LA TRIDIMENSIONALITÀ SINCRONICA (1993)

(La realtà materiale, in cui viviamo, sarebbe costituita, rifacendoci anche ai principi della fisica quantistica, da una condensazione, una cristallizzazione di particelle, in oscillazione, con memoria e veicolanti miliardi di informazioni…)

Tridimensionalità Sincronica

Sappiamo che l’Universo (la parola Uni-Verso significa anche anagrammandola: verso l’UNO) è costituito ed animato da elettroni confermando oggi ciò che la Bibbia in lingua ebraica, nel primo verso della Genesi, recitava migliaia di anni orsono:

“BERESHIT BARA AELOHIM AETH HA-SHAMAIM W’AETH HA-ARETZ”

In (il) principio (come postulato non come tempo) creò (emanò, produsse) per mezzo degli “Aaelohim”(scritto in plurale) cioè gli “Dei”(potremmo individuare qui il nome antico degli elettroni), i cieli, cioè le forme alte ( i cieli come luogo delle idee) che si materializzarono, cristallizzarono fortemente nella  dimensione visibile e fisica (e la terra).

Ricordate che la parola  ebraica AELOHIM (Dei) fu utilizzata, con lo stesso significato, dagli Egizi (cioè, coloro che furono scampati al diluvio provenienti dall’antico EDEM = luogo degli ADAMI e quindi degli Ebrei). Questo vocabolo, già al tempo di Gesù Cristo si semplificò e si contrasse da “Elohim” in “AEONI” che la scienza moderna espanse, probabilmente non a caso, in “Elettroni” (portatori di luce, informazioni, consapevolezza)…..e, siccome il caso non esiste, il Destino delle cose ci ha tracciato uno straordinario ponte simbolico ed analogico tra fede, misticismo, metafisica e fisica.

Osservate, inoltre, che non certo casualmente molte parole italiane di origine latina che hanno a che fare con l’elettricità (el-ettro, el-ettrone, el-ettronica) se traslitterate in ebraico, cominciano tutte con il nome di Dio: El, אל.

Ogni scienziato e ogni fisico illuminato penso sia concorde nell’affermare, insieme a Y.E. Charon (fisico nucleare  francese contemporaneo), che gli elettroni sarebbero “esseri” pensanti ed immortali. Nella Genesi viene affermato che Adam (l’Uomo, L’Adamo Kadmon) non è altro che un’immagine degli Aelohim cioè gli elettroni primigeni.

Sarei portato, quindi, a desumere che l’Uomo non è altro che un’immagine elettronica, fatta di energia intelligente;  è un “ologramma pensante“, costituito da onde di forma con memoria, identico quindi al suo Creatore … e Dio li creò a sua immagine e somiglianza

Ciascuna nostra cellula che andrà a costituire organi ed apparati, rappresenta quindi, secondo un ben preciso schema olografico e geometrico, le vibrazioni, le oscillazioni delle infinite particelle subatomiche nonché le in-formazioni della realtà materiale ed immateriale che ci circonda e ci comprende, riproducendo una ben precisa“forma”ma anche analogicamente un concetto, un pensiero, un simbolo, un archetipo. Il rapporto di comprensione tra il tutto ed una parte del tutto produce la conoscenza e quindi la consapevolezza delle singole informazioni.

Le malattie ed i disturbi psicofisici non sarebbero quindi altro che la “negazione” ed il rifiuto di tale consapevolezza o l’alterazione della forma armonica di base, delle leggi spirituali e geometricamente perfette che stanno alla base del creato. Andando ad analizzare i significati simbolici che le tradizioni mistiche e religiose ci insegnano, fin dalla notte dei tempi, si accede facilmente alla consapevolezza dell’esistenza di una nostra “trinità” interiore che rispecchia il simbolismo sacro. Io la descrivo come“tridimensionalità”.

Si consideri inoltre che in noi, come del resto in tutto l’Universo, è riprodotta una tridimensionalità sincronica (in un rapporto inscindibile e sostanziale) creatasi da un unico sacro Principio formativo generale, da una vibrazione o onda primordiale che riproduce il codice divino attraverso la geometria sacra (il Phi), la memoria degli elettroni primigeni e le onde di forma risultanti. Tutti questi Principi hanno dato e danno vita ad un flusso perfetto di “energia vitale ed informazioni” ed hanno generato tutto ciò che vi è di materiale, di visibile ed invisibile, cioè la Vita come la conosciamo.

Per dimostrare questo ci si può facilmente rifare alla teoria della relatività di Einstein (in cui il tempo è un concetto relativo e soggettivo) e da quel concetto matematico e cosmologico che definire illuminante è riduttivo di cui la formula:

 

E  =  m  c²

E = Energia   m = massa   c² = energia cinetica (velocità della luce)

 

La formula esprime un concetto “filosofico” completamente nuovo e ricco  di conseguenze inaspettate (rispetto alla meccanica classica). Esso afferma la totale equivalenza di massa ed energia (a meno della costante moltiplicativa ); afferma cioè che massa ed energia sono due aspetti solo apparentemente diversi di una medesima realtà. La massa può di conseguenza trasformarsi in energia e viceversa e la quantità di energia che si produce trasformando
la massa è enorme.

Si è visto che l’equazione di Einstein è in grado di descrivere l’evoluzione sia del campo gravitazionale che del moto delle masse al suo interno.

L’equazione di Einstein è in grado di descrivere, quindi, anche la struttura dell’universo nel suo insieme (in larga scala, ovvero quando i  fenomeni quantistici che agiscono a livello atomico e subatomico sono ininfluenti).
Questo fatto assolutamente nuovo fu subito messo in luce da Einstein stesso nel lontano 1917.

Da quel momento la cosmologia diventò una branca della fisica dinamica e vitale come non mai in passato. Si iniziò a ipotizzare modelli di universo basati sui presupposti più  svariati ma che sempre dovessero soddisfare l’equazione di Einstein.

Se questa formula è uno strumento indispensabile per lo studio della cosmologia facendo anche noi parte dell’Universo siamo sottoposti alle medesime leggi quindi è una formula che ci potrebbe dare delle indicazioni su come siamo organizzati materialmente ed energeticamente nel contesto cosmico. Secondo questa geniale intuizione, come abbiamo visto, la massa m e l’energia E sono fra loro, in un certo modo, equivalenti. Basta distruggere una piccola quantità di massa per generare una grande quantità di energia e viceversa, pur di disporre di una sufficiente quantità d’energia, la massa può essere creata. La velocità è una componente di particolare importanza che descriverebbe il flusso continuo e veloce della luce (fotoni). Ne derivano una lunga serie di concetti e formule su cui meditare soprattutto leggendo oltre le righe e praticando (non me ne voglia il buon Einstein) una piccola modifica analogica cioè introducendo dati, se vogliamo intuitivi e simbolici, in questa nobile formula.

Come si noterà la formula consta di tre elementi che richiamano simbolicamente anche il numero tre, e cioè una sorta di “trinità”.

Tutto il Creato, intorno a noi e dentro di noi, è allora costituito in un certo senso da una manifestazione che è Una e Trina insieme; quella stessa Trinità che le Religioni ci hanno comunicato, da sempre, come elementi Sacri, mitologici e rappresentativi di una Realtà che comprenderemo meglio con il concetto di “Tridimensionalità Sincronica dell’Esistenza”. La Trinità è un aspetto che si trova in innumerevoli culture, molto ma molto prima dell’era Cristiana. Questo concetto non ebbe origine dalla venuta di Gesù, infatti fu adottato dal Cristianesimo solo con il Concilio di Nicea nel 325 d.c.  In effetti, come molti aspetti del Cristianesimo, la trinità originariamente era presente nella religione Egizia ma anche prima. Churchwards scrive: “Misteri come la Trinità, l’Incarnazione, la Nascita dalla Vergine, la Trasfigurazione sul Monte, la Passione, la Morte, la Sepoltura, la Resurrezione e l’Ascensione, la Transustanziazione e la rigenerazione Battesimale erano tutti esistenti nei misteri di Amenta con Horus o Iu-em-Hotep, come il Gesù Egizio…”. Jacolliot nota che una forma di Trinità la troviamo anche in India: “La Trinità nell’Unità, rigettata da Mosè, divenne poi il fondamento della teologia Cristiana, che la acquisì incontestabilmente dall’India…” Durante i millenni, la trinità prese la forma tutta-femminile o tutta-maschile, ma anche mista; pensate che, in molte tradizioni, le prime trinità furono tutte-femminili….il matriarcato allora era al Potere…

Riferisce, infatti, Walker: “Dai primissimi tempi, il concetto di Grande Dea era una trinità che fu il modello per tutte le successive trinità, femminili, maschili o miste”. Dobbiamo ricordare che i Bramini svilupparono una particolare trinità maschile di Brama, Vishnu, e Shiva per rappresentarne anche le parti di Creatore, Preservatore e Distruttore, le scritture tantriche insistevano che la Triplice Dea aveva creato questi; anche in Medio Oriente vigevano i concetti di Trinità, che all’origine erano manifestazioni femminili, ma, col passare del tempo, uno o due membri della triade si trasformarono in entità maschili. Lo schema era Padre-Madre-Figlio, e il Figlio era sempre immaginato come un Salvatore. Tra i Cristiani-Arabi c’era una trinità di Dio, Maria, e Gesù adorata come sostituzione interscambiabile della trinità Egizia: Osiride, Iside, e Horus….e così via. Nel mito solare, la trinità rappresenta anche il sole nei suoi tre stadi: neonato (alba), maturo (completamente cresciuto, alle 12 di mezzogiorno), e vecchio e morente, alla fine del giorno (quando ritornava al Padre).
Si ritrova la trinità anche in Perù ed il missionario Padre Acosta scrisse: “…le tre immagini del sole chiamato Aponti, Churunti e Intiquaoqui, significano Padre e Signore Sole, il Figlio Sole, e il Fratello Sole.”…..

Riferendomi, ora, alle secolari tradizioni popolari, che parlano con il linguaggio ermetico del simbolismo e dell’analogia (antico codice scritto nel DNA dell’Uomo) e riferendomi alla teoria della relatività, di cui sopra, vorrei procedere ad una modifica della formula di Einstein, utilizzando un espediente forse poco scientifico (visto che siamo nell’epoca in cui tutto deve essere pesato e misurato); introduco, in luogo di E (energia), il simbolismo greco (pneuma), il cui significato potrebbe collegarsi al principio spirituale del “soffio vitale” (simile al “prana” indiano) ovvero espressione dello spirito ed energia vitale.

In luogo di m (massa), inserisco il simbolismo (sigma), vale a dire soma, massa corporea, corpo materiale e sostituendo, infine, a c2 (energia cinetica al quadrato), il simbolo, legato in un certo senso alla velocità (cinesi) propria del pensiero e delle onde mentali (psì) psiche, mente, cervello utilizzanti energia psicocinetica (vedi telepatia ecc…) otterrò una formula che raffigura proprio una sorta di “trinità” (la stessa che gli Alchimisti sostengono da sempre rappresentata da Sulfur, Mercur e Sal):

 

            π    =  σ. ψ        per cui       ψ   =  π / σ

 

Questa è una raffigurazione importantissima e da questa formula “aurorale” tutti potremmo essere in grado di fare considerazioni, deduzioni, trovare rapporti tra la realtà materiale e l’immateriale, tra il visibile e l’invisibile.

 

Energia        Informazione       Materia

   

                            E         =         m         c2

                            π         =         σ          φ

 

                             E     =     m         c2

                            π         =         σ          φ

                      

Potrete ora sperimentare, anche grazie alla vostra esperienza, la correttezza della mia libera “traduzione” della teoria della relatività e costruirvi modelli da applicare alla vita pratica di tutti i giorni. Ma..attenti ai sogni..ed alle intuizioni che provengono dal “se” interiore.

 

Viacava Claudio 1993

Troverete questa teoria ed altre cose interessanti ancora nel mio volume qui sotto riportato dell’Editoriale Delfino 2010
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