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MEDICINE COMPLEMENTARI E PSICOTERAPIE

Le Medicine e le Tecniche o Terapie Non Convenzionali, definite anche Medicine Complementari, hanno come scopo principale il mantenimento della salute e del benessere psicofisico, oggetto d’azione anche della stessa Psicologia.
Le Medicine Complementari sono cioè estremamente utili nei processi vitalistici volti a garantire il mantenimento, il ripristino ed il potenziamento del benessere individuale e collettivo secondo i principi armonici e dolci della Natura. Esse sono in grado di offrire, agli Operatori della Salute e Benessere, ovviamente anche agli Psicologi, una straordinaria opportunità: gli Psicoterapeuti, attraverso la visione olistica e psicosomatica dei disturbi possono, cioè, guardare facilmente ai segni ed ai sintomi come ad elementi da leggere nell’ampio contesto Psicosomatico e Bioenergetico nel quale la mente ed il corpo dialogano attraverso sottili simboli ed analogie, elementi che sfuggono, di certo, alla maggioranza dei Medici.
Parlare di “Olismo”significa superare il solito dualismo e la scissione mente-corpo che ha, da sempre, contrapposto gli psicologi ai medici: parlare di salute e di benessere, nel senso più lato del termine, significa in primis considerare “inscindibili” la psiche ed il corpo fisico. Questo è anche il presupposto fondante che sta alla base del concetto di “unitarietà” specifico e proprio delle Medicine Complementari.
Alla Medicina Tradizionale Cinese (MTC) e all’Ayurvedica è necessario altresì riconoscere una dignità che va al di là dell’unitarietà mente-corpo perché include allo stesso tempo la conoscenza delle leggi della natura e del cosmo.Gli Psicologi sono da tempo già in possesso dei contenuti dei concetti “psicobioenergetici” che caratterizzano le Medicine Complementari: basti pensare allo sviluppo del concetto di “energia” che partì da S. Freud per poi essere ripreso ed ampliato in una visione cosmica da G. Jung, trovando l’apice nelle teorie che descrivono la Bioenergetica come vera Psicoterapia di mente e corpo di W. Reich, per arrivare sino ad oggi con la neo-bioenergetica di scuola americana.

Come nella Psicoterapia, in cui l’analogia ed il simbolismo sono veicolo analitico e catartico in cui si liberano e si ri-organizzano informazioni, emozioni e vissuti, anche nella segnatura (vedi “Signatura Rerum” nella Home Page) di una pianta o di un fiore od il simillimo omeopatico, agiscono sottili analogie e simbolismo. Un esempio significativo è l’Omeopatia che è stata definita il “rimedio dell’inconscio”. Un altro esempio ci viene fornito dalla Medicina Tradizionale Cinese: approfondendo la relazione dello stato emozionale con lo stato energetico d’organo, è possibile intervenire sullo stato emotivo anche con la Fitoterapia. E’ evidente che lo Psicologo, studioso e cultore della materia, desideri quindi poterla affiancare al suo intervento tradizionale, verbale o non verbale, secondo l’orientamento scientifico prescelto.

Alla luce di quanto sopra ritengo che le singole discipline relative alle “Medicine Complementari” quali: Fitoterapia e Floriterapia, Omeopatia ed Omotossicologia, Antroposofia, Medicina tradizionale cinese, Medicina Ayurvedica, Alchimia e Spagiria, Bioelettronica e Biorisonanza, possano confluire in una specializzazione aperta tanto agli psicologi-psicoterapeuti quanto ai medici; in un’offerta che vada al di là dei corsi e dei master che l’ordine degli psicologi già ci propone (e che sono riconosciuti da ECM).

Credo che i principi a cui lo Psicoterapeuta specialista in Medicine Complementari debba attenersi siano i seguenti:

1) Non aggressione, non nuocere cioè al malato (Primum non nocere) utilizzando metodi e sostanze che annullano o perlomeno minimizzano il rischio di effetti collaterali, evitando sempre di sopprimere violentemente i disturbi e, in riferimento alla capacità di autoguarigione, utilizzo della forza minima necessaria per trattare le disfunzioni bioenergetiche a cui ci si rivolge.
2) Responsabilizzazione amorevole del paziente con un’azione d’educazione alla salute ed al benessere, con l’incoraggiamento spirituale ma soprattutto incentivando l’auto-responsabilizzazione nei confronti dello stile di vita condotto.
3) Incentivare quindi, con ogni mezzo possibile, il Ben-essere del paziente, cioè la situazione in cui ci si sente in salute nel corpo, nella mente e nello spirito; questo stato è ottenibile mediante particolari tecniche di riequilibrio psicofisico e spirituale.
4) Cura globale (terapie olistiche) dell’individuo. Questo significa prendere in considerazione i fattori fisici, emozionali, mentali, spirituali, ereditari, igienici, alimentari, lavorativi, ambientali e sociali che lo riguardano impostando una terapia che sia rivolta sia all’ambiente che all’uomo, in senso olistico.
5) Prevenzione come caratteristica unica e peculiare della figura dello Psicologo che deve procedere dapprima ad un accertamento dei fattori di rischio delle eventuali disfunzioni dell’uomo come: la predisposizione psico-biologica ed ereditaria, lo stress, la familiarità, la tipologia, la diatesi biologica, la costituzione, il terreno, la struttura bioenergetica, l’abitazione in cui vive e il luogo in cui lavora, ecc… La prevenzione si attua intervenendo in modo appropriato, ma soprattutto insegnando al paziente come prevenire ed evitare i suddetti fattori di rischio.

E’ fondamentale che l’accesso a questa formazione non sia solo appannaggio della classe medica in quanto non solo il Medico Chirurgo può fare una diagnosi ed occuparsi della cura: anche lo Psicologo ha le stesse funzioni nel campo del benessere psichico e psicosomatico. Le competenze dello Psicoterapeuta specialista nelle MC si intendono a qualificare le Medicine Complementari e mirano ad eseguire una valutazione psicosomatica ed energetica (che si potrà anche definire, secondo i vari e diversi orientamenti tecnici ed operativi, come diagnosi di terreno psicosomatico) diversa e complementare alla Diagnosi Medica. Tale diagnosi non si designa alternativa od in antitesi a quella tradizionale medica ma può essere sovrapponibile ad essa, rispettando alcuni parametri, poiché insiste su piani diversi da quelli presi in considerazione dalla Scienza Accademica attuale. La filosofia che vuole permeare l’atteggiamento deontologico professionale, l’approccio al paziente, nella considerazione globale dei suoi disagi psico-fisico-energetici, la pratica operativa, le visioni scientifiche e gli obiettivi finali, differenziano la MC dalla Medicina allopatica ortodossa, escludendo de facto una presunta sovrapposizione professionale e permeando la Medicina Complementare stessa di un carattere di meritoria importanza sociale nel diffondere e mantenere il benessere.
Specializzando così la sua formazione lo psicologo-psicoterapeuta potrà intervenire, attraverso un processo di “valutazione” o “diagnosi psicobiologica”, in modo completo grazie all’integrazione della Psicoterapia mirata al ripristino dell’equilibrio psicosomatico e dell’intervento sull’energia vitale vitale (vis medicatrix naturae), su ogni tipo di squilibrio bioenergetico o disarmonia che alteri lo stato di lo stato di salute del soggetto, prescrivendo rimedi offerti dalla Natura, quali acqua, terra, argilla, sali, piante, erbe, radici, minerali, alimenti. Rimanere aperti alla formazione scientifica significa infatti anche non escludere e rigettare le sollecitazioni che ci vengono offerte anche da recenti ricerche scientifiche che evidenziano l’importanza di affiancarci al contributo che i principi di nutrizione ortomolecolare possono dare a chi soffre per esempio di disturbi quali ansia, depressione ecc… (vedi G. Hoffer).

Se il problema fondamentale restasse il dubbio che gli Psicologi non abbiano le competenze per prescrivere o consigliare i cosiddetti “farmaci o rimedi naturali” nel caso questi dovessero avere sinergie con quelle di sintesi, riteniamo che il problema possa essere risolto come in UK, USA o Canada: progettando dei corsi in cui si studiano entrambi, in comparazione. Gli Psicologi saranno sicuramente disposti a fare questa “fatica”: è del resto la fatica che anche i Medici fanno quando decidono di affrontare le nostre “specialità” in Psicoterapia.

L’opportunità di specializzarsi nello studio approfondito delle Medicine Complementari o non Convenzionali ci metterebbe al pari di altri Paesi dell’Unione Europea in cui le più accreditate Associazioni di Medicina Complementare gestiscono Albi di Terapeuti di Naturopatia, che hanno validità in tutto il territorio dell’Unione Europea, a cui gli psicologi appartengono. La Germania ha riconosciuto da più di un secolo gli Heilpraktiker e in essi sono iscritti sia Medici che Psicologi che Diplomati in Terapie salutari; la Spagna, con il Sindacato FEDINE, approvato dal Ministero del Lavoro, riconosce e regola l’attività professionale di Naturopati, Agopuntori, Omeopati ed Osteopati che hanno superato un corso di formazione almeno triennale: tra essi troviamo sia Medici che Psicologi ed altri laureati o diplomati. Perché non istituire in seno all’Ordine degli Psicologi una specialità di Psicoterapia, sicuramente di confine, creando la Psicoterapia Sperimentale che abbraccia le tecniche o terapie non convenzionali, grazie anche all’effetto placebo, come la floriterapia, l’omeopatia, come veicolo di informazione e di analisi sottile, la medicina tradizionale cinese ed Ajurvedica quale metodiche operative che coinvolgono sinergicamente, come i suoi cultori conoscono benissimo, il corpo fisico e psichico attraverso uno straordinario simbolismo? La risposta sta nella volontà dell’Ordine Nazionale stesso di voler seguire e perseguire tutte le strade conosciute o sconosciute per dare ai propri iscritti, agli utenti ed alla società ialiana una Psicoterapia moderna, elastica ed evoluta che operi ufficialmente in tutti i campi della scienza ed anche al confine della stessa.

Si auspicherebbe, per gli Psicologi Psicoterapeuti, l’opportunità di crescere in competenza e conoscenza che ci consenta di far fronte alla domanda del paziente e della società in modo più completo, nella visione globale ed olistica da cui non mi sento di prescindere.

come stare in salute naturalmente

Visto l’enorme sviluppo e la tanto agognata riconsiderazione delle Medicine Non Convenzionali (MNC), ho constatato che, negli utenti che si avvicinano alla Naturopatia, vi è la netta sensazione che esiste una certa confusione circa l’orientamento terapeutico, le centinaia di diverse metodiche ed i mille protocolli delle terapie biologiche e naturali.

Emerge, soprattutto, un notevole disorientamento, anche tra i medici tradizionali, a causa della diffusione indiscriminata di informazioni da molteplici fonti (alternative ma anche ortodosse) su come ottimizzare la salute con l’aiuto di mezzi biologici e naturali che sono a volte contraddittorie, lacunose e molto spesso del tutto errate. Il condimento ideologico e politico provoca sempre allarmismo, a volte innegabilmente giustificato ma, il più delle volte, francamente ingiustificato. Allarmi ed avvertimenti, strombazzati dagli organi mediatici in cerca di scoop, fanno inoltre breccia nell’animo sensibile di chi vorrebbe avvicinarsi o curarsi con le terapie dolci e naturali; questi ultimi, nel loro difficile e delicato percorso alla ricerca della salute e della consapevolezza, hanno sempre mille interrogativi e domande a cui non possono, da soli, rispondere o trovare soluzioni adeguate. Gli interessati alle terapie naturali chiedono, allora, consigli al “presunto” esperto in materia di salute naturale, di sovente rivolgendosi ai negozianti del naturale, a presunti esperti bio, ecc… o cialtroni, che abbondano in questo campo (attendiamo da più di venticinque anni una regolamentazione del settore) ed in seguito, non ricevendo risposte soddisfacenti, ricorrono ai tenutari della scienza ortodossa cioè i medici di base, reputando (trattandosi di Medici laureati) che questi possano essere all’altezza di capire il “senso” terapeutico delle Medicine non convenzionali e della Naturopatia come l’uso ed il significato dell’Omeopatia, della Spagiria, Alchimia o della Reflessologia o Cromoterapia. Questi professionisti, ovviamente, nella stragrande maggioranza, non possono essere in grado di dare alcuna risposta, tutti presi nella burocrazia del loro lavoro e quasi tutti privi di informazioni adeguate (di certo, in loro difesa e scusante, vi confermo che l’università od i corsi parauniversitari da loro frequentati non li hanno mai istruiti in merito). Questi sventurati medici, laureatisi con grande sacrificio e con mille speranze e alti ideali, triturati dagli informatori scientifici delle multinazionali del farmaco e dalle rigidità sistema sanitario e burocratico, si tramuteranno, col tempo e con un’orrida metamorfosi, in quello che si suol definire il “medico della mutua” che potrei definire, a volte, “lo scrivano statale”.

Che dire poi dei cosiddetti corsi di aggiornamento in Medicine Complementari o non convenzionali per Medici? Chi qualificherà i docenti, Chi concederà la “patente di esperto” in Medicine Complementari? Fino ad ora, infatti, queste Scienze chiamate Naturopatiche, sono state in mano e si sono sviluppate grazie al lavoro serio e costante dei Naturopati Italiani, dei Naturopathics Doctor inglesi ed americani, dei Naturistas spagnoli e portoghesi, degli Heilpracktiker tedeschi od austriaci ecc…che, poco per volta e con pazienza, hanno “educato” la popolazione alla comprensione vera e profonda del significato di “Cure Naturali” e fondato la vera “Medicina Dolce”, senza cioè controindicazioni. Ci si augura, a questo punto, che sia permesso loro di esistere professionalmente e magari di insegnare queste metodiche e terapie dolci e naturali ai medici di base, anche attraverso la oramai vastissima bibliografia esistente e le relative sperimentazioni.
La scienza del mondo occidentale è basata sul pensiero scientifico razionale e ha rifiutato, da sempre, di considerare od almeno accettare le cosiddette Medicine “alternative” in quanto non “provate” con dati certi, misurabili secondo i parametri “scientifici e tecnologici”ufficiali (assolutamente improponibili per qualificare e testare, per fare un esempio, l’efficacia del rimedio omeopatico).

Sono venuto a conoscenza (cosa incredibile a credersi) che, in questi ultimi tempi, i medici ortodossi italiani si sono “silenziosamente” appropriati di buona parte delle cosiddette “Medicine complementari, non convenzionali o bionaturali” che, fino a ieri, erano state da loro considerate (ascoltate, ascoltate!) una buffonata inefficace, non possedendo esse alcuna “validità o valore scientifico o terapeutico”, insomma poco più di “acqua fresca”come sbotta sempre il Garattini citando l’Omeopatia. Questo appare un vero controsenso, per cui mi interrogo: se le Medicine alternative anche dette non convenzionali o complementari potranno praticarle solo i Medici Chirurghi iscritti all’Ordine Italiano e se i Medici debbono, per legge, prescrivere solo ciò che è scientificamente dimostrato, quali possibilità verrà data all’ evoluzione ed alla stessa esistenza delle Terapie, Tecniche e Cure Naturali e soprattutto della Medicine Bionaturali o non convenzionali, il cui sviluppo è stato, fra l’altro, tanto raccomandato dalla CEE e dall’OMS? In questo volumetto cercherò di proporvi una visione semplice e soprattutto pratica dei metodi di cura dolce, riassumendo brevemente alcune pratiche terapeutiche tipiche della tradizione popolare italiana ed europea riferibili all’antica medicina dei semplici e alla Naturopatia. Tali pratiche, ricordiamolo, sono senza controindicazioni e conducono il lettore, per mano, attraverso un percorso di igiene personale che si tramuterà, col tempo, in consapevolezza e rispetto verso se stesso, il proprio corpo e la Natura che lo anima. Il vantaggio sulla propria qualità di vita sarà percepibile da subito.

Fino ad ora, tali pratiche e tecniche, si sono sviluppate grazie al lavoro serio e costante dei Naturopati e degli Heilpracktiker (sia di provenienza medica che non) che, poco per volta e con pazienza, hanno educato la popolazione e fondato la vera medicina preventiva, senza controindicazioni. Grazie ad una vasta bibliografia ed a volumi esplicativi, pubblicati da case editrici illuminate e disponibili, si sono aperte ora le porte della conoscenza Naturopatica che insegna a tutti il rispetto delle leggi della Natura e del Sacro. I medici di base, gli specialisti, gli psicologi ed i terapisti tutti trarranno, dalla lettura di tali volumi, grandi vantaggi di crescita personale oltre che un cambiamento di prospettive professionali e culturali.

Purtroppo il mondo scientifico occidentale si è ultimamente basato sul pensiero iperrazionale e ha rifiutato, da sempre, di considerare valide la Naturopatia e le Medicine cosiddette “alternative” in quanto ha, da sempre, sostenuto che queste “pseudoscienze” sono fondate su protocolli terapeutici non testati e sperimentati, secondo i “parametri” scientifici ufficiali. Si studiano, su questo altare, formule sempre più articolate e complesse per coprire di “ alta scientificità” le decisioni, purtroppo avvallate dagli Stati e dai Ministeri, che mostrano chiaramente a tutti (per fortuna siamo sempre meno pecoroni e manipolabili) di voler condizionare le scelte della popolazione anche in materia di sanità trasformando, quando possibile, il farmaco in un bene di consumo (deleteri e pericolosi certi spot televisivi). In questo contesto diventa normale giustificare l’asservimento di una certa cultura e della scienza medica all’industria ed al commercio, trasformando l’idea di “scientificità” in uno scandaloso mercimonio dominato solo dal profitto e progettato dalle grandi organizzazioni industriali e commerciali. Anche K.Popper (1902-1994) che è sempre stato dubbioso circa l’applicazione indiscriminata di quasi tutti i protocolli e nell’attività di valutazione scientifica affermava che ovviamente “tale condizione ubbidiva alla comodità operativa in grado di fornire parametri univoci agli scienziati preposti alla valutazione” ma di certo con lo scopo non obiettivo di “uniformare i criteri di valutazione scientifica alla finalità di ottenere una maggior controllabilità dei risultati a livello statistico e non per soddisfare un criterio di valutazione aderente alle verità fattuali (evidence based medicine) del fenomeno studiato”.

Ci troviamo di fronte allora ad una medicina statistica? Speriamo di no, ci troviamo invece di fronte ad un asservimento culturale e politico della scienza medica ai poteri finanziari a tal punto che vi sono state, nella storia, modifiche dei parametri adottati per la valutazione scientifica dei fenomeni ed attuati e codificati dai soliti scienziati istituzionali, vicini cioè alla epistemologia istituzionale che non può mettere in discussione i forti interessi economici in gioco. Si continua da anni, nelle stanze del potere, a promuovere una sorta di cultura vorace che trasforma, tutto ciò che può, in bene di consumo e la scienza medica non è esente da questo peccato verso l’uomo e la sua preziosa salute fisica, psichica e spirituale. A tal proposito vorrei proporvi un articoletto sul disease mongering che ho liberamente tratto da “Il Farmacista Moderno”a nome di Riccardo Tommasetti: …“Trasforma persone sane in pazienti da trattare, spreca preziose risorse e sottopone inutilmente queste persone al rischio di incorrere in effetti collaterali. Si tratta del “disease mongering”, espressione anglosassone che andrebbe tradotta con “qualcosa che sta tra la promozione e la vendita di malattia”…

Un’operazione che può riguardare tanto la medicalizzazione di aspetti della vita ordinaria – per esempio la menopausa- quanto la trasformazione di lievi disturbi in malattie serie – come avviene con la sindrome dell’intestino irritabile – o, ancora, la presentazione di semplici fattori rischio sotto spoglie di vere e proprie malattie assolutamente da trattare (ne sono chiare testimonianze il colesterolo elevato o l’osteoporosi). E’ la denuncia apparsa sull’ultimo numero di PLoS Medicine (Public Library of Science), interamente dedicato all’ “invenzione” e alla “vendita” di nuove malattie. I due autori dell’articolo principale, il giornalista Ray Moyhan ed il professore di Farmacologia clinica David Henry, descrivono nei dettagli l’intero percorso: dapprima la “nuova” patologia viene individuata da un panel di specialisti, spesso finanziati dall’industria, poi le sue caratteristiche vengono letteralmente pubblicate attraverso la diffusione di materiale informativo prodotto dall’azienda e per mezzo di campagne di sensibilizzazione in genere: “disegnate per vendere farmaci piuttosto che per informare o educare il pubblico su come prevenire la malattia o mantenersi in buona salute”.
Le multinazionali del farmaco non sono gli unici attori: gli autori del lavoro sottolineano infatti il ruolo giocato dalle alleanze informali con le società di relazioni pubbliche, i gruppi di medici e specialisti e le associazioni di pazienti, tutti comprimari pronti a promuovere queste idee tra il pubblico e i decisori politici. Non vi rimangono estranei neanche i giornalisti ed i media, grazie ai quali è possibile rendere popolari condizioni altrimenti poco conosciute, sciorinando dati su ipotetiche stime di prevalenza (lo proverebbero “malattie” come la sindrome delle gambe senza riposo o “restless legs” o alcune disfunzioni ormonali o psico – emotive femminili ). Insomma, una sfida globale alla sanità pubblica, la definiscono gli autori, che richiede una risposta altrettanto globale.
E’ chiaro, precisano gli autori della pagine di PLoS, che un certo numero di persone, alle prese con forme severe di questi disturbi, beneficeranno della pubblicità e dell’attenzione del mercato nei confronti della loro malattia e del farmaco per curarla. Ma quella che dal punto di vista di un’azienda farmaceutica può apparire “una legittima campagna di informazione pubblica su una malattia ancora sottodiagnosticata, agli occhi di attivisti e gruppi di pazienti sganciati dagli sponsor delle multinazionali può assumere i connotati di un tentativo di costruire un mercato per farmaci potenzialmente pericolosi”.
La denuncia riguarda anche “malattie” come il disordine bipolare, la disfunzione erettile e il disturbo da deficit di attenzione – iperattività, la sindrome della bocca bruciante ecc…a cui sono dedicati gli altri lavori di questo speciale: www.medicine.plosjournals.org che, con i suoi 11 articoli, affronta la questione da più punti di vista.”….Mauro Di Leo, nel suo bellissimo libro “Malati di farmaci” ci racconta ad esempio che il Plavix (clopidogrel) è il secondo tra i farmaci più venduti (negli USA 48 milioni di pazienti ne fanno uso quotidiano) tanto che ne sono stati venduti per ben 6 miliardi di dollari solo nel 2005…pensate a che giro di “affari”sono legati medici, farmacisti, scienziati, gruppi politici, mondo della finanza internazionale…e chi riesce a venirne fuori? Per fortuna vi sono ancora margini di ravvedimento per la Scienza e la politica della salute, per iniziare ad osservare, anche con occhi che non solo di Medico sono, i grandi problemi che si chiamano: prevenzione, igiene, malattia, salute, sofferenza, malato e guarigione, da un punto di vista diverso e finalmente “non convenzionale” e proprio per questa ragione “complementare” alla medicina ortodossa.Compito delle Scienze Naturopatiche è quello di ribaltare certi valori rifondando, su nuovi principi etici e biologici, la nuova medicina per il terzo millennio. Compito della Naturopatia è quello di sviluppare una vera cultura del “Naturale” in contrapposizione alla cultura del ”sintetico”del non biocompatibile, dell’innaturale, dell’impersonale, della cieca ortodossia. Cultura biologica e naturale che ho sempre amato definire la cultura della“salutogenesi” in netta contrapposizione a quella che anima il pensiero dominante della medicina ortodossa ed accademica e cioè la cultura che si definisce “patogenesi” e che si occupa sostanzialmente di sintomi e non di cause. Modello che individua sempre e soltanto “all’esterno dell’uomo” le cause di ciò che origina la malattia.


La Naturopatia pone, al centro del suo interesse, l’Uomo e la salute psicofisica nel senso soprattutto della “prevenzione” e pone come obiettivo il miglioramento della qualità della vita, senza aspettare la manifestazione clinica di una patologia. Confido che la Naturopatia dovrà e potrà trasformare la medicina odierna, basata sempre di più sulla “paura”(che sta tristemente moltiplicando nel mondo i patofobici e gli ipocondriaci, facendo lievitare i già enormi costi sanitari) e sulle “controindicazioni” (che fanno quotidianamente ammalare la popolazione di “altre”patologie oltre a quelle lamentate a seguito degli effetti collaterali o secondari, spesso presenti nel corso delle terapie con farmaci), in una vera Arte terapeutica basata sulla “fiducia nella capacità di autoguarigione” dell’uomo, stimolando la“vis medicatrix naturae”.
(tratto dal mio volume “Cure Naturali e Medicne Popolari” Ed .Delfino). Per rispondere appunto a questi mille interrogativi e per mantenersi sempre in salute “naturalmente” in barba alle NON-informazioni o DISinformazioni che giungono dalla scienza accademica integralista ho scritto i volumi: Onde elettromagnetiche, l’invisibile e la nostra salute Ed. Xenia Cure Naturali, Patologie Occulte e “L’Acqua” della Macro Ed.; “Medicine complementari” Ed. GB, “Medicina dell’Habitat e Domoterapia” Ed. MIR. “Nuove Tecnologie ed Antichi Rimedi” e “Cure Naturale e Medicine Popolari” Ed. Delfino.

In questi volumi si potranno trovare tutte quelle informazioni utili, sia per gli amanti dell’ automedicazione consapevole sia per il curioso come per il medico di base che vuol mantenersi informato per il bene dei propri pazienti; troverete tutto il necessario per capire chiaramente, senza giri di parole e senza spiegazioni troppo tecniche e noiose, cosa significhi realmente curarsi naturalmente e cioè volersi bene, rispettare i ritmi della natura e rapportarsi con essa in modo armonico ed evolutivo e soprattutto condividere la vera “Medicina dell’Uomo” con il Medico, lo Psicologo, il Naturopata, il Terapeuta ed il Malato, senza gelosie o supponenze.

Nel frattempo vi invito a vedere un filmato, tratto da youtube, del Dott. Piero Mozzi, illuminante nella sua semplicità:

 

naturopatia e naturopata
Quella del Naturopata è un’antichissima professione di particolare beneficio e servizio sociale e di nessuna dannosità, sia per le metodiche che per i rimedi che impiega.
La Naturopatia sta suscitando in Italia, come del resto in Europa e nel mondo, un interesse ormai consolidato e in sensibile e costante aumento.Vi è, infatti, un sempre maggior numero di persone che si rivolgono alle medicine naturali per migliorare il proprio stato di salute e sopratutto per mantenerlo.
Basta consultare le statistiche che i vari osservatori statali e privati ciclicamente compilano.
I paesi Anglosassoni per primi e successivamente alcuni paesi europei quali la Germania, la Spagna, i Paesi Bassi, il Portogallo, la Grecia, la Norvegia e la Svezia, già da molti decenni considerano la Naturopatia come un’Arte naturo-terapeutica per prevenire l’insorgenza di forme patologiche e specializzata nel mantenere il benessere dell’uomo, riqualificandone al meglio lo stile di vita. La Naturopatia e le cosiddette “tecniche naturopatiche” vengono oggi qualificate come Medicine complementari o non convenzionali nel rispetto della Medicina Allopatica ed Ortodossa attualmente ufficializzata nel mondo. In Italia, negli ultimi anni, alcune Aziende Ospedaliere hanno inserito protocolli di cura sperimentali relativi alle Medicine Complementari ed alla Naturopatia ed organizzato corsi di formazione specifici. Nell’Ottobre 2002 la Regione Piemonte è stata la prima ad aver ufficializzato la figura del Naturopata Professionale e dato vivibilità didattica alle relative scuole di formazione.
Si può definire “Naturopatia” quella disciplina che studia le alterazioni psicobiologiche e fisiche dell’uomo in senso bioenergetico, in una visione completamente diversa da quella “clinica” ufficiale. Più precisamente la Naturopatia è una Scienza complementare a quella medica, che consente di effettuare indagini e terapie che danno una visione globale ed olistica della patologia e del malato e sono sempre integrative di quelle classiche mediche, nell’interesse primario del paziente e della società.
Ciò permette di ottenere una visione di insieme, psicosomatica ed energetica, del paziente, con la funzione basilare di normalizzare un equilibrio spesso alterato, per cause diverse, quali l’inquinamento di ogni tipo, lo stress, il sovraccarico tossinico, le intolleranze alimentari, la cattiva alimentazione e soprattutto le errate abitudini ed i pessimi stili di vita che la nostra società ci impongono. L’etimologia stessa del termine Naturopatia (diffuso dal Naturopata tedesco Benedict Lust), composto da “natura e pathos”, che significa “sintonia o empatia con la natura” sta ad indicare una squisita Scienza Naturale o Arte Naturo-Terapeutica che considera l’individuo nella sua globalità e tende ad armonizzare i disturbi con trattamenti naturali, non invasivi, dai francesi chiamati anche “dolci”. La parola Naturopatia è stata però coniata negli USA, nei primi anni del ‘900, ed è di origine anglosassone poiché è ricavata dal termine “Nature’s Path” che significa il “sentiero della natura”, cioè la via terapeutica indicata dalla natura.
La Naturopatia vanta tradizioni secolari in Europa. Da anni sono sorti numerosi Istituti e Scuole di formazione, così come prestigiose Università che hanno fatto della Naturopatia una vera Scienza che si basa su antichi e mai superati principi teorici e pratici. Questi principi sono di fondamentale e peculiare importanza per la comprensione della filosofia che li sottende e sono la base deontologica della condotta e dell’operatività dei Naturopati, nell’esercizio della loro professione:
1)     Confidare nel potere di guarigione della natura (Vis medicatrix naturae), partendo soprattutto dal riconoscimento e dalla rimozione delle cause che impediscono la guarigione piuttosto che trattare semplicemente i sintomi, ed incentivando il sostegno e l’aiuto della forza vitale che è racchiusa nella Natura e nell’Uomo.
2)     Identificazione e trattamento delle cause (Tolle causam) con particolari tecniche di riconoscimento e rimozione di tutte le cause endogene ed esogene che impediscono il processo di guarigione, piuttosto che trattare semplicemente i sintomi.
3)     Non aggressione, non nuocere cioè al malato (Primum non nocere) utilizzando metodi e sostanze che annullano o perlomeno minimizzano il rischio di effetti collaterali, evitando sempre di sopprimere violentemente i disturbi e, in riferimento alla capacità di autoguarigione, utilizzo della forza minima necessaria per trattare le disfunzioni bioenergetiche a cui ci si rivolge.
4)     Responsabilizzazione amorevole del paziente con un’azione di educazione alla  salute ed al ben-essere, con l’incoraggiamento spirituale ma soprattutto incentivando l’auto-responsabilizzazione nei confronti dello stile di vita condotto.
5)     Incentivare quindi, con ogni mezzo possibile, il Ben-essere del paziente, cioè la situazione in cui ci si sente in salute nel corpo, nella mente e nello spirito; questo stato è ottenibile mediante particolari tecniche di riequilibrio psicofisico e spirituale.
6)     Cura globale dell’individuo. Significa prendere in considerazione i fattori fisici, emozionali, mentali, spirituali, ereditari, igienici, alimentari, lavorativi, ambientali e sociali che lo riguardano impostando una terapia che sia rivolta sia all’ambiente che all’uomo, in senso veramente olistico.
7)     Prevenzione come caratteristica unica e peculiare della figura del Naturopata che deve procedere dapprima ad un accertamento dei fattori di rischio delle eventuali disfunzioni dell’uomo come: la predisposizione biologica ed ereditaria, la familiarità, la tipologia, la diatesi biologica, la costituzione, il terreno, la struttura bioenergetica, l’abitazione in cui vive e il luogo in cui lavora, ecc… La prevenzione si attua intervenendo in modo appropriato, ma soprattutto insegnando al cliente/paziente come prevenire ed evitare i suddetti fattori di rischio.
 Si desume chiaramente, dai principi esposti, ed anche dal dettato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nella Dichiarazione di Alma-Ata del 1978 e successive (apparse anche in testi ufficiali in lingua italiana, ad esempio il dossier Medicine Tradizionali dell’OMS, Edizioni Red, Como 1984), che il Naturopata professionista opera al fine di valutare lo stato bioenergetico del soggetto, secondo canoni che considerano l’aspetto costituzionale, l’alimentazione, le abitudini, lo stile di vita e la “forza o energia vitale”. La stessa Fisica quantistica dimostra il fluire dell’ “energia vitale” nell’organismo anche come una forma di comunicazione ed informazione,.
Il Naturopata svolgerà quindi la sua attività professionale mediante consulenze specialistiche, fornendo suggerimenti sull’uso di alimenti, di sostanze naturali, di prodotti ed integratori di libera vendita, utilizzando anche metodiche non invasive di riflesso-stimolazione, manuali o mediante strumentazioni adeguate e prive di controindicazioni, nel rispetto di un Codice Deontologico profondamente meditato ed espressione di un rigore che trae origine dall’antica esperienza anglosassone e germanica, nel rispetto di un codice morale e spirituale che è peculiare degli operatori delle terapie naturali.
L’Inghilterra, grazie ai vari contatti stabiliti con i traffici commerciali e scientifici del British Empire, è stata per secoli in contatto con tradizioni filosofiche, scientifiche e mediche di tutti i continenti. Londra rimane tuttora uno dei centri più interessanti e aggiornati del mondo per i corsi di formazione in Scienze Naturopatiche.
Le più accreditate Associazioni di Medicina Complementare europee gestiscono Albi di Terapeuti di Naturopatia che hanno validità in tutto il territorio dell’Unione Europea, come, ad esempio, l’European Practitioner Register della British Complementary Medicine Association.
Tale validità è stata confermata da numerose Sentenze della Suprema Corte di Giustizia della Comunità Europea (Sentenza Reiners – 21.06.1974, Van Binsbergen – 3.12.1974 – Thieffry – 28.04.1977; Costa Enel – 15.07.1964; Causa 159-78 del 25.10.1979; Causa 811-79 del 10.07.1980) ed in Italia dalla Sentenza della Corte Costituzionale n. 149/1988, dalla Sentenza del Tar del Lazio n. 1185/88 sez. I, ed altre.
La Germania ha riconosciuto da più di un secolo gli Heilpraktiker, Naturopati che esercitano soprattutto a fini preventivi, autorizzati dal Ministero della Sanità Tedesco.
La Spagna, con il Sindacato FEDINE, approvato dal Ministero del Lavoro, riconosce e regola l’attività professionale di Naturopati, Agopuntori, Omeopati ed Osteopati che hanno superato un corso di formazione almeno triennale.
In Italia alcune discipline e strumentazioni dell’ambito delle tecniche naturopatiche, tra cui l’iridologia, la riflesso-stimolazione, gli strumenti non invasivi tipo “Vegatest” “Amsat”o “EAV”, i rimedi omeopatici, la fitoterapia, la consulenza nutrizionale sono utilizzate con grande risultato e la loro efficacia o liceità d’uso sono state convalidate da dettagliate consulenze medico-legali.
Queste particolari metodologie e strumentazioni, come la riflesso-stimolazione non agopuntoria che accorpa discipline quali Tui-na cinese, Shiatzu giapponese, Kinesiologia applicata statunitense, auricolo-stimolazione sia di matrice cinese che francese (Nogier), Riflessologia del piede, Cromoterapia e altre affini, e l’utilizzo di Strumentazioni biocibernetiche e bioelettroniche non invasive costituiscono strumenti di supporto al Naturopata per identificare con maggior precisione i settori energetici secondo concetti orientali adattati alle conoscenze e diagnostiche occidentali.
In molte regioni italiane si sta cercando di creare una normativa ed un albo che qualifichi i Terapisti Bionaturali o Naturopati.
Questa professione, appunto perché delicata e particolare, non può essere preceduta che da un rigoroso percorso formativo e da continui ed altrettanto rigorosi aggiornamenti scientifici.
La preparazione accademica così intesa consentirà l’iscrizione e quindi l’appartenenza ad un futuro ed auspicabile Albo Professionale Italiano (siamo in attesa di imminenti leggi che lo autorizzino) od a quello di un Paese dell’Unione Europea, e per quanto attiene specificatamente la professione vi è attualmente l’obbligo della copertura assicurativa civile e legale ed un altrettanto rigoroso rispetto del Codice Deontologico.
Tutto ciò nel rispetto della Costituzione italiana che, all’Art. 32, così recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività…Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge…La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
La filosofia che permea l’atteggiamento deontologico professionale, l’approccio al paziente, nella considerazione globale dei suoi disagi psico-fisico-energetici, la pratica operativa, le visioni scientifiche e gli obiettivi finali differenziano la Naturopatia dalla Medicina allopatica ortodossa, escludendo de facto una presunta sovrapposizione professionale e permeando la Naturopatia stessa di un carattere di meritoria importanza sociale nel diffondere e mantenere il benessere, in un’ampia ed effettiva collaborazione con gli organi istituzionali preposti quali gli operatori sanitari come Medici, Odontoiatri,  Psicologi, Biologi, Farmacisti, Erboristi, Chiropratici, Osteopati, Ostetrici, Infermieri, ecc…
 RUOLO E COMPETENZE PROFESIONALI DEL NATUROPATA
 Il Naturopata è un diplomato, che ha seguito corsi formativi pluriennali e specialistici nelle discipline afferenti le scienze naturopatiche presso Istituti universitari, pubblici o privati, oppure un laureato in materie quali: Medicina e Chirurgia, Biologia, Psicologia, Farmacia, Veterinaria, Scienze Naturali, ecc… che, volendo ampliare la visione della propria professione, ha frequentato opportuni corsi di Specialità o Master in Naturopatia.
Le competenze del naturopata sono intese a qualificare le Medicine Complementari in genere e quindi la Naturopatia stessa come una vera e propria Scienza del Benessere che mira ad eseguire valutazioni (che si potranno anche definire, secondo i vari e diversi orientamenti tecnici ed operativi, soprattutto come diagnosi di terreno). La scienza naturopatica esprime valutazioni non convenzionali ma che, di base, sono anche complementari alla diagnosi medica.
Tali valutazioni, in linea teorica, non sono alternative od in antitesi a quelle tradizionali mediche e possono benissimo essere sovrapponibili ad essa, rispettando alcuni parametri, poiché insistono su piani diversi da quelli presi in considerazione dalla scienza medica ortodossa ed accademica.
Il Naturopata è soprattutto un educatore alla salute naturale che interviene, attraverso un processo di “valutazione” o “diagnosi di terreno” a risolvere, con l’aiuto di rimedi offerti dalla Natura, quali acqua, terra, argilla, sali, piante, erbe, radici, minerali, alimenti e soprattutto intervenendo sull’energia vitale (vis medicatrix naturae), ogni tipo di squilibrio bioenergetico o disarmonia che alteri lo stato di salute.
Il Naturopata interviene, con scienza e coscienza, in quei processi volti a garantire il mantenimento, il ripristino ed il potenziamento del Ben-Essere individuale e collettivo secondo i principi armonici, biologici e dolci della Natura. Il Naturopata attua logiche e programmi di educazione alle terapie naturali, di educazione ambientale (medicina dell’habitat), bioalimentare, comportamentale nei confronti dei singoli o di collettività.
Il Naturopata consiglia tutti quei rimedi naturali che gli sono consentiti dalla Legislazione Europea, come l’acqua (idroterapia) in tutte le sue forme, l’utilizzo di prodotti naturali, vegetali o alimentari provenienti soprattutto da colture biologiche biodinamiche, di complementi nutrizionali o fitoterapici e cioè di prodotti di libera vendita e di tutte quelle metodiche che vengono definite “naturopatiche”.
Il Naturopata può effettuare la Valutazione o per gli addetti o avvezzi alle terminologie bioenergetiche una “Diagnosi Bioenergetica” diversa e difforme dalla diagnosi medica tradizionale, utilizzando varie metodiche e tecniche quali, ad esempio: l’Iridologia, la Kinesiologia, la Reflessologia, la Auricologia, la Visologia ed altre ancora e, per gli specializzati in questa branca della biocibernetica, la moderna Bioelettronica.
Il Naturopata può esplicare la propria attività anche in equipe multidisciplinari per l’elaborazione di programmi salutistici, per i controlli di qualità dei prodotti naturali, fornendo informazioni scientifiche nell’ambito dei prodotti biologici, ma soprattutto svolgendo attività libero-professionale di studio, didattica e consulenza, laddove si richiedano le sue competenze professionali.