altro che un costruire case con le carte, o cercare di vendere barchette di carta: sono destinate a naufragare.
Quando un uomo capisce questo, per la prima volta prende coscienza del proprio sonno, ed a quel punto inizia ad orientarsi sempre di più verso la consapevolezza.
Solo quando il mondo degli oggetti non ha più importanza, la consapevolezza diventa importante. Quando le cose non hanno più significato, inizia una nuova ricerca, si schiude una nuova porta.
A quel punto, non ti tufferai più all’esterno, ma inizierai a scivolare nel mondo interiore.
Il regno di Dio è dentro di te. Non appena smetti di identificarti con le cose, smetti anche di combattere, non c’è più ragione di farlo. Inizi a scorrere con il fiume dell’esistenza.”
Rimani, ora, alcuni minuti in silenzio a meditare sul significato della vita, della morte, della malattia, del bene e del male. Sentiti parte integrante del mondo ed artefice di tutto ciò che di buono hai fatto e farai ancora. Smetti di rinnegare tutto, specialmente te stesso e con slancio ed ardimento affronta lealmente la vita, svegliati una buona volta!…Non tradire mai te stesso, la natura e la vita.
Medita su tutto ciò … nel silenzio della tua profondità.
Per i lettori più interessati all’aspetto pratico della vita potrebbe essere illuminante, inoltre, quest’ acuta osservazione sull’esistenza e sul mistero della realtà che ci circonda:
“Esistono due tipi di illusioni, in questo mondo: l’illusione della materia e l’illusione dell’Io, cioè dell’Ego.
Tutte le illusioni della vita sono causate da pensieri, congetture, idee che ruotano a grande velocità, esse sono inganni della mente.
La pietra e la roccia danno l’idea di una grande solidità, di una grande massa ma, secondo le nostre ultime ricerche, non esiste nulla che assomigli anche vagamente ad una pietra ad una roccia “solida”, cioè ad una massa solida e compatta.
Tanto più andiamo ad osservare e misurare da vicino la materia tanto più essa scompare, quasi misteriosamente, dai nostri calcoli.
Fino ad oggi la scienza ha voluto credere solo all’esistenza della materia, cioè che solo la materia visibile è degna di essere indagata ed a tutti è stato imposto il cosiddetto materialismo scientifico, la prova razionale, visibile e misurabile, dichiarando che solo questa può essere accettata dalla scienza ufficiale.
Ma ora, insieme a noi, un numero sempre più crescente di scienziati afferma che non esiste nulla in natura di più dissimile del concetto di “pietra dura e solida”.
Vale a dire che, interessandoci approfonditamente di fisica microvibratoria, di biocibernetica, di biofisica delle particelle subatomiche, di campi elettromagnetici, di fisica quantistica, ecc… scopriamo, spesso con stupore, che la materia sta scomparendo, cioè che è solo il rapido movimento di particelle elettriche, di quark, di biofotoni (vedi le straordinarie ricerche di F. Popp e di E.Del Giudice) a creare l’illusione della densità, della materia.
La materia apparirebbe densa a causa dell’alta velocità del campo elettromagnetico che la genera, materia ed energia infatti sono assolutamente equivalenti, come ha dimostrato, in modo inequivocabile, A. Einstein nella formula base della teoria della relatività.
Pensate ad un ventilatore a pale ed immaginate che queste pale progressivamente acquistino velocità sempre maggiore.
Dapprima si possono chiaramente distinguere le pale, si può addirittura intravedere il vuoto fra una pala ed un’altra, quindi potete solo immaginare il vuoto stesso ed infine quando le pale girano ad altissima velocità il tutto sembra un disco fisso, metallico e se portate questo processo ai limiti potrete anche sedervici sopra poiché il tutto è diventato incredibilmente come “materia solida”. Ecco l’illusione della materia.
Similmente la nostra coscienza, le nostre idee, le nostre convinzioni più si muovono a grande velocità, più ci si allontana dall’immobilismo più la consapevolezza si espande in velocità e più scompare l’Ego, l’Io. Ecco l’illusione dell’Io”.
Ricordate quindi di non fermarvi mai all’apparenza delle cose, andate in profondità osservate con interesse ed apertura mentale e ragionate vuoi filosoficamente vuoi scientificamente non solo su ciò che potete vedere e toccare ma soprattutto su ciò che non siete ancora in grado di vedere e toccare perché quella e la realtà più interessante, la realtà che ci sta aspettando, più presto di quanto possiate immaginare, quando il nostro corpo materiale svelerà finalmente l’illusione della materia e l’illusione dell’io…